Lastra marmorea dei Niobidi | |
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visione frontale della lastra marmorea di età romana scoperta a Modena in via Crespellani nel 1971 | |
Autore | bottega di tradizione neoattica |
Data | I-II secolo d.C. |
Materiale | bassorilievo |
Dimensioni | 56 cm×131 cm×3,8 cm cm |
Ubicazione | Museo Civico di Modena, Modena |
La Lastra marmorea dei Niobidi è conservata al Museo Civico di Modena, capoluogo dell'omonima provincia. [1]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il rilievo viene considerato l'esecuzione di una bottega di tradizione neoattica e datato tra I e II secolo d.C. o in età adrianea-antonina.
A partire da sinistra vi sono rappresentati: una giovane vestita di un peplo che fugge verso destra, un fanciullo inginocchiato nell’atto di estrarre wla freccia sul dorso, un giovane in fuga verso destra raffigurato di spalle mentre porta la mano destra nel punto in cui il dardo lo ha colpito, una fanciulla protesa in un atto di supplica verso la figura maschile seduta sulle rocce nella quale si è riconosciuto il padre Anfione. Le figure poggiano sul terreno ondulato e roccioso inserito quasi in continuità sulla cornice di base. Il gruppo finale risultava inedito nelle attestazioni iconografiche del mito fino alla scoperta del rilievo modenese.
Questo esemplare fa parte della serie di rilievi a sviluppo orizzontale, privi di sfondo, in cui sono riprodotte le figure dei Niobidi delle dimensioni di circa cm 40, rielaborazioni di quelle presenti sul fregio realizzato da Fidia per la decorazione del trono di Zeus di Olimpia. La lastra presenta una cornice a sezione rettangolare e restano visibili sia gli incavi per l’incastro di grappe che la tacca per l’inserimento di elementi di fissaggio alla struttura monumentale originale.
La lastra è stata scoperta nel 1971 a circa m 2,50 di profondità, a Modena durante opere edilizie, in via Crespellani a circa cento metri a nord della via Emilia. Fu rinvenuta a solo due metri di distanza da una tomba a cassa laterizia coperta da una stele funeraria iscritta datata tra 171 e 230 d.C. Le condizioni di ritrovamento della lastra fanno supporre un suo utilizzo come elemento di reimpiego nella necropoli tardoantica sviluppata lungo la via Emilia a est di Mutina (nome latino di Modena), ma non consentono di definire la tipologia di edificio in cui essa era originariamente inserita. Considerando sia il contesto sepolcrale di rinvenimento sia il tema raffigurato, attestato anche su sarcofagi di II secolo d.C., il rilievo viene generalmente attribuito a un edificio funerario. Tuttavia, potrebbe trattarsi anche di un elemento proveniente da un edificio urbano o suburbano.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Lastra marmorea dei Niobidi, su Aemilia online. URL consultato il 22 maggio 2020.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- G.V. Gentili, Il fregio fidiaco dei Niobidi alla luce del nuovo frammento da Modena, collana Bollettino d’Arte, s. V, anno LIX – 1974, I-II, 1974, pp. 101-105.
- M.C. Parra, Le necropoli romane di Modena. Inquadramento topografico e cronologico, collana Modena dalle origini all’anno Mille. Studi di Archeologia e Storia, vol.1, 1988, pp. 366-376.
- L. Rebaudo, I "Niobidi del trono di Zeus" alla luce del rilievo modenese, collana Modena dalle origini all’anno Mille. Studi di Archeologia e Storia, vol.1, 1988, pp. 388-399.