Da oggi, martedì 27 dicembre 2011, non contribuisco più al progetto di Teknopedia (con ciò non voglio dire che non parteciperò al Bar, qualora si presentasse la necessità) per i seguenti motivi:
- Da diversi anni a questa parte molti utenti si sono dati alla militanza, diventando così delle ancelle della propria ideologia. Costoro minano costantemente alla neutralità delle voci (anche nella versione inglese) e non lo fanno per difendere i propri ideali come spesso asseriscono, bensì perché il loro unico scopo è quello di dire al lettore cosa deve pensare. Il loro punto di vista è l'unico che deve trionfare all'interno della voce. Questo atteggiamento lo si intuisce dalle scorrettezze continue (esempio: utenti specializzati in un certo argomento che "dimenticano" le opinioni che a loro non piacciono, tanto da inventarsi durante le discussioni con altri utenti che non c'è pluralismo tra gli esperti) e dal disprezzo (o la paura?) verso le idee che loro non condividono. Una persona con un minimo di onestà e di competenza, oltre a non difendere a spada tratta pseudoragionamenti che si confutano da soli (eh sì, purtroppo c'è chi difende opinioni valide a metà '500, come la non-sfericità della Terra, ma c'è anche chi non riesce ad accettare che delle sparate giornalistiche siano solo pseudoscienza o pseudofilosofia o pseudostoria o pseudostatistica), riporterebbe le opinioni di tutti gli esperti, non solo quelli che più gli piacciono. La verità è che Teknopedia è diventata un covo di anti-tutto che si fanno la guerra tra di loro: abbattere le idee degli altri per far così trionfare la propria non è segno né di civiltà né di democrazia. Significa solo che Teknopedia è tartassata da dei parassiti. Parassiti che si illudono di essere dei guerrieri al servizio della verità, ma che sono solo delle ancelle della propria ideologia.
- Riguardo allo "sciopero" del 4 ottobre 2011, nessuno mette in dubbio che il comma 29 del DDL sulle intercettazioni del 2011 crei serie problematiche di natura tecnica (sarebbe molto difficile mantenere la verificabilità dei contenuti, nel caso in cui qualcuno abusi di tale legge), che impedirebbero agli utenti di modificare la pagina secondo i criteri di Teknopedia. Nessuno mette in dubbio che la comunità dovesse prendere provvedimenti anche drastici. Tuttavia la decisione di sospendere completamente l'accesso a tutte le voci di Teknopedia (azione che è stata definita "sciopero", come se dei volontari scioperassero) è stata presa da poche decine di utenti che hanno preferito non inserire alcun banner al fine di informare altri utenti. Costoro accusano chi non ha partecipato alla discussione affermando che era loro dovere partecipare. In realtà, nessuno credeva anche solo lontanamente che al Bar, dove si è svolta la votazione, potesse esistere anche solo una discussione del genere, di una portata "epocale". Trattare tale discussione come se fosse una delle tante, è assolutamente inaudito e contrario al buon senso. Come tutti si arrabbiano quando un referendum non viene pubblicizzato, al fine di ottenere ciò che il Governo vuole, così noi utenti, dopo anni di contributi, siamo delusi, in quanto ci sentiamo scavalcati. Una decisione del genere non doveva essere presa come se fosse una decisione qualunque. Altra cosa: si dice che c'erano già discussioni antecedenti, ma in nessuna di esse si parlava di chiusura del sito (e, anche se fosse, nessuno poteva immaginare che, dall'oggi al domani, tale discussione sarebbe tornata e si sarebbe conclusa in poche ore). Durante la "votazione", a cui hanno partecipato quasi solo gli amministratori (che, come ribadiscono spesso, non sono sopra al di sopra gli altri), i criteri da approvare erano vaghi. Sebbene quasi tutti, giustamente, erano d'accordo sul fatto che bisognasse "protestare", alcuni di loro non volevano chiudere Wiki, altri volevano chiudere per solo 24 ore. Si è deciso, alla fine, di chiudere Wiki totalmente a tempo