Nella paleoclimatologia dell'Olocene nel Nord Europa, il Subboreale è il periodo climatico che immediatamente precede quello attuale nella classificazione di Blytt-Sernander. Durò dal 3710 al 450 a.C..
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il Subboreale venne dopo l'Atlantico e fu seguito dal Subatlantico. Il Subboreale è equivalente alle zone di polline IVa e IVb di WH Zagwijn[1] e alla zona di polline VIII di T. Litt.[2] Nello schema pollinico di Fritz Theodor Overbeck occupa la zona pollinica X.
Il periodo viene diviso in Subboreale antico e Subboreale recente. Dal punto di vista storico, il Subboreale corrisponde alla maggior parte dell'Eneolitico e all'intera Età del Bronzo, iniziata tra 4200 e 3800 anni fa.
Datazione
[modifica | modifica wikitesto]Il Subboreale è solitamente definito come compreso tra 5660 e 3710 anni BP. Il limite inferiore è flessibile, poiché alcuni autori preferiscono considerare il 6350 BP[3] per la Polonia nordoccidentale, o addirittura il 6780 BP[4], mentre altri utilizzano un riferimento medio di 5000 anni BP, il che corrisponde a 3050 a.C. Anche il limite superiore del Subboreale, e quindi l'inizio del Subatlantico, è variabile e può essere fissato fra il 1170 a.C. e il 830 a.C.[5], anche se abitualmente viene fissato al 450 a.C. Facendo riferimento agli anni di formazioni di varve, il Subboreale corrisponde a 5660-2750 anni BP[6].
Si ritiene che il confine tra il Subboreale antico e quello recente sia attorno al 1350 a.C.
Evoluzione climatica
[modifica | modifica wikitesto]Il clima durante il Subboreale era generalmente più secco e leggermente più fresco (di circa 0,1 °C) rispetto al precedente Atlantico, ma ancora più caldo rispetto ad oggi. Le temperature erano 0,7 °C più elevate che durante il successivo Subatlantico. Di conseguenza, in Scandinavia il limite inferiore dei ghiacciai si trovava 100 a 200 m più in alto che nel Subatlantico[7].
Nell'Egeo, l'inizio del Subboreale venne segnato da una marcata siccità, avvenuta intorno al 5600 a.C.[8] Di ben maggiore importanza fu la fine del periodo umido africano, che ebbe grosse conseguenze nei laghi dell'Africa subtropicale (come il Lago Ciad, ad esempio), i quali sperimentarono un rapido calo del livello dell'acqua[9]. Durante l'intervallo compreso tra 5000 e 4000 anni fa, condizioni più secche si imposero in Mesopotamia meridionale, causando l'abbandono di villaggi e colture a causa della siccità[10].
Simili condizioni di clima più secco colpirono l'Africa settentrionale e il Vicino Oriente tra il 4700 e il 4100 BP, con siccità ripetute e durature, come indicato dai livelli minimi dei laghi. Tra 4500 e 4100 BP, le precipitazioni monsoniche si indebolirono a causa dello slittamento verso nord della zona di convergenza intertropicale e all'influenza di una corrente d'aria più umida da ovest che interessava la regione mediterranea[11]. I cambiamenti delle precipitazioni e gli effetti associati allo spostamento della fascia di vegetazione sudanese-saheliana sul Nordafrica[12], sulla Penisola arabica e sulla Mesopotamia meridionale sono stati collegati al cambiamento dell'intensificazione dei monsoni estivi[13][14].
Nel Levante è stata evidenziata un’evoluzione climatica simile[15]: le condizioni di siccità prevalenti in Mesopotamia intorno a 4200 anni a.C. probabilmente portarono alla caduta dell'Impero accadico[16].
Diossido di carbonio
[modifica | modifica wikitesto]I livelli di anidride carbonica avevano raggiunto, all'inizio del Subboreale, il valore minimo dell'Olocene di 260 ppm. Durante il Subboreale, questo valore è aumentato, fino a raggiungere i 293 ppm alla fine del periodo[17]. A titolo di confronto, il valore odierno è di oltre 400 ppm[18].
Vegetazione
[modifica | modifica wikitesto]In Scandinavia, il confine fra Atlantico a Subboreale è evidenziato da un netto cambiamento dal punto di vista della vegetazione. Anche se meno pronunciato in Europa occidentale, questo cambiamento si rispecchia nella perdita del tipico bosco misto di querce di olmi e tigli. Il declino dei tigli non è completamente compreso e potrebbe essere dovuto al raffreddamento o all'intervento umano. Il declino dell'olmo verso 4000 a.C.[19] è molto probabilmente dovuto alla malattia dell'olmo, causata dall'ascomicete Ceratocystis ulmi, ma certamente vanno considerati anche i cambiamenti climatici e la pressione antropica sulle foreste[20].
