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Non si conosce il modello dell'opera: alcuni sostengono che si tratti dello stesso Caravaggio (seppur molto trasformato) che avrebbe lavorato alla stesura dell'opera con un sistema di specchi; altri, invece, notano la somiglianza di questo Bacco con Mario Minniti, compagno e amico di Caravaggio, che probabilmente aveva posato in altre opere del pittore lombardo.<ref>[http://www.cultorweb.com/Caravaggio/Ma.html#anchorc78c56e2 Mario Minniti, il modello di Caravaggio] Ch. L. Frommel, ''Caravaggio und seine modelle'', in Castrum peregrini, 1971,96,pp. 21-56. La somiglianza si evince dal raffronto con il ritratto pubblicato nel XIX secolo da Grasso Cacopardo, in G. Grasso Cacopardo, ''Memorie de'pittori messinesi e degli esteri che in Messina fiorirono dal secolo XII al XIX'', Messina, 1821, ''Vita di Mario Minniti,'' pp. 83-86.</ref> |
Non si conosce il modello dell'opera: alcuni sostengono che si tratti dello stesso Caravaggio (seppur molto trasformato) che avrebbe lavorato alla stesura dell'opera con un sistema di specchi; altri, invece, notano la somiglianza di questo Bacco con Mario Minniti, compagno e amico di Caravaggio, che probabilmente aveva posato in altre opere del pittore lombardo.<ref>[http://www.cultorweb.com/Caravaggio/Ma.html#anchorc78c56e2 Mario Minniti, il modello di Caravaggio] Ch. L. Frommel, ''Caravaggio und seine modelle'', in Castrum peregrini, 1971,96,pp. 21-56. La somiglianza si evince dal raffronto con il ritratto pubblicato nel XIX secolo da Grasso Cacopardo, in G. Grasso Cacopardo, ''Memorie de'pittori messinesi e degli esteri che in Messina fiorirono dal secolo XII al XIX'', Messina, 1821, ''Vita di Mario Minniti,'' pp. 83-86.</ref> |
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Le interpretazioni del dipinto sono diverse. Il Posner dà un significato omosessuale all'opera notando delle somiglianze con il ritratto di [[Antinoo]], l'amato di [[Adriano]]<ref>D. Posner, ''Caravaggio's homoerotic early works'', in " Art Quarterly", n. 34, 1975, pp. 301-324. Posner è stato il primo studioso che con rigore scientifico e al di là dei cliché e degli stereotipi ha affrontato il delicato tema dell'omosessualità che taluni dipinti sembrano manifestare. Il rapporto fra la statua a mezzo busto nudo dei Musei Vaticani di Antinoo, fornisce un utile confronto. Vari ritratti di Antinoo erano presenti nelle collezioni romane di antichità e alcuni in Palazzo Giustiniani. Per i rapporti del pittore con l'antico, cfr. M.C.Fortunati, ''L'ellenismo e l'attenzione per il mondo antico di Michelangelo Merisi da Caravaggio'' in "Romana Gens",34, 1996, pp.23-36.</ref>; su questa linea Frommel ritiene che Caravaggio volesse rifarsi al rapporto che c'era tra lui e il modello, Mario Minniti<ref>C.L.Frommel, ''Mario Minnit''i, cit., pp. 48-50.</ref>; per Röttengen il ''Bacco'' vuole rappresentare un tema caro a Caravaggio, quello dell'eterna giovinezza<ref>Herwarth Rottgen, ''Il Caravaggio. ricerche e interpretazioni''. Roma, Bulzoni, 1974 Analisi del Bacco.</ref>. L'ipotesi formulata da Maurizio Calvesi, invece, è portata a vedere in Bacco Cristo redentore che offre il vino (il sangue di Dio) come simbolo di sacrificio e redenzione. Ed è possibile, sempre secondo Calvesi, che Caravaggio, inoltre, conoscesse il testo del Comanini, ''Gli effetti della mistica theologia'', del 1590 che parla di Gesù come di un "grappolo d'uva" che viene "torchiato" e rinasce come vino<ref>Maurizio Calvesi, ''La realtà del Caravaggio'', Torino, Einaudi, p. 233. ''Degli effetti della'' ''mistica theologia'' venne pubblicato con successo nel 1590.</ref>. Ma Bacco, secondo un'allegoria nota anche al cardinal Del Monte, è anche lo Sposo del ''Cantico dei Cantici'', ''dai capelli ricci e negri'' e la frutta rappresentata nel cesto allude anch'essa al Cantico (l'uva, le mele, la |
