Song to a Seagull album in studio | |
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Artista | Joni Mitchell |
Pubblicazione | marzo 1968 pubblicato negli Stati Uniti |
Durata | 37:22 |
Dischi | 1 |
Tracce | 10 |
Genere | Folk rock |
Etichetta | Reprise Records (RS 6293) |
Produttore | David Crosby |
Arrangiamenti | Joni Mitchell |
Registrazione | Hollywood al Sunset Sound Studio 3, 1967 |
Formati | LP |
Joni Mitchell - cronologia | |
Album precedente
— |
Recensione | Giudizio |
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AllMusic | [1] |
Sputnikmusic | 3.8 (Excellent)[2] |
Piero Scaruffi | [3] |
Dizionario del Pop-Rock | [4] |
24.000 dischi | [5] |
Song to a Seagull è il primo album della cantautrice canadese Joni Mitchell, pubblicato nel marzo del 1968[6] dalla Reprise Records.
Il disco
[modifica | modifica wikitesto]Originaria delle praterie canadesi, nel 1968 Joni Mitchell abitava nelle metropoli statunitensi; per questa ragione decise di dividere le dieci canzoni dell'album in due parti, la prima intitolata I Came to the City (Arrivai in città) e la seconda Out Of the City and Down to the Seaside (Fuori dalla città e giù sino al mare). I brani del lato a erano stati composti quando la folksinger abitava dapprima a Toronto nel quartiere di Yorkville e poi ai margini di New York, nel rione di Chelsea; quelli del lato b si riferiscono al suo rapporto con gli scenari marini una volta insediatasi sulla costa ovest in seguito all’incoraggiamento da parte di David Crosby.[7] Le due sezioni mettevano a paragone i vizi e l'incomunicabilità della vita cittadina con il senso di fuga e di mistero dati dal mare.[8] David Crosby, che nei crediti dell'album appare in veste di produttore, ammise di avere usato troppi microfoni durante le fasi di registrazione provocando fischi nel master; alla Elektra Records John Haeny, un tecnico del suono, si incaricò di rimuoverli, ma l’audio perse una banda di alte frequenze risultando piatto e smorzato.[9] La carenza tecnica sarebbe stata corretta con la stampa in digitale del CD che ha invece un suono brillante.[10]
I brani
[modifica | modifica wikitesto]- I Had a King è una composizione di chiaro stampo autobiografico nella quale dietro ai contorni fiabeschi Joni Mitchell traccia il fallimento del suo matrimonio.[11] Nel testo si avvicendano i rimpianti, e la separazione sentimentale è trattata in toni delicati, diversamente dalla ruvida It's All Over Now, Baby Blue di Bob Dylan.[12] Riprendendo il titolo del brano, Graham Nash avrebbe risposto con la triste I Used to Be a King, inclusa nel suo album del 1971 Songs for Beginners, che rievocava l’intensa relazione amorosa con la cantante canadese.[13]
- Michael from Mountains fu inciso per la prima volta da Judy Collins nel suo album del 1967 Wildflowers.[14] Il testo è scritto in seconda persona e i versi sono pertanto coniugati al tempo presente.[15] Il brano fu composto dopo la relazione fra Joni Mitchell e Michael Durbin;[16] l’anno successivo Ralph McTell pubblicò un album la cui prima traccia, in risposta alla folksinger canadese, si intitolava Michael in the Garden, ma i protagonisti dei due brani sono tra loro profondamente diversi.[17] La canzone venne eseguita al Gaslight South di Miami da una Mitchell esordiente; fra gli spettatori si trovava David Crosby che rimase talmente colpito dall’esecuzione da indurlo a convincere la giovane a trasferirsi con lui in California.[18]
- Night in the City, composta nel 1966 come inno al paesaggio urbano di Toronto,[19] vuole anche essere una difesa del quartiere bohémien di Yorkville che alcuni benpensanti della metropoli canadese denigravano con accuse ai giovani anticonformisti lì residenti, e si distingue per il vivace ritmo di swing a confronto con i toni delicati ed elegiaci di gran parte dei brani che compongono l’album.[20] La vivacità è data, oltre che dal ritmo, anche dalla presenza al basso di Stephen Stills – che si trovava in un’altra sala degli studi di registrazione dei Sunset Studio con i Buffalo Springfield.[21] Il brano è caratterizzato dalla sovraincisione del pianoforte suonato dalla folksinger.[22]
