I simboli di Venezia sono tutti quei simboli che identificano la città di Venezia. Lo stemma, il gonfalone e la bandiera adottati ufficialmente il comune di Venezia hanno un'iconografia è ispirata a quella impiegata dall'antica Repubblica di Venezia, il cui simbolo più iconico è rappresentato dal Leone di San Marco.
Simboli ufficiali
[modifica | modifica wikitesto]Stemma
[modifica | modifica wikitesto]La Repubblica di Venezia non codificò mai il proprio stemma e lo stemma con il leone di San Marco variava molto.[1] Il 15 dicembre 1879 il comune adottò uno stemma codificato come: "Lo stemma del Comune di Venezia viene stabilito in uno scudo azzurro col Leone posto in maestà, ossia di fronte, a lato e nimbato d'oro, tenente nelle branche un libro aperto del medesimo metallo, in cui sarà scolpito in lettere nere il motto: PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEUS, quale trovasi dipinto nella tavola n. 2 annessa alla presente relazione".[2]
La codificazione dei simboli cittadini avvenne anche il 1º maggio 1942.[1]
La Giunta municipale di Venezia incaricò, con delibera n. 1064 del 30 marzo 1995, lo storico Mario De Biasi e l'araldista Giorgio Aldrighetti "di definire il nuovo stemma, gonfalone, bandiera e sigillo per la Città". Il loro studio fu adotto dalla giunta all'unanimità il 24/25 giugno 1996. Con decreto del presidente della Repubblica 6 novembre 1996, si stabiliva lo stemma e il gonfalone della città. Invece di essere timbrato dalla corona muraria delle città italiane, lo stemma di Venezia è timbrato dal corno dogale, in virtù della millenaria repubblica, in accordo all'art. 94 del R. D. 7 giugno 1943, n. 652, che così recita: "Gli Enti morali possono fregiare la loro arma ed insegna con quelle corone speciali, delle quali si proverà la concessione e il possesso legale". Similmente, la forma dello scudo non è quella tipica dei comuni italiani, ma quello tradizionale in uso a Venezia.[3]
«D'azzurro, al leone d'oro, alato e nimbato dello stesso, con la testa posta di fronte, accovacciato, tenente fra le zampe anteriori avanti al petto il libro d'argento, aperto, scritto delle parole a lettere maiuscole romane di nero PAX TIBI MARCE nella prima facciata in quattro righe, ed EVANGELISTA MEUS nella seconda facciata, similmente in quattro righe. Lo scudo di forma veneta sarà timbrato dal corno dogale.»
Gonfalone
[modifica | modifica wikitesto]Con decreto del presidente della Repubblica 6 novembre 1996, si stabiliva lo stemma e il gonfalone della città.
«Drappo di rosso con la bordatura dello stesso, bordata da filetti d’oro interni ed esterni incrociantisi negli angoli, e caricata da ricami d’oro e da quattro sfere armillari, d’azzurro e d’oro, una in capo, una in punta, due nei fianchi; il drappo sarà caricato dallo stemma della città con la iscrizione centrata in oro: CITTÀ DI VENEZIA. Il drappo sarà ornato nella parte inferiore da sei strisce rettangolari di rosso, orlate da filetti d’oro, caricate da ricami dello stesso, alte circa un terzo dell’intero drappo. Le parti di metallo e i cordoni saranno dorati. L’asta verticale sarà ricoperta di velluto rosso, con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma della Città e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d’oro.»
Bandiera
[modifica | modifica wikitesto]La prima bandiera ufficiale della città di Venezia fu approvata dal consiglio comunale il 15 dicembre 1879 e consisteva nel tricolore caricato dello scudo sabaudo e nel terzo superiore del drappo verde presentava un quadretto rosso contenente il leone marciano con la spada e il libro. Una nuova bandiera fu ordinata con il Decreto del Capo del Governo 1º maggio 1942 e ricalcava la precedente però diminuendo la dimensione del quadretto e togliendo la spada al leone[4]. Con la fine della guerra la bandiera fu di fatto abbandonata e al suo posto sventolò una bandiera codata, inalberata per la prima volta il 30 aprile 1922 per iniziativa popolare. Il 30 marzo 1995, il comune incaricava poi lo storico Mario De Biasi e l'araldista Giorgio Aldrighetti di rifare una nuova bandiera per Venezia così con il decreto del presidente della Repubblica dell'8 gennaio 1997, con il quale si stabilì l'attuale foggia della bandiera e del sigillo della città di Venezia[5].
«Drappo alto cm 100, lungo cm 200, comprese le strisce di cui infra, di rosso seminato di fiamme d'oro, con la bordatura di rosso, orlata da filetti d'oro, interni ed esterni incrociantisi negli angoli ed ornata da ricami d'oro, caricata da otto quadretti di rosso, posti tre in alto, tre in basso, due nei fianchi, recanti i seguenti emblemi: in alto verso l'asta, l'arcangelo Gabriele, centralmente la sacra Colomba; attigua alle strisce, la beata Vergine annunziata; in basso verso l'asta, il simbolo di San Matteo Evangelista; centralmente la beata Vergine con il divin Figlio; attiguo alle strisce, il simbolo di san Luca evangelista; nei fianchi verso l'asta, il simbolo di san Marco evangelista; attiguo alle strisce, il simbolo di san Giovanni evangelista; tutti i detti simboli e le dette figure al naturale. Il drappo sarà caricato dal Leone Marciano, passante, sostenuto dal ristretto recante a sinistra la fascia desinente a punta, simboleggiante il mare ondoso, sostenente a destra il monticello cimato dal castello torricellato di tre pezzi, la torre centrale sostenente il vessillo con il drappo sventolante a sinistra; il leone tenente con la zampa anteriore destra il libro aperto recante le parole nella prima facciata, in quattro righe, PAX TIBI MARCE, nella seconda facciata, similmente in quattro righe EVANGELISTA MEUS; il tutto d'oro, con la scritta in lettere maiuscole romane di nero.»
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(1879 - 1942)
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(1942 - 1947)
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(1922 - 1997)
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(1997 - presente)
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b STEMMA DELLA CITTÀ DI VENEZIA - L'ARALDICA CIVICA, su iagi.info. URL consultato il 23 gennaio 2022.
- ^ MF408460, Storia, su Comune di Venezia., 3 aprile 2017. URL consultato il 23 gennaio 2022.
- ^ STEMMA DELLA CITTÀ DI VENEZIA - L'ARALDICA CIVICA, su iagi.info. URL consultato il 23 gennaio 2022.
- ^ STEMMA DELLA CITTÀ DI VENEZIA - L'ARALDICA CIVICA, su iagi.info. URL consultato il 20 gennaio 2020.
- ^ Italia città3, su digilander.libero.it. URL consultato il 20 gennaio 2020.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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