«Alla leggenda dei Nibelunghi il regista Gentilomo non s'è accostato con gli intendimenti artistici che già mossero il tedesco Lang a portarla sullo schermo negli anni del «muto»; l'ha semplicemente narrata a fini di spettacolo, giovandosi del grande schermo a colori e di suggestivi richiami, nella colonna sonora, della musica wagneriana. Tutto si svolga nei modi e nelle forme con cui la fantasia popolare ama raffigurarsi i casi dell'eroe, in chiave tra di favola e di libretto di opera. [...] La bella avventura è rievocata con larghezza di mezzi e abilità di trucchi, fra castelli e foreste d'un germanismo di maniera. Qualche saggio di buon gusto nella scelta dei costumi e corretta interpretazione degli attori [...].»