- Marcie risente delle influenze di Leonard Cohen e in particolare del brano Suzanne, come ammette la stessa Mitchell.[23] Originariamente la composizione era intitolata Portrait in Red and Green o alternativamente Ballad in Red and Green e il cromatismo di quei titoli e dei versi dà conto dell’inclinazione pittorica della cantautrice.[24] La protagonista della ballata è nella realtà un’abitante di Londra, ma la descrizione vuole rappresentare la stessa compositrice che, a suo dire, si identifica in tutte le canzoni dell’album.[25]
- Nathan La Franeer denunzia la disumanizzazione del paesaggio urbano[26] visto attraverso una corsa in taxi che percorre le vie di New York in direzione dell’aeroporto. La cupezza dei versi è accresciuta dalla lugubre sirena di una macchina della polizia, unica sovraincisione non musicale dell’album.[27]
- Sisotowbell Lane rappresenta la contrapposizione fra città e campagna e il desiderio da parte di una generazione di fare ritorno all’Eden,[28] e descrive un rifugio campestre senza soffermarsi sui particolari, a differenza dei testi dettagliati di altre canzoni; è strutturata con una progressione armonica semplice sui cui accordi la folksinger innesta strutture originali.[29] Come in altri casi di parole create dalla fantasia di Joni Mitchell, ‘Sisotowbell’ è un acronimo per “Somehow, in spite of troubles, ours will be ever lasting love”.[30]
- The Dawntreader presenta una prestazione vocale di Joni Mitchell fra le più intime della sua carriera, un’esecuzione al tempo stesso trascendente come quella di una sirena e intima come quella di un amante.[31] I riferimenti testuali alla navigazione marina fanno associare il brano a David Crosby,[32] ma le rappresentazioni di sirene, tesori e delfini fanno pensare anche all’aspirazione della cantautrice ad avventurarsi per mare, che simbolicamente rappresenta desideri personali – amore e cambiamenti sociali – insieme ad altri rimasti inespressi.[33]
- The Pirate of Penance riprende dal brano precedente la tematica del mare.[34] Il soggetto è un rapporto a tre fra due donne e un uomo temerario – il pirata – che alla fine viene misteriosamente ucciso.[17] La voce narrante di una delle donne, Penance Crane, si incrocia con quella della danzatrice e il dialogo fra i due personaggi si sovrappone; per evidenziare la distinzione fra i due personaggi, Joni Mitchell interpreta la parte della danzatrice con una tonalità vocale bassa, come se parlasse da lontano.[35]
- Song to a Seagull è anch’essa autobiografica: nella sua vita cittadina Joni Mitchell si descrive vulnerabile, solitaria, sentendosi come Robinson Crusoe dopo un naufragio.[36] Inizialmente la narratrice saluta il gabbiano e nel ritornello si congiunge al volo dello stormo che fugge dall’incomprensione dell’uomo. Joni Mitchell si concentra in particolare sulla sfida alla legge di gravità e sulla sua scomparsa volando fuori dalla vista e superando i confini della propria esistenza mondana,[37] allontanandosi in tal modo da una società che spersonalizza e ritornando al proprio elemento naturale.[38]
- Cactus Tree venne composta dopo che Joni Mitchell aveva assistito al documentario Dont Look Back in cui il regista Donn Alan Pennebaker aveva ripreso Dylan nel suo tour britannico.[39] La cantautrice dedica la prima strofa a David Crosby, la seconda è rivolta a Michael Durbin e la terza è indirizzata all’ex marito Chuck Mitchell;[40] una rievocazione redatta in terza persona delle sue storie d’amore più profonde ripercorse con nostalgia ma con lo sguardo rivolto al futuro e alla propria indipendenza sentimentale,[41] tema che costituirà il filo conduttore di tutti i suoi album.[42]
Tracce
[modifica | modifica wikitesto]Tutti i brani sono stati composti da Joni Mitchell
Lato A: I Came to the City
[modifica | modifica wikitesto]- I Had a King – 3:26
- Michael from Mountains – 3:38
- Night in the City – 3:35
- Marcie – 4:35
- Nathan La Franeer – 3:13
Durata totale: 18:27
Lato B: Out Of the City and Down to the Seaside
[modifica | modifica wikitesto]- Sisotowbell Lane – 4:00
- The Dawntreader – 4:50
- The Pirate of Penance – 2:40
- Song to a Seagull – 3:50
- Cactus Tree – 4:35
Durata totale: 19:55
Musicisti
[modifica | modifica wikitesto]- Joni Mitchell - voce, pianoforte, chitarra, banshee
- Stephen Stills - basso
- Lee Keefer - banshee
Note aggiuntive'
- David Crosby - produttore
- Registrato al Sunset Sound Studio 3 di Hollywood, California[43] nel 1967
- Art Cryst - ingegnere della registrazione
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) David Cleary, Song to a Seagull, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 5 gennaio 2017.
