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L'amministrazione Johnson, nel 1965, trasformò l'azione di contenimento nei confronti del Fronte Nazionale di Liberazione del Sud Vietnam in una guerra di grande proporzione. I bombardamenti del Vietnam del Nord iniziarono nel febbraio 1965 e a marzo iniziarono a sbarcare a Da Nang i primi contingenti dell'esercito americano.<br> |
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L'impiego di truppe americane portò ad una svolta: adesso che la guerra era diventata un affare americano, i sud vietnamiti perdevano influenza. |
L'impiego di truppe americane portò ad una svolta: adesso che la guerra era diventata un affare americano, i sud vietnamiti perdevano influenza. |
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Con l'arrivo delle truppe americane, aumentarono anche i giornalisti e l'attenzione del mondo intero era giornalmente impegnato sull'andamento della guerra<ref>{{Cita|Fitzgerald}} pag. 258-269.</ref>. |
Con l'arrivo delle truppe americane, aumentarono anche i giornalisti e l'attenzione del mondo intero era giornalmente impegnato sull'andamento della guerra<ref>{{Cita|Fitzgerald}} pag. 258-269.</ref>. |
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Versione delle 18:22, 14 feb 2014
Il lago in fiamme | |
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Titolo originale | Fire in the Lake: The Vietnamese and the Americans in Vietnam |
Storia della guerra in Vietnam | |
Autore | Frances Fitzgerald |
1ª ed. originale | 1972 |
1ª ed. italiana | 1974 |
Genere | saggio |
Sottogenere | storico |
Lingua originale | inglese |
Ambientazione | guerra del Vietnam |
Il lago in fiamme. Storia della guerra in Vietnam è un libro scritto dalla giornalista americana Frances Fitzgerald, pubblicato in Italia, nel 1974, da Giulio Einaudi Editore, sulla guerra del Vietnam.
Ha vinto molti premi letterali incluso il Premio Pulitzer, il National Book Award e il Bancroft Prize.
Indice del volume
Parte Prima I vietnamiti
Stati d'animo
In questo capitolo Fitzgerald fa notare la differenza di pensiero e di azione dei vietnamiti a confronto di quello degli americani.
Da un lato una civiltà agricola a conduzione famigliare, con una filosofia della vita contadina, inserita in un contesto religioso confuciano, taoista e buddista, a volte ancora animista.
Dall'altra una civiltà tecnocratica, a conduzione per gruppi sociali, con una filosofia della vita basata sul consumismo, inserita in un contesto religioso cristiano, sia cattolico che protestante[1].
Nazioni e imperi
In questo capitolo la Fitzgerald parla della teoria del contenimento applicata all'insurrezione popolare nel Vietnam del Sud e della teoria del domino e delle sue contraddizioni.
Seguono lunghe pagine sulla storia del Vietnam dai suoi primordi, seguite dalle ingerenze della Cina, fino alla conferenza di Ginevra, nel 1954, che sanciva le libere elezioni e la riunificazione del Vietnam del Nord e del Vietnam del Sud in un solo stato il Vietnam[2].
Invece Ngô Đình Diệm, appoggiato dall'arcivescovo cattolico Pierre Martin Ngô Đình Thục, senza elezioni, si autoproclamò presidente del Vietnam del Sud e una parte della popolazione insorse contro il suo regime.
In questa guerra civile, gli americani, sostenevano da soli, senza aiuti alleati, il regime del Vietnam del Sud mentre il Vietnam del Nord, rifornito dai Russi e dai Cinesi, sosteneva gli insorti.
Il sovrano della discordia
In questo capitolo Fitzgerald parla di Ngô Đình Diệm, dalla sua instaurazione, della crisi buddista, del 1963, che ha messo in crisi il suo governo e infine l'assassinio di Diem, per mano dei suoi generali[3].
Il Fronte Nazionale di Liberazione
In questo capitolo la Fitzgeral parla del mutamento di contadini analfabeti in combattenti del Fronte Nazionale per la liberazione del Vietnam del Sud[4].
Parte Seconda Gli americani e il governo di Saigon
Messinscena
In questo capitolo si parla della Conferenza di Honolulu, del 6 febbraio 1966, voluta da Lyndon B. Johnson, per incontrare Nguyen Cao Ky, primo Ministro del Vietnam del Sud, Nguyen Van Thieu, capo di stato e presidente del consiglio delle forze armate e Nguyen Huu Co, ministro della difesa.
