Palazzo Bartolini-Torrigiani | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Località | Firenze |
Indirizzo | via Porta Rossa 19 e via delle Terme 16 |
Coordinate | 43°46′12.61″N 11°15′07.3″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | XII secolo (torre) - XVI secolo (palazzo) |
Palazzo Bartolini-Torrigiani è un palazzo del centro storico di Firenze, situato tra via Porta Rossa 19 e, come affaccio posteriore, via delle Terme 16. Ingloba l'antica torre dei Monaldi[1], detta anche La Rognosa, una delle più alte e meglio conservate della città; è inoltre unito negli interni all'adiacente palazzo Altoviti (n. 17). Oggi è sede, dalla prima metà dell'Ottocento, dell'Hotel Porta Rossa, uno dei più antichi alberghi ancora attivi in città.
Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'edificio sorge su antiche preesistenze, pervenute ai Bartolini tra il 1350 circa e il 1516 nell'ambito di una campagna di acquisti promossa da questa famiglia a interessare una vasta area compresa tra via delle Terme, Porta Rossa e piazza Santa Trinita, e iniziata presumibilmente proprio da questa porzione.
Più in particolare l'attuale fabbrica ingloba una antica torre dei Monaldi (XIII secolo), detta la Rognosa (questo nome forse deriva dalle "rogne" che la famiglia riuscì a mettere su per evitare che la torre venisse scapitozzata, nonostante fosse più alta di quanto consentito), e varie case e botteghe, in origine dei Monaldi, dei Del Bene, dei Soldanieri e dei d'Aringo, tra cui una "Locanda di Porta Rossa" esistente almeno dal Trecento[2]. Il palazzo odierno fu rimaneggiato da Baccio d'Agnolo per gli stessi Bartolini, ma già Walther Limburger sottolineava come l'attribuzione poggiasse genericamente sulla constatazione della presenza dell'architetto nel cantiere del vicino palazzo Bartolini Salimbeni e della comune proprietà degli edifici, più che su precise qualità stilistiche. Tuttavia il linguaggio 'neomedievalista', specialmente con gli sporti in pietra in facciata, che informa il palazzo bene si presta a quest'attribuzione (Trotta 1992).
Acquistato dai Dati nel 1555, il palazzo passò nel 1559 ai Torrigiani. Quindi fu ristrutturato internamente tra Cinquecento e Seicento e abbellito di preziose suppellettili. Nel primo Settecento Tommaso Gherardini affrescò una sala con Mosè salvato dalle acque.
Per quanto riguarda la porzione di palazzo Altoviti, l'attuale fabbrica, pur mostrando un fronte dal carattere seicentesco (comunque oltremodo semplice), incorpora antiche case, le principali delle quali erano, nel Trecento, degli Arnoldi e dei Monaldi. Quella degli Arnoldi fu comprata nel 1493 dagli Altoviti e, un secolo dopo, questa stessa famiglia entrò in possesso anche dell'altra, nel frattempo passata ai Bartolini e ai Ricci.
Nella prima metà dell'Ottocento il complesso, già unificato, fu dato in affitto come albergo, tradizione poi portata avanti fino ai giorni nostri (come Hotel Porta Rossa, dal 2010 condotto dalla società NH Hoteles). Tra i personaggi illustri che il libro dei soci del Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux registra come qui alloggiati nella prima metà del XIX secolo si ricordano lo storico tedesco Georg Gottfried Gervinus, il poeta e musicista Frederick Tennyson (fratello del poeta Alfred) e, nel 1836, l'architetto e storico francese Eugène Viollet-le-Duc; inoltre vi risiedettero Stendhal, Byron, Lamartine, Massimo d'Azeglio (verso il 1846), Teresa di Lisieux (nel 1887, di ritorno da Roma)[3], Eugenio Montale e Alberto Moravia. Nel 1975 Mario Monicelli vi girò una scena del film Amici miei, quella in cui il conte Mascetti (Ugo Tognazzi) scopre l'amante adolescente "Titti" (Silvia Dionisio) a letto con un'altra donna, e il palazzo fu set anche per Dario Argento (La sindrome di Stendhal, 1996) e Philip Haas (Una notte per decidere, 2000).
