«A temp score is like a hammer; in the hands of a builder it’s a tremendous tool, in the hands of a homicidal maniac it’s a weapon of mass destruction.»
«Una temp score è come un martello: nelle mani di un costruttore è uno strumento formidabile, nelle mani di un maniaco omicida diventa un'arma di distruzione di massa.»
Nella prassi cinematografica, con il termine temp track, abbreviazione dall'inglese temporary track, si intende una colonna sonora provvisoria, costituita da musica in genere non originale e preparata durante la fase di post-produzione del film, di norma prima del coinvolgimento di un compositore, oppure in combinazione con versioni che non sono passate ancora per l'orchestrazione definitiva o suonate col solo strumento usato per la composizione (pianoforte, chitarra ecc.).[1][2]
Detta anche temp score o temp music, la temp track è generalmente assemblata da un montatore del suono[3], che sincronizza musica tratta da repertori preesistenti (pop music, musica colta, musica per film, ecc.) e/o provini della colonna sonora ad un montaggio provvisorio del film.[4]
La temp track può avere diverse funzioni. Può fornire, ad esempio, un aiuto fondamentale durante la delicata fase di montaggio del film. Montare con o sulla musica può suggerire ai filmmaker soluzioni efficaci e talvolta inaspettate; può aiutarli a trovare il giusto ritmo di una sequenza; può essere indispensabile per organizzare quei momenti spettacolari e ricchi d’azione che senza l’aiuto del commento musicale risulterebbero incomprensibili. Persino durante le riprese del film, alcuni registi visionano i giornalieri, vale a dire il girato giornaliero grezzo, con l’accompagnamento di musica temporanea (è il caso, ad esempio, di Steven Spielberg).[5]
In qualche caso, la temp track permette al regista di trovare, tra le varie soluzioni musicali possibili, quelle che meglio si allineano con la sua visione artistica e stilistica[1], per poi comunicarle con chiarezza al compositore. In questo caso, diversi compositori considerano le temp track una risorsa importante. Così afferma Jerry Goldsmith[6]:
«I quite appreciate them. In many cases it tells me what not to do or it gives me a point of reference with the director so I can ask if that’s what they really mean or are they trying to say something else. Music is so abstract that to verbalize about music is really impossible — so it’s always a comparative process. I appreciate that, and I’ll ask a director to send me a cut of the film with the temp score.»
«Le apprezzo abbastanza. Di solito mi indicano cosa non devo fare o mi offrono un punto di riferimento per comunicare con il regista e capire ciò che vuole realmente o se sta cercando di dirmi qualcos'altro. La musica è così astratta che parlarne è quasi impossibile — dunque il processo è sempre di natura comparativa. È una cosa che apprezzo; per questo chiedo al regista di mandarmi un montaggio del film con una colonna sonora temporanea.»
Nei casi meno fortunati, il compositore vede nella temp track una sorta di camicia di forza che imbriglia la sua creatività e ne limita le possibilità artistiche. Sono questi i casi in cui il ricorso a role model preesistenti nella colonna sonora temporanea diventa uno strumento di controllo narrativo che il regista, attraverso il suo music editor di fiducia, esercita nei confronti del compositore. Quest’ultimo è qui ridotto a mero imitatore di linguaggi e soluzioni non sue. La deriva più estrema di questa tendenza si verifica quando il regista si innamora a tal punto della temp track da diventare sordo e insensibile a qualsiasi alternativa proposta dal compositore. La musica composta da Alex North per 2001: Odissea nello spazio è forse il caso più celebre di partitura originale interamente rigettata a favore della temp track[7].
Le tecnologie digitali hanno aumentato notevolmente la flessibilità con cui una temp track può essere prodotta e, di conseguenza, la loro influenza sui processi compositivi contemporanei[8]. Ad esempio, una temp track che individua con precisione in quali punti del film deve essere presente l'intervento della musica, annulla di fatto una delle funzioni principali dello spotting (la prima riunione creativa tra filmmaker e compositore)[8]. I commentatori più critici vedono nell’uso smodato e indiscriminato delle temp track un’influenza negativa sull’evoluzione della musica per il cinema[6][9]. Certamente chi prepara le temp track si fa garante di una stabilità del linguaggio musicale filmico, divenendo una figura attraverso cui si esercita concretamente la forte conservatività del cinema mainstream, la persistenza stilistica e la circolazione di formule e cliché, con cui il compositore dovrà confrontarsi[10].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b REALIZZARE UNA “TEMP TRACK” | mastersonicarts.uniroma2.it, su mastersonicarts.uniroma2.it. URL consultato il 3 agosto 2022.
- ^ Ritratto di Federico Fellini. URL consultato il 4 agosto 2022.«min 27:15»
- ^ CORSO PROFESSIONALE DI MONTATORE DEL SUONO -, su scuoledicinema.net. URL consultato il 4 agosto 2022.
- ^ (EN) Ronald H. Sadoff, The role of the music editor and the ‘temp track’ as blueprint for the score, source music, and scource music of films, in Popular Music, vol. 25, n. 2, 2006-05, pp. 165–183, DOI:10.1017/S0261143006000845. URL consultato il 3 agosto 2022.
- ^ Rayburn Wright, On the track : a guide to contemporary film scoring, 2nd ed, Routledge, 2004, p. 53, ISBN 0-203-64390-9, OCLC 58393960. URL consultato il 3 agosto 2022.
- ^ a b Rayburn Wright, On the track : a guide to contemporary film scoring, 2nd ed, Routledge, 2004, p. 49, ISBN 0-203-64390-9, OCLC 58393960. URL consultato il 3 agosto 2022.
- ^ Kathryn Marie Kalinak, Film music : a very short introduction, Oxford University Press, 2010, p. 105, ISBN 978-0-19-970797-3, OCLC 550612857. URL consultato il 3 agosto 2022.
- ^ a b Ilario Meandri, La fabbrica dei sogni : un'introduzione etnomusicologica al mainstream musicale hollywoodiano, Kaplan, 2012, p. 155, ISBN 978-88-89908-65-5, OCLC 815378467. URL consultato il 3 agosto 2022.
- ^ Tra questi commentatori c'è anche il music editor David Allan Carlin, che afferma: «I just think that temp tracks have really harmed the evolution of film scoring. [...] I still maintain that the difficulty is that the directors become so accustomed to the temp track that when you bring in the new material it’s the same as somebody changing the voice of one of their actors. And they can’t get past the adjustment to appreciate the originality of the music that you’re bringing in. And too many scores are getting thrown out and I think that the safe thing for composers to do is to go ahead then and sort of mimic the temp track».
- ^ Ilario Meandri, La fabbrica dei sogni : un'introduzione etnomusicologica al mainstream musicale hollywoodiano, Kaplan, 2012, p. 100, ISBN 978-88-89908-65-5, OCLC 815378467. URL consultato il 3 agosto 2022.