Sigurðr Hlöðvirsson, comunemente noto come Sigurd il Forte (in norreno Sigurðr digri; 960 circa – 23 aprile 1014), è stato un Conte delle Orcadi. La principale fonte di informazioni sulla sua vita è la Saga degli uomini delle Orcadi, scritta secoli dopo la sua morte.
Secondo la Saga degli uomini delle Orcadi, Sigurd era figlio di Hlodvir, uno dei cinque figli di Thorfinn Turf-Einarsson, e di Eithne, che si dice fosse figlia di Kjarvalr, re d'Irlanda, Cerball mac Dúnlainge, re di Osraige, che morì nell'888. Hlodvir morì nel proprio letto e lasciò il titolo di conte a Sigurd.[1][2]
Lo zio di Sigurd, Ljot, era stato ucciso in guerra contro gli scozzesi, e Sigurd dovette presto affrontare problemi nelle regioni meridionali. Un certo "conte Finnleik" guidò un esercito contro di lui, superandolo in numero in proporzione di sette a uno. La Saga riporta la risposta che la madre di Sigurd gli diede quando si rivolse a lei per un consiglio:
«betra er at deyja með sœmð en lifa með skǫmm. Tak þú hér við merki því, er ek hefi gǫrt þér af allri minni kunnáttu, ok vænti ek, at sigrsælt myni verða þeim, er fyrir er borit, en banvænt þeim, er berr.[3]»
«meglio morire nella gloria che vivere nella vergogna. Prendi ora questa insegna, che ho tessuto per te con tutta la mia arte. M'attendo che rechi vittoria a chi la segua, e morte a chi la porti[4]»
Lo Stendardo del corvo si comportò come predetto dalla madre di Sigurd: egli vinse, ma chi portava lo stendardo morì.[1]
Secondo la Njáls saga del XIII secolo, Gormflaith chiese al figlio Sigtrygg Barba di Seta di chiedere a Sigurd di aiutarla a combattere contro il suo ex marito, Brian Boru:
In una fonte irlandese del XII secolo, il Cogad Gáedel re Gallaib, vengono raccontati gli eventi della battaglia di Clontarf del 1014. Gli "stranieri e abitanti di Leinster" furono guidati da Brodir dell'isola di Man e da Sigurd, e la battaglia durò tutto il giorno. Anche se Brian morì in battaglia, gli irlandesi riuscirono a cacciare indietro i nemici fino al mare, e lo stesso Sigurd fu ucciso. Sigurd lasciò quattro figli: Brusi, Sumarlidi, Einar e Thorfinn, ognuno dei quali ebbe il titolo di Conte delle Orcadi.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Orkneyinga saga, capitolo 11.
- ^ (EN) Donnchadh Ó Corráin, Viking Ireland - Afterthoughts, in H. B. Clarke, Máire Ní Mhaonaigh e Raghnall Ó Floinn (a cura di), Ireland and Scandinavia in the Early Viking Age, Dublin, Four Courts Press, 1998, p. 440.
- ^ Orkneyinga saga, capitolo 11 (p. 25).
- ^ Traduzione in La saga degli uomini delle Orcadi, p. 30
- ^ Brennu-Njáls saga, p. 442.
- ^ Traduzione in La saga di Njáll, p. 336
- ^ Brennu-Njáls saga, p. 445.
- ^ Traduzione in La saga di Njáll, pp. 338-339
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (NON) Finnbogi Guðmundsson (a cura di), Orkneyinga saga. Legenda de sancto Magno. Magnúss saga skemmri. Magnúss saga lengri. Helga þáttr ok Úlfs, Reykjavík, Hið Íslenzka Fornritafélag, 1965.
- (NON) Einar Ólafur Sveinsson (a cura di), Brennu-Njáls saga, Reykjavík, Hið Íslenzka Fornritafélag, 1954.
- Marcello Meli (a cura di), La saga degli uomini delle Orcadi, Milano, Mondadori, 1997.
- Marcello Meli (a cura di), La saga di Njáll, Milano, Mondadori, 1997.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]