Il complesso fu interessato da un esteso cantiere di restauro negli anni ottanta del Novecento, su progetto dell'architetto Nino Jodice, al quale sono seguiti gli interventi condotti dal 2008 al 2010 che hanno portato all'ulteriore e pieno recupero dell'edificio e delle sue pertinenze.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Su via Porta Rossa il corpo centrale in aggetto, con cinque assi di finestre centinate e inquadrate da diafane ghiere di conci lisci, è risaltato rispetto alle strette ali laterali, con l'addizione delle quali sono condotte globalmente a nove gli assi di facciata. Una serie di finestrelle rettangolari sottotetto ed alcuni occhi circolari nelle ali e al di sotto degli archetti degli sporti concludono questo interessante esempio di architettura 'canonica' primo cinquecentesca[4]. Si notino, sulle mensole in pietra degli sporti che sorreggono il corpo centrale della fabbrica, i papaveri araldici in riferimento alla famiglia proprietaria.
Notevole il cortile coperto, con raffinati capitelli, oggi hall dell'hotel, decorata dalle vetrate in stile neorinascimentale realizzate attorno al 1900 dallo stabilimento di Ulisse De Matteis[5].
Nella torre, che non è visibile dall'ingresso del palazzo ma solo alluntanandosi lungo via Porta Rossa, è stata ricavata una suite alberghiera su tre livelli, con soggiorno panoramico a 360° nel sottotetto. Forse in antico, al posto del un tetto spiovente, qui si trovava un ballatoio difensivo con merlatura guelfa.
Su via delle Terme il fronte si presenta con una facciata oltremodo semplice, intonacata, con finestre distribuite per undici assi complessivi su tre piani (quattro nel lato verso piazza Santa Trinita). Nella porzione "Altoviti" lo sviluppo complessivo della facciata è di dieci assi per tre piani, ma con varie finestre fuori asse, a documentare dell'antica storia e delle molte trasformazioni alle quali l'edificio è stato sottoposto nel tempo. Sulla destra della facciata è un tabernacolo con edicola tardocinquecentesca contenente una tela raffigurante la Crocifissione tra i santi Nicola di Bari e Romualdo (o Benedetto), dipinta da Giovanni Battista Naldini e restaurata nel 1994 da Gioia Germani per interessamento di Elisa Leoni e Claudia Passerin d'Entrèves; esiste un tabernacolo dello stesso autore e molto simile anche in via dei Corsi, sul fianco della chiesa di San Gaetano. In prossimità di quest'opera è, in alto, uno scudo con l'arme degli Altoviti (di nero, al lupo rapace d'argento), ancora ben leggibile nonostante la perdita della parte alta della figura (quello che si vede è una copia moderna, l'originale è dentro al palazzo). Al terreno sono resti dell'antica costruzione in pietra forte.
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L'ex-cortile, oggi hall dell'albergo
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Una delle mensole con l'emblema dei Bartolini
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Presentazione - La Torre Monalda detta "La Rognosa" nell'Hotel Porta Rossa di Firenze, su torreportarossa.info. URL consultato il 7 novembre 2007 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2018).
- ^ Quartiere di Porta Rossa, su quartiereportarossa.info. URL consultato il 7 novembre 2007 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2008).
- ^ Bargellini-Guarnieri 1977-1978.
- ^ Trotta 1992.
- ^ Le vetrate di De Matteis nell'Hotel Porta Rossa di Firenze, su vetrateportarossa.info. URL consultato il 7 novembre 2007 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2008).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Federico Fantozzi, Pianta geometrica della città di Firenze alla proporzione di 1 a 4500 levata dal vero e corredata di storiche annotazioni, Firenze, Galileiana, 1843, pp. 56-57, n. 105.
- L’illustratore fiorentino. Calendario storico per l’anno ..., a cura di Guido Carocci, Firenze, Tipografia Domenicana, 1880, pp. 47-51.
