La Stele del sogno di Thutmose IV, anche detta Stele della Sfinge, fu eretta nel primo anno del suo regno, nel 1401 a.C.. Come fu poi consuetudine per i faraoni del Nuovo Regno, fa riferimento ad una legittimazione divina del potere faraonico[1]. Si trova fra le zampe della Sfinge di Giza.
Si tratta di una stele verticale rettangolare, alta 3,6 metri e larga 2,18 metri, con 70 cm di profondità e pesa circa 15 tonnellate. La scena superiore nella lunetta mostra Thutmose IV mentre porta offerte alla Grande Sfinge.
Testo (parziale)
[modifica | modifica wikitesto]I geroglifici presenti sulla stele, tradotti in italiano, recano le seguenti parole:
«Ora la statua del grandissimo Khepri [la Grande Sfinge] riposa in questo posto, ottimo di fama, sacro al rispetto, l'ombra di Ra che poggia su di lui. Menfi e ogni città sui due lati sono venute a lui, le braccia in adorazione al suo viso, portando grandi offerte per la sua anima. Uno di questi giorni accadde che il principe Thutmose, si trovò a viaggiare al momento del mezzogiorno. Egli si riposò all'ombra di questo grande dio. [Il sonno] e il sogno [presero possesso di lui], nel momento che il sole era allo zenith. Egli si accorse che questo maestoso nobile dio gli stava parlando dalla sua bocca come un padre parla a suo figlio, e diceva: [...] "Guardami, osservami, figlio mio Thutmose, io sono tuo padre Horemakhet-Khepri-Ra-Atum, io ti ho donato il regno [sulla terra oltre che la vita] [...] [Ecco, la mia condizione è simile a quello di un malato], tutte le [mie membra sono rovinate]. La sabbia del deserto, sulla quale un tempo io regnavo, (adesso) mi è nemica, ed è al fine di provocare quello che è nel mio cuore che ho aspettato tu faccia" [...][2]»
L'ultima parte dello scritto è andata perduta causa l'erosione della pietra.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Shaw, 2000, The Oxford History of Ancient Egypt, p.254.
- ^ Shaw, Ian. The Oxford History of Ancient Egypt, Ed. Oxford University Press, 2000, pag. 254, ISBN 0-19-815034-2
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Ian Shaw (a cura di), The Oxford History of Ancient Egypt, Oxford University Press, 2000, ISBN 0-19-815034-2
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