indeterminato, come le fazioni più agitate chiedevano. Possiamo essere sicuri che chi si è detto favorevole alla protesta lo sia anche per le modalità successive? Il comunicato del 4 ottobre con cui è stato annunciato lo sciopero ha provocato l'idea comune che il Governo stesse chiudendo direttamente e volontariamente Teknopedia. Ribadire l'assoluta apoliticità di Wiki, la sua volontà di non schierarsi politicamente e scrivere che gli utenti non credono che il comma 29 voglia espressamente distruggere Wiki (che sia vero o no), come inteso dai più, avrebbe certamente contenuto il polverone politico, oltre ad essere dovuto, visto che Wiki è un'enciclopedia che non vuole fare politica. Il comunicato, inoltre, anche per una maggiore chiarezza, avrebbe dovuto specificare che il comma 29 sarebbe stato aggiunto all'articolo 8 della legge dell'8 febbraio 1948, in cui si stabilisce che i giornali hanno l'obbligo di rettifica. Col comma 29 si voleva, semplicemente, estendere tale legge anche ai siti Internet. Certo, tale comma non ha tenuto conto di mille cose, come delle esigenze degli internauti e di molti siti Internet (Wiki compresa), però, durante la spiegazione del comma, la legge del 1948 andava perlomeno menzionata, anche per non dare l'impressione che il Governo volesse tutto d'un tratto distruggere la libertà di parola (non è compito di Teknopedia dare impressioni del genere: vanno, semplicemente, riportati i fatti nel modo più imparziale possibile). Inevitabile, a questo punto, il sospetto che dietro il provvedimento ci sia, tra le altre cose (più o meno legittime), la volontà di alcuni utenti di portare avanti la propria battaglia ideologica contro il Governo e di utilizzare Teknopedia come arma (a proposito di parassiti...). Bisogna prendere atto, infine, del fatto che se tale DDL fa un po' paura agli utenti è anche (non solo) perché non abbiamo trovato ancora un sistema che possa garantire l'assoluta imparzialità, pacatezza e accuratezza dei contenuti, come altre enciclopedie hanno fatto. Ciò eviterebbe sicuramente un gran numero di rettifiche (che, se qualcuno viene realmente diffamato, per me, hanno diritto di esistere), oltre ad impedire una fuga di massa da un'enciclopedia libera, ma spesso troppo condizionata da chi vorrebbe che il proprio pensiero avesse risalto rispetto a tutti gli altri.
- Ogni anno Teknopedia chiede una maggior somma di denaro ai suoi contribuenti. Eppure, fino al 2010, tale somma era piuttosto contenuta rispetto alle richieste attuali. Ciò è dovuto al fatto che fino al 2010 Teknopedia, libera, imparziale e perfetta, traeva risorse di denaro dalla Bomis, azienda (ora chiusa) del nostro Jimmy Wales, che trattava materiale pornografico. Teknopedia viveva così anche grazie all'industria del porno. E, difatti, Teknopedia fino al 2010 non faceva praticamente nulla per tutelare la sensibilità dei lettori, a parte mettere un banner alto mezzo centimetro sopra una pagina che trattava di pornografia o di sessualità (inutile dire che tale bannerino non era in grado di "coprire" o di distogliere l'attenzione dall'immagine pornografica che compariva in alto a destra della pagina stessa). Infatti, WikiCommons è piena zeppa di immagini o video che andrebbero vietati ai minori di 18 anni. La gente ha potuto caricarli come niente, senza alcun tipo di censura, se non quella relativa al copyright. E Wiki non ha fatto nulla per impedire ad un dodicenne di poter visualizzare tali contenuti. Ciò ha a che fare con la Bomis-dipendenza?
- Per tutti questi motivi, Teknopedia non è un'enciclopedia. Anzi, è solo una parodia di un'enciclopedia. Certamente, essa può essere utile per quelle voci che riguardano cantanti o serie televisive, ma non è in grado di trattare quegli argomenti in cui ci vorrebbe un po' di buon senso. E mi spiace per tutti coloro che per questo progetto si impegnano e che portano avanti i propri edit con onestà.
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