Il dito della morte (anche stalattite di ghiaccio, stalattite marina o stalattite polare, dall'inglese brinicle, parola composita creata a partire da brine e icicle, "ghiacciolo salato") è un fenomeno naturale tipico dell'oceano Antartico.[1][2]
L'acqua marina superficiale, congelandosi, rimane comunque porosa per la presenza di sale, e nelle cavità presenti nel ghiaccio d'acqua salata essa raggiunge alte concentrazioni saline, che la portano man mano ad affondare, per la diversa densità con l'ambiente circostante. Giungendo alla base della banchisa ghiacciata, l'acqua ricongela parzialmente, facendo gradualmente protendere una stalattite di ghiaccio verso il fondale marino, ovvero il "dito della morte". Esso, quando entra in contatto col fondale, si espande congelando e uccidendo tutte le forme di vita che capitano sul suo cammino, ed è da tale occorrenza che trae il suo nome.[1] Il fenomeno è per questo pericoloso per la fauna sottomarina, ma paradossalmente può presentare per essa anche alcuni effetti benefici.[3]
Formazione
[modifica | modifica wikitesto]Nascita
[modifica | modifica wikitesto]Quando l'acqua salata congela, essa espelle il sale che contiene. Tuttavia, essendo il ghiaccio un materiale poroso, una parte di sale rimane intrappolata al suo interno assieme a una piccola quantità d'acqua, creando quindi un ambiente semi-liquido e ipersalino.[3][4][5]
A causa della differenza di densità tra il ghiaccio e l'acqua, quest'ultima, più pesante, man mano affonda, erodendo il ghiaccio e muovendosi verso la parte inferiore della banchisa marina.[3][4] Raggiunto nuovamente il mare, data la sua temperatura estremamente bassa la salamoia ricongela parzialmente, creando escrescenze che man mano si espandono fino a diventare vere e proprie stalattiti ghiacciate.[5] Tali formazioni, che possono formarsi in sole poche ore,[5] possono estendersi anche per diversi metri, fino a toccare il fondale marino sottostante.[4]
Effetti sull'ambiente marino
[modifica | modifica wikitesto]Una volta entrato in contatto col fondale, il dito della morte continua la propria espansione su di esso seguendo la pendenza naturale del terreno e proseguendo verso il basso.[2] In questo modo le forme di vita marine, specialmente quelle del benthos che vivono ancorate al fondale o che non sono in grado di muoversi velocemente, vengono presto incapsulate dal ghiaccio in espansione, congelando così a morte (da qui la definizione "dito della morte").[3][4]
Le specie maggiormente minacciate dalla formazione del dito della morte sono la stella marina, il riccio di mare e i crostacei, animali tipici delle profondità oceaniche antartiche.[3][4] A lungo andare il fenomeno ha un impatto sull'evoluzione di tali organismi, eliminando quelli più lenti e selezionando invece quelli più veloci e pronti a spostarsi per evitarlo, favorendo quindi lo sviluppo di varietà provviste di maggior mobilità.[4]
A differenza della superficie, le profondità dell'oceano Antartico sono un ambiente relativamente mite, in grado di sostenere un complesso ecosistema quando non turbato da questo fenomeno.[5] Se il benthos risente in modo particolarmente negativo delle dita della morte, altri organismi invece ne traggono vantaggio, come pesci e invertebrati abituatisi al freddo che possono cibarsi dei resti degli organismi congelati dal ghiaccio.[4] Il dito della morte può quindi naturalmente riequilibrare l'ecosistema se vi è un eccesso di organismi bentonici.[4]
Osservazione
[modifica | modifica wikitesto]Tale fenomeno, a lungo sospettato dagli scienziati, inizialmente era solo teorizzato per via dell'impraticabilità dell'oceano Antartico, le cui condizioni estreme non permettevano spedizioni sottomarine di lunga durata.[5] È osservato direttamente solo a partire dal XXI secolo tramite l'impiego di telecamere subacquee appositamente costruite per resistere alle basse temperature e ad alte profondità.[5]
Nel 2011 la BBC ha fatto conoscere per la prima volta il fenomeno al pubblico generalista tramite il documentario Forzen Planet,[3] girato presso le remote isole Razorback, nella baia Erebus del mare di Ross.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) BBC, The 'Finger of Death' that Freezes Everything it Touches, 10 settembre 2024.
- ^ a b c Marcello Guadagnino, Brinicle, le mortali "dita di ghiaccio", su ilgiornaledeimarinai.it, 20 marzo 2023.
- ^ a b c d e f Luca Maria Mercurio, “Dito della morte” o Brinicle: cosa sono le stalattiti ghiacciate sottomarine che uccidono i pesci, su geopop.it, 1º febbraio 2024.
- ^ a b c d e f g h Alana Theron, Stalattiti polari e come influenzano la vita marina, su animalsaroundtheglobe.com, 8 febbraio 2024.
- ^ a b c d e f Il Brinicle: Il Dito della Morte dell’Antartide, su scienzenotizie.it, 15 settembre 2024.