The Unquestionable Truth (Part 1) album in studio | |
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Artista | Limp Bizkit |
Pubblicazione | 2 maggio 2005 |
Durata | 29:43 |
Dischi | 1 |
Tracce | 7 |
Genere | Alternative metal Rap metal Nu metal |
Etichetta | Flip/Geffen |
Produttore | Ross Robinson |
Registrazione | ottobre 2004-febbraio 2005 |
Limp Bizkit - cronologia | |
Singoli | |
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The Unquestionable Truth (Part 1) è il quinto album in studio del gruppo musicale statunitense Limp Bizkit, pubblicato il 2 maggio 2005 dalla Flip Records e dalla Geffen Records.
Antefatti
[modifica | modifica wikitesto]Nell'ottobre del 2001 i Limp Bizkit si erano temporaneamente separati dal chitarrista Wes Borland, annunciandolo anche sul sito ufficiale.[1] Due anni dopo il gruppo registrò e pubblicò l'album Results May Vary, col chitarrista Mike Smith, già membro temporaneo degli Snot.[2] Nel 2004 il gruppo licenziò Smith, si riunì con Borland e annunciò la lavorazione dell'album The Unquestionable Truth (Part 1), pubblicato un anno dopo.
Pubblicazione
[modifica | modifica wikitesto]The Unquestionable Truth (Part 1) fu pubblicato in veste di disco underground, senza alcuna forma di pubblicizzazione.[3][4] Wes Borland non condivise la decisione del gruppo, considerandola un danno d'immagine.[4] L'album vendette 37,000 copie nella prima settimana negli Stati Uniti, raggiungendo il numero 24 della classifica Billboard 200.[5][6]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il disco fu inciso dal gruppo di Jacksonville dopo il ritorno del chitarrista Wes Borland, avvenuto nel 2004. Venne registrato a Praga tra ottobre 2004 e febbraio 2005. Le tematiche del disco presentano notevoli differenze con quelle trattate negli altri lavori, infatti i testi di Fred Durst sono molto seri e caratterizzati da sfumature politiche, inoltre all'epoca molti fan e critici accusarono Durst di imitare lo stile di Zack De La Rocha, rapper dei Rage Against the Machine, gruppo che Durst ha effettivamente dichiarato più volte di apprezzare. I temi trattati includono la propaganda, la pedofilia nella Chiesa cattolica, il terrorismo e la povertà. Anche lo stile sonoro del gruppo in questo lavoro si evolve, assumendo connotazioni oscure e sinistre. DJ Lethal, turntablist del quintetto, collaborò attivamente soltanto nel brano The Key, partecipando al resto dell'album solamente con effetti ambientali di sottofondo (vedi ad esempio la parte finale di The Priest o The Surrender), mentre il batterista John Otto lavorò unicamente in The Channel, infatti nelle altre tracce la batteria è suonata da Sammy Siegler, membro dei Glassjaw.
Accoglienza
[modifica | modifica wikitesto]L'album ricevette critiche miste. L'autore di AllMusic Stephen Thomas Erlewine disse che la musica del disco è "in direzione giusta – ha sonorità più ambiziose, aggressive e drammatiche, incentrate su versi potenti e cori altalenanti." Tuttavia il critico accusò il gruppo di aver contato troppo sul cantante Fred Durst, considerato "il frontman meno simpatico e più strampalato del rock."[7] Nel suo libro The Essential Rock Discography, Martin Charles Strong diede all'album 5 stelle su 10.[8]
Tracce
[modifica | modifica wikitesto]Testi di Fred Durst.
- The Propaganda – 5:16
- The Truth – 5:29
- The Priest – 4:58
- The Key – 1:25
- The Channel – 4:41
- The Story – 3:56
- The Surrender – 3:58
Formazione
[modifica | modifica wikitesto]- Gruppo
- Fred Durst - voce
- Wes Borland - chitarra
- Sam Rivers - basso
- John Otto - batteria
- DJ Lethal - giradischi
- Altri musicisti
- Sammy Siegler - batteria
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Borland bids adieu to Bizkit, in CMJ New Music Report, vol. 69, n. 737, CMJ Network, 29 ottobre 2001, p. 6.
- ^ D'Angelo, Joe, Wes Borland Back With Limp Bizkit, su mtv.com, MTV News, 16 agosto 2004. URL consultato il 17 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2012).
- ^ Cris Harris, Music Ruined Wes Borland's Life, So He's Formed A New Band [collegamento interrotto], in VH1, Viacom, 18 novembre 2005.
- ^ a b Cris Harris, Bye Bye Bizkit? Wes Borland Says Limp Are Pretty Much Done, MTV Networks, 17 marzo 2006. URL consultato il 9 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 30 ottobre 2013).
- ^ Corey Moss, Limp Bizkit: What Happened?, su mtv.com, MTV News. URL consultato il 14 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2005).
- ^ Limp Bizkit – Charts & Awards, su allmusic.com, Allmusic. URL consultato il 14 dicembre 2011.
- ^ [1]
- ^ Martin Charles Strong, Limp Bizkit, in The Essential Rock Discography, 8th, Open City Books, 2006, p. 638, ISBN 1-84195-860-3.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Stephen Thomas Erlewine, The Unquestionable Truth, su AllMusic, All Media Network.
- (EN) The Unquestionable Truth, su Discogs, Zink Media.
- (EN) The Unquestionable Truth, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.