Johnson, all'apertura dei lavori, disse[5]:
«Siamo qui, per discutere soprattutto di opere di pace. Lasceremo questo posto con la determinazione di raggiungere non solo la vittoria sull'aggressione, ma di vincere la fame, le malattie, e la disperazione. Noi stiamo trasformando in realtà le aspirazioni della gente.»
I giornali riportando il fatto, dicevano che gli stati Uniti si impegnavano a lavorare per la rivoluzione sociale, e il libero autogoverno e a lottare contro l'ignoranza e le malattie[6],[7].
Uomini politici e generali
Dopo l'assassinio di Diem, ci fu molta confusione: fiorirono una miriade di partiti politici intorno a uno o due intellettuali o funzionari di stato ma senza un piano, un programma o un'organizzazione che intervenisse nelle campagne o fra i poveri delle città.
I cattolici pur essendo una comunità di 2 milioni di persone nel Vietnam del Sud, erano limitati nelle forme di una organizzazione sociale, anche se formavano il gruppo politico più stabile.
I buddisti, che avevano fomentato la rivolta contro Diem, non avevano un'organizzazione politica coerente e non godevano dell'appoggio dei contadini. Thich Tri Quang, si professava anticomunista ma non voleva impegnarsi ne in una guerra, ne con un regime di Saigon.
I generali erano dei piccolo-borghesi che aspiravano a raggiungere il livello dell'alta borghesia, non avevano piani di riforme sociali, politiche od economiche, non c'era un leader fra loro che potesse sostituire Diem, il quale anche se era stato un cattivo leader era pur sempre stato un leader[8].
Gli Stati Uniti entrano in guerra
L'amministrazione Johnson, nel 1965, trasformò l'azione di contenimento nei confronti del Fronte Nazionale di Liberazione del Sud Vietnam in una guerra di grande proporzione. I bombardamenti del Vietnam del Nord iniziarono nel febbraio 1965 e a marzo iniziarono a sbarcare a Da Nang i primi contingenti dell'esercito americano.
L'impiego di truppe americane portò ad una svolta: adesso che la guerra era diventata un affare americano, i sud vietnamiti perdevano influenza.
Il generale William Westmoreland concentrò tutta la sua attenzione quasi esclusivamente sulle truppe americane.
Con l'arrivo delle truppe americane, aumentarono anche i giornalisti e l'attenzione del mondo intero era giornalmente impegnato sull'andamento della guerra[9].
La crisi buddista del 1966
Thich Tri Quang, quel monaco buddista che manovrava nel 1963 l'opposizione da Hué, aveva stretto un'alleanza, nel 1966, con il generale Nguyen Thi Chanh.
Ky diventato premier, era convinto che i leader buddisti fossero traditori e che volevano rovesciare il suo governo. Secondo Ky, il generale Nguyen Thi Chanh era un intrigante nato che aveva inclinazioni di sinistra e quel che era peggio, si era schierato con i buddisti.
Ky il 10 marzo 1966, destituì il suo comandante Nguyen Thi Chanh dall'incarico, con la piena approvazione dell'ambasciatore Lodge, precipitando il governo in una grave crisi politica[10].
I buddistidi Hué, nei giorni successivi, iniziarono una manifestazione di protesta, chiedendo che si indicessero elezioni per dare al paese un governo civile. La protesta sfociò in una rivolta violenta che si diffuse a Sud, lungo le città costiere: ai portuali e impiegati, si unirono bande di giovani che incendiavano le automobili e devastavano i negozi. A ciò si aggiunsero le truppe di Thi, unitesi ai rivoltosi.
Ky in un primo tempo acconsentì a dare le dimissioni e Thich Tri Quang invitò i suoi seguaci a cessare i tumulti ma Ky in seguito ci ripensò emandò a Danang il colonnello Nguyen Ngoc Loan, che con carriarmati rasterllò la città, fece massacrare parecchie centinaia di soldati ribelli e oltre cento civili.
A Hué gli ufficiali ribelli incominciarono a dissociarsi dai militanti buddisti e ad arrendersi. Venuta meno la loro difesa, le truppe di Ky marciarono sulla città di Hué e sottomisero i dissidenti rimasti. Ky, si dimostrò benevolo e conciliante sui ribelli sconfitti. Il generale Thi fu mandato in esilio negli Stati Uniti con una congrua buonuscita e il monaco Tri Quang, che aveva intrapreso uno sciopero della fame, venne trasferito in un ospedale di Saigon agli arresti domiciliari.