Le interpretazioni del dipinto sono diverse. Il Posner dà un significato omosessuale all'opera notando delle somiglianze con il ritratto di [[Antinoo]], l'amato di [[Adriano]]<ref>D. Posner, ''Caravaggio's homoerotic early works'', in " Art Quarterly", n. 34, 1975, pp. 301-324. Posner è stato il primo studioso che con rigore scientifico e al di là dei cliché e degli stereotipi ha affrontato il delicato tema dell'omosessualità che taluni dipinti sembrano manifestare. Il rapporto fra la statua a mezzo busto nudo dei Musei Vaticani di Antinoo, fornisce un utile confronto. Vari ritratti di Antinoo erano presenti nelle collezioni romane di antichità e alcuni in Palazzo Giustiniani. Per i rapporti del pittore con l'antico, cfr. M.C.Fortunati, ''L'ellenismo e l'attenzione per il mondo antico di Michelangelo Merisi da Caravaggio'' in "Romana Gens",34, 1996, pp.23-36.</ref>; su questa linea Frommel ritiene che Caravaggio volesse rifarsi al rapporto che c'era tra lui e il modello, Mario Minniti<ref>C.L.Frommel, ''Mario Minnit''i, cit., pp. 48-50.</ref>; per Röttengen il ''Bacco'' vuole rappresentare un tema caro a Caravaggio, quello dell'eterna giovinezza<ref>Herwarth Rottgen, ''Il Caravaggio. ricerche e interpretazioni''. Roma, Bulzoni, 1974 Analisi del Bacco.</ref>. L'ipotesi formulata da Maurizio Calvesi, invece, è portata a vedere in Bacco Cristo redentore che offre il vino (il sangue di Dio) come simbolo di sacrificio e redenzione. Ed è possibile, sempre secondo Calvesi, che Caravaggio, inoltre, conoscesse il testo del Comanini, ''Gli effetti della mistica theologia'', del 1590 che parla di Gesù come di un "grappolo d'uva" che viene "torchiato" e rinasce come vino<ref>Maurizio Calvesi, ''La realtà del Caravaggio'', Torino, Einaudi, p. 233. ''Degli effetti della'' ''mistica theologia'' venne pubblicato con successo nel 1590.</ref>. Ma Bacco, secondo un'allegoria nota anche al cardinal Del Monte, è anche lo Sposo del ''Cantico dei Cantici'', ''dai capelli ricci e negri'' e la frutta rappresentata nel cesto allude anch'essa al Cantico (l'uva, le mele, la melagrana, i fichi). |
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La mano destra del Bacco tiene un fiocco, posto in corrispondenza dell'ombelico "onfale del mondo". Esso sarebbe da interpretarsi come il nodo che unisce Dio all'uomo, è quindi un ''Homo copula mundi'' tipico della [[filosofia neoplatonica]] di [[Marsilio Ficino]]<ref>[http://caravaggio.historiaweb.net/bacco-caravaggio.html Il Bacco Historia web] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120402094916/http://caravaggio.historiaweb.net/bacco-caravaggio.html |data=2 aprile 2012 }}</ref>, che unitamente all'alchimia era ben nota al cardinale. |
La mano destra del Bacco tiene un fiocco, posto in corrispondenza dell'ombelico "onfale del mondo". Esso sarebbe da interpretarsi come il nodo che unisce Dio all'uomo, è quindi un ''Homo copula mundi'' tipico della [[filosofia neoplatonica]] di [[Marsilio Ficino]]<ref>[http://caravaggio.historiaweb.net/bacco-caravaggio.html Il Bacco Historia web] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120402094916/http://caravaggio.historiaweb.net/bacco-caravaggio.html |data=2 aprile 2012 }}</ref>, che unitamente all'alchimia era ben nota al cardinale. |
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Nel corso di una fase di restauro, le sofisticate analisi utilizzate hanno permesso di scoprire, all'interno della citata caraffa di vino, un volto di uomo, che i ricercatori ritengono essere l'autoritratto dello stesso Caravaggio<ref>[http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cultura/200910articoli/48830girata.asp Cfr. ''Il ritratto di Caravaggio nella Brocca del Bacco'' del 29.10.2009 sul sito de «La Stampa»] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20091031045725/http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cultura/200910articoli/48830girata.asp |data=31 ottobre 2009 }}</ref>. |
