Con il termine sanscrito Triratna (Tre Gioielli; pāli tiratana; thai ไตรรัตน์ trairat; singalese තෙරුවන් teruwan; cinese 三寶 sānbăo; giapponese sanbō; vietnamita tam bảo; coreano 삼보 sambo; mongolo ɣurban erdeni; tibetano dkon mchog gsum) nel Buddismo si intendono il Buddha, il Dharma e il Saṃgha, talora indicati anche come Triplice Gemma o Triplice Rifugio o Tre Tesori.
I Tre Gioielli sono gli elementi a cui ricorrono per trovare rifugio i buddisti, che li considerano le principali guide spirituali, ed hanno il seguente significato:
- dal Sanscrito e dal Pali: L'Illuminato o Il Risvegliato; (CH) : 佛陀, Fótuó, (JA) : 仏, Butsu, (Tib): sangs-rgyas, (Mong): burqan
- può essere riferito alla persona del Buddha (Sakyamuni) o alla sua natura o alla più alta potenziale spiritualità presente in tutti gli esseri umani
- Sanscrito: L'Insegnamento; Pali: Dhamma, (CH): 法, Fǎ, (JA): Hō, (Tib): chos, (Mong): nom
- gli Insegnamenti del Buddha
- Sanscrito, Pali: La Comunità; (CH): 僧, Sēng, (JA): Sō, (Tib): dge-'dun, (Mong): quvaraɣ
- La comunità di quanti hanno ottenuto l'Illuminazione, può anche riferirsi, in senso più ampio, alla comunità di quanti praticano il Buddismo.[1]
Prendere rifugio
[modifica | modifica wikitesto]La formula con cui si prende rifugio nei Tre Gioielli viene recitata in gruppo in tutte le feste e cerimonie buddiste, e la sua triplice recitazione individuale, usualmente davanti alla comunità e a dei monaci, viene considerata la formale entrata del recitante nella comunità dei laici e delle laiche buddiste, upāsaka e upāsikā.
In Pāli questa recitazione cantata, nota come Vandana Tisarana viene così scandita:
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Alla prima recitazione segue una seconda in cui si antepone a ciascuna strofa la parola dutiyampi, "per la seconda volta", e infine una terza in cui si antepone a ciascuna strofa la parola tatiyampi, "per la terza volta".
In Estremo Oriente, parallelamente alla versione in Pāli, vengono anche utilizzate versioni in lingua locale, basate sul testo in cinese classico:
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In tibetano:
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Basi scritturali
[modifica | modifica wikitesto]Il Triratna viene trattato nel Discorso dei gioielli (Ratanasutta), "Cūḷavagga" 13, 2.1., del Suttanipāta. Viene citato nel Jātakamālā, nella "Storia della Tigre" e nel Mahaparinibbana Sutta.
Arte
[modifica | modifica wikitesto]La raffigurazione del Triratna con un tridente (sanscrito: trishūla) compare almeno dal II secolo a.C. nei fregi dello stupa di Sanchi e in varie monete diffuse nell'India settentrionale.
Dal primo secolo d.C., compare nelle rappresentazioni aniconiche del Buddha Śakyamuni (il "Trono", l'"Impronta del piede"), spesso sovrapposto a una ruota, il dharmachakra.
Sul portale dello stupa di Sanchi, costruito verso il primo secolo d.C., è rappresentato come nella sottostante fotografia.
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Triratna sul verso di una moneta indo-scita del re Azes II (regnante circa 35-12 BCE).
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Hanh, Thich Nhat, Old Path White Clouds: walking in the footsteps of the Buddha, Parallax Press, 1991, ISBN 0-938077-26-0.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Triratna, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.