La famiglia Stern, originaria della Baviera e trapiantata in Italia, ha dato pittori e architetti che hanno operato in particolare a Roma. Il capostipite, Ignaz Stern, era un pittore che si trasferì in Italia per perfezionarsi nella sua arte. Si fermò prima a Bologna, dove fu allievo di Carlo Cignani, poi si stabilì con la famiglia a Roma.
Descrizione e storia
[modifica | modifica wikitesto]- Ignaz Stern, pittore (Mauerkirchen, 1679 - Roma, 1748), italianizzato in Ignazio Stella. Molte sue opere sono rimaste in Emilia Romagna. Ha avuto quattro figli: Ignazio, Ludovico, Veronica e Maddalena.
- Ignazio Stern, pittore, (morto a Roma nel 1775), figlio di Ignaz. Sulla sua attività si hanno scarse notizie.
- Ludovico Stern, pittore (Roma, 1709 - Roma, 1777), figlio di Ignaz. Ebbe 10 figli, tra cui Vincenzo e Martino che furono pittori e Giovanni che divenne architetto. Esponente dell'ultima stagione del Barocco romano, ha lasciato sue opere a Palazzo Borghese, nella basilica di Santa Prassede, nella chiesa di San Lorenzo in Lucina, all'Accademia di San Luca.
- Veronica Stern, pittrice miniaturista, figlia di Ignaz.
- Maddalena Stern, figlia di Ignaz, sposò il pittore francese Claude Joseph Vernet.
- Giovanni Stern, architetto (Roma, 1734 - Roma, 1794), figlio di Ludovico, è stato uno dei più noti architetti del periodo neoclassico romano: ha progettato il Salone d'oro di Palazzo Chigi (1765-1767), decorandolo con motivi greco-romani e con fastosi arredi tardo-rococò. Su commissione del pontefice Clemente XIV, ha restaurato Villa Giulia, residenza fuori le mura di papa Giulio III.
- Vincenzo Stern, pittore, figlio di Ludovico.
- Martino Stern, pittore, figlio di Ludovico.
- Raffaele Stern, architetto (Roma, 1774 - Roma, 1820), figlio di Giovanni e nipote di Ludovico. Durante il breve Regno d'Italia progettò l'adattamento del Palazzo del Quirinale a Palazzo Imperiale, in vista dell'arrivo a Roma di Napoleone I che non giunse mai a Roma. Ha reintegrato parti perdute dell'Arco di Tito e del Colosseo. Ha progettato il Braccio Nuovo del Museo Chiaramonti, in Vaticano, valendosi della consulenza di Antonio Canova.
- Due nipoti Raffaele sono stati architetti.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]Opere generali:
- (DE) Ulrich Thieme - Felix Becker, Allgemeines Lexikon der bildenden Kunstler von der Antike bis zur Gegenwart., Leipzig, E. A. Seeman, SBN MIL0324190.
- (FR) Bénézit, Dictionnaire critique et documentaire des peintres, sculpteurs, dessinateurs et graveurs de tous les temps et de tous les pays, Paris, Gründ, 1999, SBN VEA0108356.
Su Ignaz Stern:
- Elena Marenghi, Ignazio Stern: (1679-1748): l'opera di un pittore tedesco in Romagna, Imola, Associazione culturale San Macario, 2007, SBN UBO3207532.
- Vittorio Sgarbi, La natività: Sandro Botticelli, Jacopo Bassano, Ignazio Stern, Cagliari, Il Portico, 2009, SBN UTO1183116.
- Vittorio Sgarbi, Ignazio Stern, l'austriaco che rese angelico il Rococò, in "Il Giornale", 18 giugno 2017
- Marco Horak, Ignazio Stern e le sue opere presenti a Piacenza, in "Panorama Musei", Anno XXII, n. 2, agosto 2017
Su Ludovico Stern:
- Francesco Petrucci, Duccio K. Marignoli, Ludovico Stern (1709-1777): pittura Rococò a Roma, Roma, Andreina & Valneo Budai, 2012, SBN VEA1083925.
Su Giovanni Stern:
- Giovanni Incisa della Rocchetta, Il volume di disegni architettonici di Giovanni Stern nel "Fondo Giovannoni", in Bollettino del Centro di Studi per la Storia dell'Architettura, n. 6, Roma, Casa Dei Crescenzi, 1952, pp. 30-32, SBN TO00178833.
Su Raffaele Stern:
- Cristiano Marchegiani, La lezione di Raffaele Stern sul teatro: regole e idee sulla sala di spettacolo dal carteggio Poletti-Aleandri (1823), in Opus: quaderno di storia, architettura, restauro, n. 6, Roma, Bonsignori, 1999, pp. 387-416, SBN UFI0200202.