Nel corso di una fase di restauro, le sofisticate analisi utilizzate hanno permesso di scoprire, all'interno della citata caraffa di vino, un volto di uomo, che i ricercatori ritengono essere l'autoritratto dello stesso Caravaggio<ref>[http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cultura/200910articoli/48830girata.asp Cfr. ''Il ritratto di Caravaggio nella Brocca del Bacco'' del 29.10.2009 sul sito de «La Stampa»] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20091031045725/http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cultura/200910articoli/48830girata.asp |data=31 ottobre 2009 }}</ref>. |
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In Svizzera, di recente, è stato rinvenuto un altro Bacco ad olio su tela (cm 98x95) che a detta degli studiosi dovrebbe essere una copia realizzata da un seguace o collaboratore del Caravaggio, forse Prospero Orsi, con interventi e supervisione del maestro. Prospero avrebbe realizzato la copia del Bacco, commissionata dallo stesso Del Monte e realizzata contemporaneamente al dipinto degli Uffizi<ref>Maurizio Marini, ''Michelangelo da Caravaggio e i suoi doppi'', in Caravaggio. Originale und kopien im Spiegel der foschung a c. di M. Marini, |
In Svizzera, di recente, è stato rinvenuto un altro Bacco ad olio su tela (cm 98x95) che a detta degli studiosi dovrebbe essere una copia realizzata da un seguace o collaboratore del Caravaggio, forse Prospero Orsi, con interventi e supervisione del maestro. Prospero avrebbe realizzato la copia del Bacco, commissionata dallo stesso Del Monte e realizzata contemporaneamente al dipinto degli Uffizi<ref>Maurizio Marini, ''Michelangelo da Caravaggio e i suoi doppi'', in Caravaggio. Originale und kopien im Spiegel der foschung a c. di M. Marini, Düsseldorf, 2005, pp. 1-31. Orsi lavorò molto per gli Altemps ed ebbe larga importanza nel diffondere presso mercanti e collezionisti l'opera di Caravaggio. Dopo la morte del maestro si riteneva detentore di una specie di copyright sulle sue opere.</ref>. |
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Versione delle 23:40, 26 apr 2022
Bacco | |
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Autore | Michelangelo Merisi da Caravaggio |
Data | 1596-1597 |
Tecnica | olio su tela |
Dimensioni | 95×85 cm |
Ubicazione | Galleria degli Uffizi, Firenze |
Bacco è un dipinto realizzato tra il 1596 ed il 1598 dal pittore italiano Caravaggio, conservato nella Galleria degli Uffizi di Firenze[1].
Storia
Fu commissionato dal cardinale Francesco Maria Bourbon del Monte, ambasciatore mediceo a Roma e committente e protettore del Caravaggio, per regalarlo a Ferdinando I de' Medici in occasione della celebrazione delle nozze del figlio Cosimo II, per rinsaldare l'amicizia con Ferdinando che aveva avuto così tanta importanza per favorire la carriera del cardinal Del Monte[2]. Il dipinto, in questo senso sarebbe concepito, secondo Maurizio Marini, come emblema oraziano dell'amicizia[3].
L'opera inizialmente venne destinata alla villa d'Artimino, progettata da Bernardo Buontalenti e solo in seguito venne collocata presso le collezioni granducali degli Uffizi con una cornice nera filettata d'oro come riporta l'inventario mediceo del 1609[4]. In seguito venne quasi dimenticata ed accantonata nei depositi degli Uffizi, dopo l'Unità d'Italia; la riscoperta del Bacco si deve al Marangoni, che nel 1913 la trovò in un deposito di via Lambertesca[5].
Descrizione e stile
L'opera rappresenta Bacco, dio del vino e dell'ebbrezza. Secondo l'iconografia tradizionale è nudo, con una corona di foglie di vite o di edera, con in mano il tirso e un grappolo d'uva o una coppa di vino. In due disegni e in una tavoletta di Domenico Veneziano, Bacco in trionfo porta un cesto di frutti (i doni pagani del dio). Questa immagine è presente anche in una illustrazione del romanzo mitologico di Francesco Colonna, Hypnerotomachia Poliphili, un'opera molto diffusa negli ambienti colti del nord e del Centro Italia, le cui illustrazioni erano spesso replicate e diffuse nelle botteghe degli artisti[6].
