Sommi Picenardi | |
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Fondatore | Alberico da Sommo |
Data di fondazione | XII secolo |
Sommi Picenardi, antica nobile famiglia di Cremona.
Capostipite fu con Alberico da Sommo, dal 1128.[1]
Nel XII secolo i Sommi erano investiti del feudo nobile e perpetuo di alcune terre di Sommo e di molti altri diritti su altre ventidue terre della diocesi cremonese.[1]
Personalità illustri
[modifica | modifica wikitesto]- Alberico Sommi (XII secolo), fu tra i testimoni dell'atto con cui nel 1128 Oddone, abate del monastero di San Sisto in Piacenza, investe Oddone di Comazo della corte di Guastalla.[1]
- Bartolomea Picenardi (1428-1468), nota come beata Elisabetta,[2] terziaria dell'ordine dei Servi di Maria;[1]
- Annibale Picenardi (XVI Secolo), militare;[1]
- Antonio Maria Picenardi (XVI secolo), letterato e diplomatico;[1]
- Ottaviano Picenardi (1570-1646),[3] legato a papa Paolo V, senatore e podestà di Pavia nel 1621, inviato come ambasciatore presso la Repubblica di Venezia da Filippo IV di Spagna e da questi elevato alla carica di Presidente del Senato di Milano,[1] dal 1641 al 1646;
- Ottavio Picenardi (1661-1722), nominato da Clemente XI vescovo di Reggio Emilia[1] dal 1701 al 1722;
- Ottavio Luigi Picenardi (XVIII secolo), marchese di Calvatone, insieme al fratello Giuseppe ultimi della loro famiglia, con donazione del 1816, chiamarono i nipoti Girolamo e Antonio a raccogliere i beni, i diritti e il nome dei Picenardi. Con questo pervenne in casa Sommi la villa di Torre de' Picenardi;[1]
- Guido Sommi Picenardi (1839-1914) è stato uno storico e letterato italiano.
- Gerolamo Sommi Picenardi (1869-1926), deputato;[4]
- Galeazzo Sommi Picenardi (1870-1916), militare, Medaglia d'Oro al valor di Marina.
- Guido Sommi Picenardi (1892-1949), musicista futurista, giornalista, critico e storico, sposò la principessa Anna Maria "Mananà" Pignatelli Aragona Cortés dei Duchi di Terranova (1894-1960);[5]
Palazzi di famiglia
[modifica | modifica wikitesto]Archivio
[modifica | modifica wikitesto]L'archivio fu notificato nel 1973 quando era ancora conservato nella villa della famiglia a Olgiate Molgora. L'archivio è conservato presso l'archivio di Stato di Cremona.[6]
Arma
[modifica | modifica wikitesto]Scudetto di argento partito: a sinistra caricato di una fascia di rosso e a destra da un liocorno anuro (cioè privo di coda) rampante dello stesso su - monte a 3 cime di verde su fascia di argento su rosso accompagnata in alto da - una ruota di oro e in basso da - una palla dello stesso - aquila bicipite di nero coronata di oro su oro - su leone rampante coronato di oro tenente con 3 zampe un ramo di cotogno di verde fruttato di oro su azzurro.[7]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i Sommi Picenardi, su Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 20 marzo 2018.
- ^ Beata Elisabetta di Mantova.
- ^ Giovan Carlo conte Tiraboschi, La Famiglia Picenardi Ossia Notizie Storiche Intorno Alla Medesima.
- ^ Camera dei Deputati. Gerolamo Sommi Picenardi.
- ^ Matteo Turconi, Sommi Picenardi in Le grandi famiglie di Milano, Roma, 2015.
- ^ Sommi Picenardi, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 20 marzo 2018.
- ^ Sommi Picenardi, su leonemarinato.it. URL consultato il 20 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 20 marzo 2018).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giovan Carlo Tiraboschi, La Famiglia Picenardi Ossia Notizie Storiche Intorno Alla Medesima, Cremona, 1815.
- G. Grasselli, Memorie genealogiche di alcune illustri famiglie cremonesi, Cremona, 1817 (ristampa del 1980).
- V. Spreti, Enciclopedia storico nobiliare italiana, Bologna, 1969.
- Matteo Turconi, Sommi Picenardi in Le grandi famiglie di Milano, Roma, 2015.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sommi Picenardi, su Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.