Nell'Antica Roma una suspensura era un piccolo pilastro a base quadrata utilizzato come sostegno del pavimento rialzato di ville o di edifici pubblici.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Le suspensure erano formate da mattoni quadrati sovrapposti in modo da costituire delle pilae alte di solito circa 50 cm. Vitruvio (I secolo a.C.) le descrisse associate agli ipocausti dei calidari termali ("suspensura caldariorum")[1] la cui invenzione veniva attribuita a Sergio Orata[2][3] (fine del II-inizi del I secolo a.C.). Come strutture portanti, le pilae di mattoni delle suspensure non saranno più utilizzate a partire dal II secolo d.C.[4].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Vitruvii De architectura libri decem, V, 10 («De balnearum dispositionibus et partibus»). Nell'edizione curata da Schneider (Lipsiae : sumtibus et litteris G.J. Goschen, 1807), si trova nel tomo I, p. 136 e segg. (on-line)
- ^ Valerio Massimo, Factorum et dictorum memorabilium libri IX, IX, I («De la lussuria e stemperanza»). De' fatti e detti degni di memoria della città di Roma e delle stranie genti, testo di lingua del secolo XIV riscontrato su molti codici e pubblicato da Roberto de Visiani. Bologna : presso G. Romagnoli, 1862, Vol. II, p. 606 (on-line)
- ^ Plinio il Vecchio, Naturalis historia, IX, 168
- ^ John Henry Middleton, The Remains of Ancient Rome. London : Black, 1892, Volume II, p. 122; ristampa Adamant Media Corporation, 2005, ISBN 140217473X
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Suspensura
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Suspensura, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'11 gennaio 2023.