Teodote (o Theodote o Theodota; ... – Pavia, ...; fl. VIII secolo) è stata una nobildonna romana, una giovane violata dal re longobardo Cuniperto (688-700).
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]La vicenda di Teodote è narrata da Paolo Diacono nella sua Historia Langobardorum[1]: secondo lo storico longobardo, Teodote, «puellam ex nobilissimo Romanorum genere ortam» ("fanciulla di nobilissima famiglia romana", cioè bizantina, probabilmente ravennate[2]), fu notata dalla moglie di Cuniperto, la regina Ermelinda, ai bagni di Pavia. Si trattava delle terme volute dal vescovo Damiano e che attestavano lo stile di vita "alla bizantina" della capitale del regno longobardo a fine VII secolo[2].
La bellezza di Teodote, elegante e ornata da lunghissimi capelli biondi, fu segnalata a Cuniperto dalla stessa regina. Il sovrano, che pure non aveva lasciato intendere di essere interessato alla fanciulla, organizzò immediatamente una battuta di caccia fuori città e ordinò a Ermelinda di prendervi parte; nottetempo, tuttavia, Cuniperto rientrò segretamente a Pavia, dove si congiunse con Teodote. La natura di questa unione non è chiara; mentre nella sua narrazione Paolo Diacono usa un neutro «cum ea concubit», nell'indice dei capitoli dello stesso libro V scrive, per il capitolo 37: «de stupro Theodotae». In seguito, comunque, Cuniperto collocò Teodote in un monastero pavese «quod de illius nomine appellatum est» ("che prese nome da lei")[1]: si trattava del monastero detto di Santa Maria alla Pusterla o di Santa Maria Teodote[2].
Teodote nelle arti
[modifica | modifica wikitesto]Di Teodote si è conservata l'epigrafe, sia pure in frammenti[2], ma la sua memoria è legata soprattutto agli splendidi plutei marmorei. Raffiguranti uno l'albero della vita tra grifoni e l'altro pavoni che bevono da una fonte sormontata dalla croce, sono tra i più alti esempi di scultura longobarda sopravvissuti fino a oggi.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]Fonti primarie
[modifica | modifica wikitesto]- (LA) Paolo Diacono, Historia Langobardorum, in Georg Waitz (a cura di), Monumenta Germaniae Historica, Hannover, 1878, Scriptores rerum Langobardicarum et Italicarum saec. VI–IX, 12–219. Trad .it: Paolo Diacono, Storia dei Longobardi, a cura di Lidia Capo, Milano, Lorenzo Valla/Mondadori, 1992, ISBN 88-04-33010-4. Testo disponibile su Wikisource.
Letteratura storiografica
[modifica | modifica wikitesto]- Lidia Capo, Commento, in Paolo Diacono, Storia dei Longobardi, Milano, Lorenzo Valla/Mondadori, 1992, ISBN 88-04-33010-4.