Nel 1975, quando i comunisti riunificarono il paese, Tri Quang si ritirò in un monastero.
Prospero, Calibano e Ariele
Parla delle conseguenze della crisi buddista del 1966[11]. Secondo la Fitzgerald la crisi buddista mise in rilievo la discordanza di vedute e di prassi, che reciprocamente avevano i vietnamiti e gli americani.
Fitzgerald in un ardito paragona i personaggi della Tempesta di William Shakespeare, alla situazione vietnamita: come Prospero, rappresenta l'europeo colonialista, incapace di vivere nella propria società, tradito dal fratello, Calibano, l'indigeno, la bestia", che odia il suo padrone e infine Ariele che assomma in se i tratti dei due personaggi precedenti, l'intermediario tra il colonialista e l'indigeno. Come anche La tempesta dimostra i rapporti tra il colonialista e l'indigeno sono destinati a spezzarsi.[12].
Cattivi fantocci
Si parla del governo di Nguyen Cao Ky e del disordine politico amministrativo in Vietnam, dal 1964 al 1967.
Le elezioni
Si parla delle elezioni del settembre 1966, i contadini del Vietnam del Sud eleggono Nguyen Van Thieu e Nguyen Cao Ky in base alla nuova costituzione. Uno dei primi atti di Thieu è far arrestare i capi dell'opposizione.
La spirale verso il basso
Mentre per pochi uomini politici, il 1967, fu l'anno delle elezioni, per i contadini il 1967, fu l'anno della guerra. Nel 1967 le "forze del mondo libero" (americani, vietnamiti, coreani, australiani, tailandesi e filippini), nel Vietnam del Sud, avevano raggiunto 1300000 soldati, circa un soldato per ogni 15 abitanti del Vietnam del Sud. Il generale William Westmoreland aveva a disposizione 2000 cacciabombardieri tattici e le strato fortezze B-52 del comando aereo supremo (Supreme Air Command) come risorsa marginale d'attacco[13]. Westmoreland vinse molte battaglie ma senza guadagnare il controllo del territorio ne ottenuto una diminuzione effettiva della forza nemica sul campo.
Prospero
In questo capitolo la Fitzgerald parla degli impegni costruttivi americani nel Vietnam del Sud e di come siano stati vanificati da una distorta visione della realtà.
Guerriglieri
Dopo le elezioni del 1967, il generale Thieu aveva fornato un governo con un paio di uomini di Ky, un paio di intellettuali, un ufficiale e diversi tecnici e seguì un certo periodo di calma. Ma era un tipo di calma che annunciava una tempesta. In una atmosfera di esagerato ottimismo americano e di apatia e disperazione dei sudvietnamiti, il fronte di liberazione nazionale lanciò nel 1968, l'offensiva del Tet.
L'offensiva del Tet
In questo capitolo Fitgerald spiega brevemente l'Offensiva del Tet.
Parte Terza Conclusione
La guerra di Nixon
Il lago in fiamme
Bibliografia
- Frances Fitzgerald. Fire in the lake. Open Library. Back Bay Books. Reprint 2002. ISBN 0316159190.
- Frances Fitzgerald, Il lago in fiamme. Storia della guerra in Vietnam, trad. S.S.Caruso, Saggi 535, Giulio Einaudi Editore, 1972, pp. 456, ISBN 8806407090.
- (EN) Pentagon Papers. (PDF). National Archives.
Note
- ^ Fitzgerald pag. 15.
- ^ Fitzgerald pag. 66.
- ^ Fitzgerald pag. 71-133.
- ^ Fitzgerald pag. 134-221.
- ^ Fitzgerald pag. 226.
- ^ Selected Press Reactions to the Honolulu Conference, February 1966. Mtholyoke edu. Documents Relating to American Foreign Policy in Vietnam.
- ^ Part IV. C. 8. Evolution of the War. Re-emphasis on Pacification: 1965-1967. (PDF). Pentagon Papers. National Archives and Records Administration. Research.
- ^ Fitzgerald pag. 246.
- ^ Fitzgerald pag. 258-269.
- ^ Fitzgerald. Capitolo 8. La crisi Buddista. pag. 270-284.
- ^ Fitzgerald. Capitolo 9. Prospero, Calibano e Ariele. pag. 285-295.
- ^ Fitzgerald. Capitolo 9. Prospero, Calibano e Ariele. pag. 290-291.
- ^ Fitzgerald pag. 335.