Il Bacco del Caravaggio si presenta seduto su una specie di triclinio, coperto da un lenzuolo in forma di tunica che scopre parte del torso. Il dio offre la coppa di vino appena versato (se ne vedono le bollicine) con la mano sinistra, per cui si pensa che il pittore abbia usato uno specchio in cui si riflette la propria immagine (il volto è più paffuto e colorito, offrendo un'immagine di salute e abbondanza rispetto invece al dimagrimento patologico del cosiddetto "Bacchino malato")[7]. La mano che versa il vino non sembra sicura, ma incerta (come mostrano la posizione delle dita e le vibrazioni sul bicchiere), ed è probabile che il pittore volesse inserire un indizio di ubriachezza.
Non si conosce il modello dell'opera: alcuni sostengono che si tratti dello stesso Caravaggio (seppur molto trasformato) che avrebbe lavorato alla stesura dell'opera con un sistema di specchi; altri, invece, notano la somiglianza di questo Bacco con Mario Minniti, compagno e amico di Caravaggio, che probabilmente aveva posato in altre opere del pittore lombardo.[8]
Le interpretazioni del dipinto sono diverse. Il Posner dà un significato omosessuale all'opera notando delle somiglianze con il ritratto di Antinoo, l'amato di Adriano[9]; su questa linea Frommel ritiene che Caravaggio volesse rifarsi al rapporto che c'era tra lui e il modello, Mario Minniti[10]; per Röttengen il Bacco vuole rappresentare un tema caro a Caravaggio, quello dell'eterna giovinezza[11]. L'ipotesi formulata da Maurizio Calvesi, invece, è portata a vedere in Bacco Cristo redentore che offre il vino (il sangue di Dio) come simbolo di sacrificio e redenzione. Ed è possibile, sempre secondo Calvesi, che Caravaggio, inoltre, conoscesse il testo del Comanini, Gli effetti della mistica theologia, del 1590 che parla di Gesù come di un "grappolo d'uva" che viene "torchiato" e rinasce come vino[12]. Ma Bacco, secondo un'allegoria nota anche al cardinal Del Monte, è anche lo Sposo del Cantico dei Cantici, dai capelli ricci e negri e la frutta rappresentata nel cesto allude anch'essa al Cantico (l'uva, le mele, la melagrana, i fichi).
La mano destra del Bacco tiene un fiocco, posto in corrispondenza dell'ombelico "onfale del mondo". Esso sarebbe da interpretarsi come il nodo che unisce Dio all'uomo, è quindi un Homo copula mundi tipico della filosofia neoplatonica di Marsilio Ficino[13], che unitamente all'alchimia era ben nota al cardinale.
Nel corso di una fase di restauro, le sofisticate analisi utilizzate hanno permesso di scoprire, all'interno della citata caraffa di vino, un volto di uomo, che i ricercatori ritengono essere l'autoritratto dello stesso Caravaggio[14].
In Svizzera, di recente, è stato rinvenuto un altro Bacco ad olio su tela (cm 98x95) che a detta degli studiosi dovrebbe essere una copia realizzata da un seguace o collaboratore del Caravaggio, forse Prospero Orsi, con interventi e supervisione del maestro. Prospero avrebbe realizzato la copia del Bacco, commissionata dallo stesso Del Monte e realizzata contemporaneamente al dipinto degli Uffizi[15].
Note
- ^ Sulla storia del dipinto, Maurizio Marini, Michelangelo Merisi da Caravaggio "Pictor praestantissimus", Roma, Newton Compton, ult.ed, 2005, scheda n.23, pp. 174-175 e pp. 411-413.
- ^ Si veda Collezionismo mediceo e storia artistica. Da Cosimo I a Cosimo II, a c. di Paola Barocchi, Firenze 2002, vol. I, pp. 27-38. Sul rapporto fra il cardinale e il Granduca, cfr. Zugmunt Wezbinski, Il Cardinal Francesco Maria del Monte 1549-1646, Firenze, Olschki, 1994, pp. 93-99. Sui rapporti fra Caravaggio e Del Monte,C.L. Frommel, Mario Minniti, Caravaggio e il cardinal Francesco Maria del Monte, in Michelangelo Merisi da Caravaggio. La vita e le opere attraverso il documenti, a c. di Stefania Macioce, Roma, Logart, 1991, pp. 48-91. Il Caravaggio nel periodo in cui abitò presso il Del Monte e lavorò per lui, si aprì al mercato delle opere d'arte e le sue furono presto molto ambite e ricercate dai collezionisti, cfr. Luigi Spezzaferro, Caravaggio accettato. Dal rifiuto al mercato, in Caravaggio nel IV Centenario della Cappella Contarelli, Atti del Convegno internazionale, Roma, 2005, pp.36-38; 41-42; 46-47.
