Sogliola dal porro | |
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Pegusa lascaris | |
Stato di conservazione | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Superphylum | Deuterostomia |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Infraphylum | Gnathostomata |
Superclasse | Osteichthyes |
Classe | Actinopterygii |
Sottoclasse | Neopterygii |
Infraclasse | Teleostei |
Superordine | Acanthopterygii |
Ordine | Pleuronectiformes |
Famiglia | Soleidae |
Genere | Pegusa |
Specie | P. lascaris |
Nomenclatura binomiale | |
Pegusa lascaris Risso, 1810 | |
Sinonimi | |
Pleuronectes lascaris, Solea aurantiaca, Solea lascaris, Solea scriba, Solea vermeuleni |
La sogliola dal porro o sogliola[1] (Pegusa lascaris Risso, 1827), è un pesce osseo marino della famiglia Soleidae.
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]L'areale di questa specie comprende l'Oceano Atlantico orientale a nord fino all'Irlanda, il mar Mediterraneo e il mar Nero. Segnalata anche nel Canale di Suez e nel mar d'Azov[2]. Nel Mediterraneo è comune solo lungo le coste del nord Africa[3]. Nei mari italiani è una specie complessivamente rara[4]
È una specie bentonica di fondi mobili sabbiosi o fangosi che di solito staziona a qualche decina di metri di profondità[2], i giovanili possono penetrare nelle lagune e nelle foci fluviali[3].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Come tutti i pesci piatti ha un aspetto caratteristico, asimmetrico e con entrambi gli occhi su un lato del corpo che viene denominato "lato oculare" (in questa specie il destro) mentre il lato privo di occhi viene chiamato "lato cieco". Il corpo è ovale come nella sogliola comune ma un po' più rotondeggiante. Questa specie è molto simile alla congenere sogliola adriatica da cui si distingue soprattutto per avere la pinna pettorale del lato oculare con una macchia scura al centro bordata da un alone giallastro e per avere alcuni raggi delle pinne dorsale e anale scuri disposti a distanze regolari. Come tutti i membri del genere Pegusa ha la narice del lato cieco espansa a rosetta (da cui il nome comune)[3].
Il colore del lato oculare è brunastro o rossastro pallido con piccoli punti neri e bianchi sparsi[3].
La misura media è sui 30 cm, la taglia massima è di circa 40 cm[2].
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Vive fino a 15 anni[2].
Alimentazione
[modifica | modifica wikitesto]È un animale predatore, si nutre di crostacei come misidacei, anfipodi, gamberetti ed altri decapodi di molluschi bivalvi e policheti[2].
Pesca
[modifica | modifica wikitesto]La pesca avviene con le reti a strascico e, occasionalmente, con le reti da posta. Le carni sono commestibili ma, anche per le piccole dimensioni, non ha importanza per la pesca commerciale[2][4].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Decreto Ministeriale n°19105 del 22 settembre 2017 - Denominazioni in lingua italiana delle specie ittiche di interesse commerciale, su politicheagricole.it.
- ^ a b c d e f (EN) (EN) Pegusa lascaris, su FishBase. URL consultato il 20.03.2014.
- ^ a b c d Patrick Louisy, Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo, a cura di Trainito, Egidio, Milano, Il Castello, 2006, ISBN 888039472X.
- ^ a b Francesco Costa, Atlante dei pesci dei mari italiani, Milano, Mursia, ISBN 8842510033.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Pegusa lascaris
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) (EN) Pegusa lascaris, su FishBase. URL consultato il 20.03.2014.