La crociata del 1197, nota anche come crociata di Enrico VI o crociata tedesca (in tedesco Deutscher Kreuzzug) fu una spedizione organizzata dall'imperatore Enrico VI contro il Sultanato ayyubide e che perseguiva lo scopo di riconquistare Gerusalemme. Tra le altre motivazioni, la campagna era stata anche pianificata per rimediare al fallimento del padre di Enrico, l'imperatore Federico Barbarossa, il quale morì nel 1190 mentre era in marcia con il suo esercito per partecipare alla terza crociata.
Anche Enrico VI perì ancor prima di arrivare in Terra santa, ma i tedeschi che approdarono a destinazione si distinsero ben presto per il loro atteggiamento bellicoso e la loro sete di conquista, suscitando il disappunto del re di Gerusalemme Enrico II di Champagne, che era consapevole dei fragili equilibri politici nella regione e desiderava preservarli. Alla morte di Enrico II, avvenuta nel settembre del 1197, mentre le operazioni militari erano ancora in corso, gli succedette Amalrico II di Lusignano. Malgrado fossero riusciti a riprendere il controllo di Beirut e di alcuni insediamenti costieri del Libano, i combattenti cristiani si impantanarono nell'assedio della fortezza di Toron. Nei primi mesi del 1198, i tedeschi raggiunsero Tiro e, appresa la notizia della morte di Enrico VI, fecero ritorno in patria. Con i musulmani fu dunque siglata una tregua che ricalcava i contenuti della pace di Ramla del 1192, stipulata tra Saladino e Riccardo I d'Inghilterra. Tuttavia, la sua validità avrebbe avuto effetto soltanto nel caso in cui non fosse giunto un nuovo sovrano di uno Stato europeo in Terra Santa.
Oltre alle modeste conquiste summenzionate, la crociata del 1197 ebbe una conseguenza di grande rilievo, ossia la fondazione dell'Ordine teutonico. L'influenza di tale ordine religioso cavalleresco crebbe in modo considerevole nei decenni successivi, raggiungendo il suo apice quando i suoi membri si concentrarono sulle crociate del Nord Europa.