- Carl von Stegmann, Heinrich von Geymüller, Die Architektur der Renaissance in Toscana: dargestellt in den hervorragendsten Kirchen, Palästen, Villen und Monumenten, 11 voll., München, Bruckmann, 1885-1908, VII, p. 9.
- Guido Carocci, Firenze scomparsa. Ricordi storico-artistici, Firenze, Galletti e Cocci, 1897, p. 41.
- Ministero della Pubblica Istruzione (Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti), Elenco degli Edifizi Monumentali in Italia, Roma, Tipografia ditta Ludovico Cecchini, 1902, p. 256.
- Guido Carocci, I Tabernacoli di Firenze, in "Arte e Storia", XXIV, 1905, 11/12, pp. 87-89.
- Walther Limburger, Die Gebäude von Florenz: Architekten, Strassen und Plätze in alphabetischen Verzeichnissen, Lipsia, F.A. Brockhaus, 1910, n. 581.
- L’illustratore fiorentino. Calendario storico per l’anno ..., a cura di Guido Carocci, Firenze, Tipografia Domenicana, (1911) 1910, pp. 52-53.
- Augusto Garneri, Firenze e dintorni: in giro con un artista. Guida ricordo pratica storica critica, Torino et alt., Paravia & C., s.d. ma 1924, p. 84, n. XLVIII.
- Walther Limburger, Le costruzioni di Firenze, traduzione, aggiornamenti bibliografici e storici a cura di Mazzino Fossi, Firenze, Soprintendenza ai Monumenti di Firenze, 1968 (dattiloscritto presso la Biblioteca della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di Firenze Pistoia e Prato, 4/166), n. 581.
- I Palazzi fiorentini. Quartiere di San Giovanni, introduzione di Piero Bargellini, schede dei palazzi di Marcello Jacorossi, Firenze, Comitato per l’Estetica Cittadina, 1972, p. 69, n. 114; p. 68, n. 115.
- Touring Club Italiano, Firenze e dintorni, Milano, Touring Editore, 1974, pp. 301-302.
- Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, III, 1978, p. 171.
- Roberta Lapucci, Il Palazzo Bartolini Torrigiani: dalla Locanda del Cammello all'Albergo Porta Rossa, in "bA. Bimestrale di architettura ed economia edillizia", III, 1986, 16, pp. 9-13.
- Roberta Lapucci, Il palazzo Bartolini Torrigiani, Firenze, edizione dell'Albergo Porta Rossa, 1986.
- Giampaolo Trotta, Gli antichi chiassi tra Ponte Vecchio e Santa Trinita. Storia del rione dei Santi Apostoli, dai primi insediamenti romani alle costruzioni postbelliche, Firenze, Messaggerie Toscane, 1992, pp. 23, 32-33, 36;
- Piero Degl'Innocenti, Ricordo di Nino Jodice, in "bA. Bollettino Architetti", XV, 1998, 84, pp. 7-11.
- Bruno Santi, Tabernacolo a Firenze: i restauri (1991-2001), Firenze, Loggia de’ Lanzi per l’Associazione Amici dei Musei fiorentini, Comitato per il decoro e il restauro dei tabernacoli, 2002, pp. 116-117.
- Antonio Ugolini, Le vetrate artistiche a Firenze fra Ottocento e Novecento. Guida e itinerari, Edifir, 2002, p. 31.
- Lara Mercanti, Giovanni Straffi, Le torri di Firenze e del suo territorio, Firenze, Alinea, 2003, pp. 126-129.
- Franco Cesati, Le strade di Firenze. Storia, aneddoti, arte, segreti e curiosità della città più affascinante del mondo attraverso 2400 vie, piazze e canti, 2 voll., Roma, Newton & Compton editori, 2005, II, p. 507.
- Touring Club Italiano, Firenze e provincia, Milano, Touring Editore, 2005, p. 248.
- Fortunato Grimaldi, Le "case-torri" di Firenze, Firenze, Edizioni Tassinari, 2005.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Bartolini-Torrigiani
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Claudio Paolini, schede nel Repertorio delle architetture civili di Firenze di Palazzo Spinelli (testi concessi in GFDL).