Status of Forces Agreement (letteralmente "Accordo sullo Status delle Forze (Armate)", SOFA) è l'espressione inglese con cui si designa un'intesa giuridica tra un paese e uno Stato straniero che staziona forze armate in quel paese.
Firmatari
[modifica | modifica wikitesto]Gli Stati Uniti schierano il più grande numero di militari in paesi stranieri: per tale ragione, detengono anche il maggior numero di SOFA. Il Regno Unito, la Francia, l'Australia, la Germania, l'Italia, la Russia, la Corea del Sud e molteplici altre nazioni schierano ugualmente truppe in paesi stranieri: anch'essi hanno firmato SOFA. Nel passato, l'Unione Sovietica aveva firmato SOFA con i suoi paesi satelliti.
La maggior parte dei SOFA firmati dagli Stati Uniti sono pubblici, gli altri sono classificati[1]. Ad esempio, il Giappone ha firmato un SOFA nel 1960[2].
Termini
[modifica | modifica wikitesto]Un SOFA è destinato a chiarire i termini in base ai quali le truppe di stanza possono intervenire e devono comportarsi. Le questioni relative alle operazioni militari, come la localizzazione delle basi e l'accesso ai servizi, sono coperti da intese separate.
Un SOFA si concentra più spesso sui problemi giuridici che circondano le attività del personale militare e dei suoi beni. Può prevedere i diritti di entrata e di uscita dal paese, le imposte dovute, i servizi postali o i contratti di lavoro per i nativi del paese ospite. Ciò nonostante, i punti più importanti di queste intese sono quelli che regolano le giurisdizioni civile e penale sulle basi militari.
Per le cause civili, un SOFA indica come i danni causati dalle truppe saranno indennizzati. Per le cause penali, gli indennizzi variano.
Per quanto riguarda i SOFA statunitensi, le corti di giustizia statunitensi sono le sole abilitate a giudicare i reati commessi da un soldato contro un altro dipendente dell'esercito o durante il suo servizio militare. Abitualmente, gli altri reati sono di competenza nazionale[3].
Applicazione
[modifica | modifica wikitesto]L'applicazione dei SOFA è complicata dal fatto che parecchi paesi ospiti hanno sentimenti contraddittori verso le truppe straniere schierate sul loro territorio. Le domande di rinegoziazione dei SOFA sono spesso accompagnate da pretese di partenza delle truppe.
Ugualmente, esistono problemi che riguardano i costumi nazionali. Ad esempio, gli Stati Uniti e i paesi ospiti in genere si trovano d'accordo su ciò che costituisce un reato. Per contro, parecchi osservatori statunitensi della scena politica internazionale ritengono che parecchi paesi ospiti abbiano un sistema giudiziario che offre meno protezione agli accusati di quella offerta negli Stati Uniti. Inoltre, le corti di giustizia di questi paesi sarebbero più sensibili alla pressione popolare, che le inciterebbe a pronunciare un verdetto di colpevolezza verso gli imputati statunitensi. Infine, i militari americani che devono prestare servizio in un paese straniero non dovrebbero essere costretti ad abbandonare i diritti che sono loro offerti dalla Carta dei Diritti degli Stati Uniti d'America.
Per contro, gli osservatori dei paesi ospiti che non hanno una Dichiarazione dei Diritti equivalente, hanno spesso la sensazione che si tratti di scuse superficiali messe innanzi al fine di ottenere vantaggi. Essi affermano anche che questa politica estera ricorda fortemente le intese extraterritoriali pretese dai paesi occidentali all'epoca del colonialismo.
La Corea del Sud, un paese che accoglie truppe americane, sposerebbe questa posizione. D'altronde, questo paese staziona forze militari in Kirghizistan e ha negoziato un SOFA che conferisce alle sue truppe una totale immunità giudiziaria per qualsiasi reato. Pertanto, la sua popolazione chiede che il SOFA firmato con gli Stati Uniti sia riaperto, perché è dell'opinione che sia abusivo[4].
Secondo The Economist, negli anni 1950, i membri del personale militare americano commettevano in media, al mese, 30 reati passibili di carcere. Se le autorità giudiziarie dei paesi ospiti avessero giudicato questi soldati, la reputazione degli Stati Uniti ne avrebbe sofferto, il che spiegherebbe in parte il loro desiderio di controllare i tribunali che giudicano queste persone[2]. Ugualmente, il SOFA firmato tra il Giappone e gli Stati Uniti porterebbe le forze di polizia giapponesi ad abusare dei diritti degli abitanti che vivono presso basi militari americane[2].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Greg Bruno, U.S. Security Agreements and Iraq, in Council on Foreign Relations, 2 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2008).
- ^ a b c (EN) Redazione, U.S. Security Agreements and Iraq, in The Economist, 10 dicembre 2008. URL consultato il 12 dicembre 2008.
- ^ (EN) John Pike, Status of Forces Agreement, GlobalSecurity.org, 2005.
- ^ (EN) Scott Snyder, A Call for Justice and the US-ROK Alliance (PDF), in PacNet, 53A, Center for Strategic International Studies, 18 dicembre 2002. URL consultato il 5 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2008).
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Status of Forces Agreement Archiviato il 1º novembre 2000 in Internet Archive., United States Embassy, aprile 1996 (un riepilogo della politica estera americana)
- Agreement Between the Parties to the North Atlantic Treaty Regarding the Status of Their Forces, NATO, aprile 1949
- Status of Forces Agreement:Concluded Pursuant to Section 323 of The Compact Of Free Association (Free Association between the United States and the Federated States of Micronesia and the Republic of the Marshall Islands), Joint Committee on Compact Economic Negotiations.
- Status of Forces Agreements between Timor-Leste and Australia, New Zealand and Portugal (documento firmato prima del lancio dell'Operazione Astuto a Timor Est nel maggio 2006. Questa pagina presenta anche SOFA firmati nel 2002 fra Timor Est e l'ONU, nonché fra Timor Est e gli Stati Uniti.
- US-ROK Status of Forces Agreement (SOFA tra la Corea del Sud e gli Stati Uniti)
- US-Japan Status of forces Agreement, 19 gennaio 1960 (SOFA tra il Giappone e gli Stati Uniti)
- NATO Status of Forces Agreement, NATO
- Iraq Status of Forces Agreement, Global Security