Lo tsukumogami (付喪神? lett. "Kami degli oggetti") è un tipo di yōkai Giapponese[1] che raggiunse la sua massima popolarità alla fine del X secolo[2], usato nella diffusione del buddhismo shingon[2]. Attualmente, il termine è in genere applicato nel folklore a qualsiasi oggetto che abbia raggiunto il centesimo compleanno e così sia divenuto vivo e senziente[3][4][5]. Tuttavia poiché l'espressione è stata attribuita a parecchi differenti concetti nella mitologia nipponica, c'è una certa confusione su ciò che essa significhi realmente[5][6].
Tsukumogami nel folclore giapponese
[modifica | modifica wikitesto]Tsukumogami fu il nome di un barattolo da tè animato che Matsunaga Hisahide avrebbe usato per negoziare la pace con Oda Nobunaga.[7]
Come per molti concetti del folclore giapponese ci sono diversi "strati" di definizioni utilizzate quando si parla di Tsukumogami.[3] Per esempio, dal X secolo, i miti sugli Tsukumogami furono usati per incrementare la diffusione delle “dottrine del Buddhismo Shingon Esoterico ad un pubblico vario, dai colti ai meno sofisticati, valorizzando le preesistenti credenze spirituali nello Tsukumogami.”[8] Tali “preesistenti credenze spirituali” erano, come spiega Noriko Reider:
«Gli Tsukumogami sono oggetti di uso domestico animati. Una otogizōshi (“storia in compagnia”) intitolataTsukumogami ki (“Raccolta di Kami degli oggetti”; del periodo Muromachi) spiega che dopo una vita di servizio durata quasi cento anni, gli utsuwamono o kibutsu (contenitori, attrezzi e strumenti vari) ricevono un'anima. Mentre si fa spesso riferimento a quest'opera come un'importante fonte per la definizione di tsukumogami, insufficiente attenzione è stata dedicata all'effettivo testo di Tsukumogami ki.»
Dal XX secolo gli Tsukumogami sono entrati nella cultura popolare giapponese a tal punto che i residui di insegnamenti buddhisti ancora presenti in essi sono definitivamente andati persi[9]. Oggigiorno quindi si pensa che, in generale, gli Tsukumogami sarebbero innocui ed al massimo tenderebbero a giocare scherzi occasionali, anche se sarebbero rancorosi e capaci di unirsi per vendicarsi di coloro che li gettarono via sconsideratamente credendoli inutili. Per evitare ciò, in alcuni santuari scintoisti si officiano cerimonie apposite per consolare oggetti rotti ed inutilizzabili.[senza fonte]
Tipi di Tsukumogami
[modifica | modifica wikitesto]- Abumi-guchi – Una creatura pelosa formata dalla staffa di una montatura di un comandante militare.
- Bakezōri – Uno zōri (tradizionali sandali di paglia) posseduto.
- Biwa-bokuboku – Un Biwa animato.
- Boroboroton – Un Futon posseduto.
- Chōchinobake – Una lanterna animata, anche conosciuta come Burabura.
- Ittan-momen – Un rotolo di cotone.
- Jatai – Stoffe drappeggiate con paraventi pieghevoli.
- Kameosa – Un otre posseduto.
- Karakasa – Un ombrello di carta animato. Anche conosciuto come Kasa-obake.
- Kosode-no-te – Un kimono posseduto.
- Koto-furunushi – Un koto animato.
- Kurayarō – Una sella animata.
- Kyōrinrin – Fogli e pergamene posseduti.
- Menreiki – Una creatura spirituale composta da 66 maschere.
- Minowaraji- Un mantello di paglia animato.
- Morinji-no-okama – Una teiera posseduta. Un altro nome è Zenfushō
- Shamichoro – Uno shamisen animato.
- Shirouneri – Una zanzariera animata.
- Shōgorō – Un gong animato.
- Ungaikyō – Uno specchio posseduto.
- Yamaoroshi – Una grattugia posseduta.
- Zorigami – Un orologio animato.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Classiques de l'Orient, 1921, p. 193.
- ^ a b Reider, 2005, p. 207.
- ^ a b Classiques de l'Orient, 1921, p. 194.
- ^ Foster, 2009, p. 7.
- ^ a b Motokiyo, 1921, p. 195.
- ^ Classiques de l'Orient, 1929, p. 194.
- ^ Elison and Bardwell, 1987, p. 213.
- ^ Reider, 2005, pp. 207-08.
- ^ (FR) Leilani Guo, Baka Histoire: le détournement de la mythologie japonaise dans les films, comices et nasties vidéo, in Gaijin Culture., Kagoshima, Nishinoomote News Press, 1984, p. 324.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) Classiques de l'Orient, vol. 5, 1921.
- (EN) George Elison e L. Bardwell Smith, Warlords, artists, & commoners: Japan in the sixteenth century, University of Hawaii Press, 1987.
- (EN) Michael Dylan Foster, Pandemonium and parade: Japanese monsters and the culture of yōkai, University of California Press, 2009.
- (FR) Kwanze Motokiyo, Cinq nô: drames lyriques japonais, Bossard, 1921.
- (EN) Noriko T. Reider, Animating Objects: Tsukumogami ki and the Medieval Illustration of Shingon Truth, in Asian Folklore Studies, vol. 64, 2005.
- (JA) Adam Kabat, “Mono” no obake: Kinsei no tsukumogami sekai, 2000.
- (JA) Mariko Kakehi, Tsukumogami emaki no shohon ni tsuite, Hakubutsukan dayori, 1989.
- (EN) Donald Keene, Seeds in the Heart: Japanese Literature from Earliest Times to the Late Sixteenth Century, New York, Henry Holt & Co, 1993.
- (EN) Elizabeth Lillehoj, Transfiguration: Man-made Objects as Demons in Japanese Scrolls, in Asian Folklore Studies, vol. 54, 1995, pp. 7–34.
- (EN) National Geographic, National Geographic Essential Visual History of World Mythology, National Geographic Society (USA), 2008.
- (JA) Hōsei Shibata, Tsukumogami kaidai, in Kyoto Daigaku-zō Muromachi monogatari, vol. 10, Kyoto, Rinsen Shoten, 2001, pp. 392–400.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Yūrei
- Oni (folclore)
- Dokkaebi (creatura simile nella cultura coreana)
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Tsukumogami