- ^ Maurizio Marini, Michelangelo Merisi, cit., pp. 412 e 413.
- ^ Cfr. Maurizio Marini, Michelangelo Merisi, cit., pp. 174-17 e 411-12.
- ^ Maurizio Marini, Michelangelo Merisi, cit., pp. 174-175.
- ^ Il disegno del Bellini è nel foglio 36 del Museo del Louvre. Francesco Colonna, Hypnerotomachia poliphili, a cura di Mario Ariani e M. Gabriele, Milano, 1998, p.924; l'offerta dei frutti di Bacco richiama all'immagine del"fruttarolo", altro dipinto di Caravaggio, che sotto forma di giovane è immagine silenica di Bacco stesso, come descritto negli " Inni Orfici". Ancora l'offerta dei frutti di Bacco che si trova nell'opera del Colonna è fonte per le composizioni di frutti dell'Arcimboldi, le cui opere dovevano essere ben note a Caravaggio, cfr. M. Calvesi, La fonte dell'Arcimboldi e il verde sogno di Polifilo, in Arcimboldi e l'arte della meraviglia, Firenze, 1987, p.45.
- ^ È Baglione, in Vite de' pittori, scultori et architetti, a riferire che "fece alcuni quadretti da lui nello specchio ritratti. Et il primo fu un Bacco con alcuni grappoli d'uve diversi", Ed. Roma, 1642, p.136.
- ^ Mario Minniti, il modello di Caravaggio Ch. L. Frommel, Caravaggio und seine modelle, in Castrum peregrini, 1971,96,pp. 21-56. La somiglianza si evince dal raffronto con il ritratto pubblicato nel XIX secolo da Grasso Cacopardo, in G. Grasso Cacopardo, Memorie de'pittori messinesi e degli esteri che in Messina fiorirono dal secolo XII al XIX, Messina, 1821, Vita di Mario Minniti, pp. 83-86.
- ^ D. Posner, Caravaggio's homoerotic early works, in " Art Quarterly", n. 34, 1975, pp. 301-324. Posner è stato il primo studioso che con rigore scientifico e al di là dei cliché e degli stereotipi ha affrontato il delicato tema dell'omosessualità che taluni dipinti sembrano manifestare. Il rapporto fra la statua a mezzo busto nudo dei Musei Vaticani di Antinoo, fornisce un utile confronto. Vari ritratti di Antinoo erano presenti nelle collezioni romane di antichità e alcuni in Palazzo Giustiniani. Per i rapporti del pittore con l'antico, cfr. M.C.Fortunati, L'ellenismo e l'attenzione per il mondo antico di Michelangelo Merisi da Caravaggio in "Romana Gens",34, 1996, pp.23-36.
- ^ C.L.Frommel, Mario Minniti, cit., pp. 48-50.
- ^ Herwarth Rottgen, Il Caravaggio. ricerche e interpretazioni. Roma, Bulzoni, 1974 Analisi del Bacco.
- ^ Maurizio Calvesi, La realtà del Caravaggio, Torino, Einaudi, p. 233. Degli effetti della mistica theologia venne pubblicato con successo nel 1590.
- ^ Il Bacco Historia web Archiviato il 2 aprile 2012 in Internet Archive.
- ^ Cfr. Il ritratto di Caravaggio nella Brocca del Bacco del 29.10.2009 sul sito de «La Stampa» Archiviato il 31 ottobre 2009 in Internet Archive.
- ^ Maurizio Marini, Michelangelo da Caravaggio e i suoi doppi, in Caravaggio. Originale und kopien im Spiegel der foschung a c. di M. Marini, Düsseldorf, 2005, pp. 1-31. Orsi lavorò molto per gli Altemps ed ebbe larga importanza nel diffondere presso mercanti e collezionisti l'opera di Caravaggio. Dopo la morte del maestro si riteneva detentore di una specie di copyright sulle sue opere.
Bibliografia
- Mina Gregori, Bacco (scheda), in Claudio Strinati (a cura di), Caravaggio (Catalogo della Mostra tenuta a Roma nel 2010), Milano, Skira, 2010, pp. 76-81, ISBN 978-88-572-0601-1.
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- Galleria degli Uffizi di Firenze - sito ufficiale