Tettio Giuliano | |
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Console suffetto dell'Impero romano | |
Nascita | 45 circa |
Morte | dopo l'88 |
Tribuno militare | 81 nella guardia pretoriana |
Pretura | 70 |
Legatus legionis | 68-69 della Legio VII Claudia |
Consolato | 83 |
Legatus Augusti pro praetore | 83 in Mesia inferiore |
Tettio Giuliano | |
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Nascita | 45 circa |
Morte | dopo l'88 |
Religione | Religione romana |
Dati militari | |
Paese servito | Impero romano |
Forza armata | Esercito romano |
Unità | Guardia pretoriana (81-83) |
Anni di servizio | prima del 68-88 |
Grado | Dux, Legatus |
Guerre | Guerre romano-germaniche |
Campagne | |
Battaglie | Battaglia di Tape (88) |
Comandante di |
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Lucio Tettio Giuliano (latino: Lucius Tettius Iulianus; 45 circa – dopo l'88) è stato un politico e generale romano, all'epoca di Domiziano. Era fratello di Caio Tettio Africano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Tettio Giuliano fu molto legato agli ambienti militari, poiché già nel 68-69 era comandante della legio VII Claudia. Nel 70, quand'era pretore, Licinio Muciano riuscì a convincere il Senato Romano a poter presiedere la prima seduta, togliendo così l'onore a Giuliano.
Nell'81 servì nella guardia pretoriana per poi essere inviato in Numidia[1]. Nell'83 divenne console suffectus[2] e nell'88 venne nominato legato della Mesia inferiore, dove acquisì una grande esperienza sul limes danubiano. Oltre al suo passato nella legio VII Claudia, Giuliano contribuì a prevenire un'invasione dei vicini Roxolani.
Disciplinato ed impetuoso, a Giuliano l'imperatore Domiziano affidò il comando di una nuova campagna militare contro i Daci di Decebalo. Egli utilizzando il castrum di Viminacium come suo quartier generale, riuscì a raggiungere Sarmizegetusa Regia, capitale di Decebalo, dopo aver sconfitto i Daci sia a Carnsebers, presso le Porte di Ferro, sia nella successiva e decisiva battaglia di Tape. La guerra, che si stava dimostrando molto favorevole a Roma, fu interrotta bruscamente a causa dello scoppio di una nuova guerra lungo il fronte del medio Danubio contro le popolazioni suebiche di Quadi e Marcomanni, fu conclusa frettolosamente con un trattato di pace poco favorevole a Roma, che salvò, ancora per un quindicennio, i Daci di Decebalo dalla possibile conquista romana, avvenuta sotto Traiano.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Dione, Storia romana, LVII, 6-10.
- Svetonio, Vite dei Cesari, Domiziano.
- Cornelio Tacito, Historiae I, 79, 5; II, 85, 2; IV, 39, 1; 40, 2.