Tavolario era il nome che veniva dato a un corpo di tecnici (ingegneri e architetti), nominati dalla Città di Napoli ma dipendenti dal Sacro regio consiglio, che nel Regno di Napoli erano incaricati di redigere perizie, apprezzi, mappe accurate del territorio. Essi possono essere considerati i padri del catasto. La competenza dei tavolari in una materia così tecnica era indiscussa. Anche quando subentrò la legislazione napoleonica l'autore di un testo sulle servitù prediali mise in copertina la sua cessata carica di tavolario.[1]
Il gran numero di atti redatti dai tavolari, che si qualificano con tale loro carica, e tuttora reperibili permette anche allo storico contemporaneo di accedere ad un grande numero di notizie.[2]
Erano riuniti in un Collegium tabulariorum e la loro attività era regolata da una serie di prammatiche che disciplinavano la loro elezione, i loro compiti, minacciava sospensioni e ammende.[3]
In altri testi compaiono le suppliche alle autorità.[4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Le servitù prediali esposte secondo il codice Napoleone col rapporto al diritto romano e alle consuetudini napoletane da Luigi Morra, tavolario dell'abolito tribunale del S.C
- ^ Società, cultura, economia nella Puglia medievale: atti del Convegno di ...
- ^ Nuova collezione delle prammatiche del Regno di Napoli.Tomo 1. [-15.: 14]. Cfr. Giovanni Pesiri, Note sull'attività professionale dei tavolari Antonio Galluccio e Lorenzo Ruggiano (1663-1690), in Bruna Angeloni, Giovanni Pesiri (a cura di), Apprezzo dello Stato di Fondi fatto dalla Regia Camera nell’anno 1690, edizione con note di commento, Firenze, il Valico, 2008.https://www.academia.edu/45567861/Note_sullattivit%C3%A0_professionale_dei_tavolari_Antonio_Galluccio_e_Lorenzo_Ruggiano_1663_1697_
- ^ Regali Dispacci, Nelli Quali....