- ^ [1]
- ^ [2]
- ^ da Dizionario del Pop-Rock di Enzo Gentile & Alberto Tonti, Ed. Baldini & Castoldi, pagina 665
- ^ da 24.000 dischi di Riccardo Bertoncelli e Chris Thellung, Zelig Editore, pagina 645
- ^ Edwardson, p. 108.
- ^ Yaffe, p. 73.
- ^ Hinton, pp. 75-76.
- ^ Monk, p. 79.
- ^ Hinton, p. 79.
- ^ Morbiducci e Scarafoni, p. 41.
- ^ Yaffe, p. 42.
- ^ Mercer, p. 173.
- ^ George-Warren e Romanowski, p. 657.
- ^ Whitesell, p. 52.
- ^ Weller, p. 275.
- ^ a b Hinton, p. 77.
- ^ Yaffe, p. 69.
- ^ Mercer, p. 83.
- ^ Weller, p. 220.
- ^ Yaffe, p. 79.
- ^ Hinton, p. 76.
- ^ Mercer, pp. 100-101.
- ^ Yaffe, p. 57.
- ^ Hinton, p. 75.
- ^ Whitesell, p. 133.
- ^ Hinton, pp. 76 e 78.
- ^ Hinton, p. 78.
- ^ Whitesell, p. 129.
- ^ Sisotowbell Lane, su jonimitchell.com, Joni Mitchell Official Website. URL consultato il 5 agosto 2024.
- ^ Yaffe, p. 97.
- ^ Monk, p. 199.
- ^ Whitesell, p. 103.
- ^ Morbiducci e Scarafoni, p. 42.
- ^ Whitesell, pp. 44-45.
- ^ Weller, p. 45.
- ^ Whitesell, p. 104.
- ^ Morbiducci e Scarafoni, pp. 45-46.
- ^ Yaffe, p. 80.
- ^ Weller, p. 248.
- ^ Whitesell, p. 203.
- ^ Morbiducci e Scarafoni, p. 44.
- ^ (EN) pdf (PDF), su johnhaeny.com. URL consultato il 20 novembre 2015.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Ryan Edwardson, Canuck Rock: A History of Canadian Popular Music, Toronto, University of Toronto Press, 2009, ISBN 978-0802099891.
- (EN) Holly George-Warren e Patricia Romanowski (a cura di), The Rolling Stone Encyclopedia of Rock & Roll, 3ª ed., New York, Simon & Schuster, 2001, ISBN 0-7432-0120-5.
- Brian Hinton, Joni Mitchell – La signora del canyon, Padova, Arcana editrice, 1998, ISBN 88-7966-168-X. (Both Sides Now, Sanctuary Publishing Limited)
- (EN) Michelle Mercer, Will You Take Me As I Am – Joni Mitchell’s Blue Period, New York, Free Press, 2009, ISBN 978-1-4165-5929-0.
- (EN) Katherine Monk, Joni: The Creative Odyssey of Joni Mitchell, Vancouver, Greystone Books, 2012, ISBN 978-1-55365-837-5.
- Marina Morbiducci e Massimo Scarafoni, Joni Mitchell, Roma, Lato Side Editori, 1981, ISBN non esistente.
- (EN) Sheila Weller, Girls Like Us, New York, Simon & Schuster, Inc., 2008, ISBN 978-0-7434-9147-1.
- (EN) Lloyd Whitesell, The Music of Joni Mitchell, New York, Oxford University Press, 2008, ISBN 978-0-19-530757-3.
- (EN) David Yaffe, Reckless Daughter – A Portrait of Joni Mitchell, New York, Sarah Crichton Books, 2017, ISBN 978-0-374-53806-4.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) David Cleary, Song to a Seagull, su AllMusic, All Media Network.
- (EN) Song To A Seagull, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Song to a Seagull, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- (EN) Song to a Seagull by Joni Mitchell, su rateyourmusic.com. URL consultato il 20 novembre 2015.
- (EN) pdf (PDF), su johnhaeny.com. URL consultato il 20 novembre 2015. (studio e luogo di registrazione)
- (EN) Joni Mitchell: The Studio Albums, su pitchfork.com. URL consultato il 20 novembre 2015.