Un altro evento importante fu la migrazione del faggio (Fagus sylvatica) e del carpino europeo (Carpinus betulus) dai loro rifugi sui Balcani e sull'Appennino meridionale[6]. Ciò avvenne anche in modo diacronico: pollini di faggio furono trovati per la prima volta nell'intervallo 4340-3540 a.C., pollini di carpino un po' più tardi, tra il 3400 e il 2900 a.C. Con l'inizio del Subboreale recente, si ha la massiccia diffusione del faggio. Al faggio e del carpino si accompagnarono piante indicatrici degli insediamenti umani e dell'agricoltura come i cereali e la piantaggine (Plantago lanceolata), mentre la presenza di nocciolo diminuì.
Il clima relativamente secco durante il periodo Subboreale favorì la diffusione delle piante dell'erica (Ericaceae).
Livello del mare
[modifica | modifica wikitesto]Come nel periodo Atlantico, il livello globale del mare ha continuato a salire durante il periodo Subboreale, ma a un ritmo molto più lento. L'aumento è stato di circa 1 m, che corrisponde a una velocità di 0,3 mm all'anno. Alla fine del periodo, il livello del mare era circa 1 m al di sotto del valore attuale.
Nel Baltico
[modifica | modifica wikitesto]Nel Baltico il mar Litorina esisteva già prima dell'inizio del Subboreale. Durante il Subboreale antico, la seconda fase trasgressionale del mar Litorina innalzò il livello del mare. Dopo un periodo di regressione intermedio, la terza trasgressione del mar Litorina sollevo di 40 cm il livello del mare che, durante la fase subatlantica iniziale, raggiunse il valore odierno.
Nel Mare del Nord
[modifica | modifica wikitesto]Nella regione delmare del Nord, la trasgressione filandriana dell'Atlantico fu seguita da una leggera regressione o arresto all'inizio del Subboreale.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (NL) Waldo Heliodoor Zagwijn, Nederland in het Holoceen, in Geologie van Nederland, Deel, vol. 1, Staatsuitgeverij, 's-Gravenhage, Rijks Geologische Dienst Haarlem, 1986, p. 46.
- ^ (EN) Thomas Litt, Achim Brauer e Tomasz Goslar, Correlation and synchronisation of Lateglacial continental sequences in northern central Europe based on annually laminated lacustrine sediments, in Quaternary Science Reviews, vol. 20, n. 11, 2001-05, pp. 1233–1249, DOI:10.1016/S0277-3791(00)00149-9. URL consultato il 19 febbraio 2024.
- ^ (DE) Herking, C. M. (2004). Pollenanalytische Untersuchungen zur holozänen Vegetationsgeschichte entlang des östlichen unteren Odertals und südlichen unteren Wartatals in Nordwestpolen. Dissertation, Göttingen, Georg-August-Universität.
- ^ Kazimierz Tobolski, Pollen profile S87, Lake Skrzetuszewskie, Poland, in European Pollen Database (EPD), PANGAEA, 2010, DOI:10.1594/PANGAEA.739770.
- ^ (EN) Susanne Jahns, Late-glacial and Holocene woodland dynamics and land-use history of the Lower Oder valley, north-eastern Germany, based on two, AMS14C-dated, pollen profiles, in Vegetation History and Archaeobotany, vol. 9, n. 2, luglio 2000, pp. 111–123, DOI:10.1007/BF01300061. URL consultato il 19 febbraio 2024.
- ^ a b (EN) Thomas Litt, Christian SchöLzel e Norbert KüHl, Vegetation and climate history in the Westeifel Volcanic Field (Germany) during the past 11 000 years based on annually laminated lacustrine maar sediments, in Boreas, vol. 38, n. 4, novembre 2009, pp. 679–690, DOI:10.1111/j.1502-3885.2009.00096.x. URL consultato il 19 febbraio 2024.
- ^ (EN) Svein Olaf Dahl e Atle Nesje, A new approach to calculating Holocene winter precipitation by combining glacier equilibrium-line altitudes and pine-tree limits: a case stud from Hardangerjokulen, central southern Norway, in The Holocene, vol. 6, n. 4, dicembre 1996, pp. 381–398, DOI:10.1177/095968369600600401. URL consultato il 19 febbraio 2024.
- ^ (EN) Ulrich Kotthoff, Ulrich C. Müller e Jörg Pross, Lateglacial and Holocene vegetation dynamics in the Aegean region: an integrated view based on pollen data from marine and terrestrial archives, in The Holocene, vol. 18, n. 7, 2008-11, pp. 1019–1032, DOI:10.1177/0959683608095573. URL consultato il 19 febbraio 2024.
- ^ (EN) Peter deMenocal, Joseph Ortiz e Tom Guilderson, Abrupt onset and termination of the African Humid Period:, in Quaternary Science Reviews, vol. 19, n. 1-5, 2000-01, pp. 347–361, DOI:10.1016/S0277-3791(99)00081-5. URL consultato il 19 febbraio 2024.
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- ^ (DE) K.-E. Behre e D. Kucan, Probleme der Küstenforschung im südlichen NordseegebietFlögeln, Niedersachsen, vol. 21, Oldenburg, Verlag Isensee, 1994, ISBN 978-3895982545.
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