Nella cosmogonia del filosofo presocratico Parmenide e poi Empedocle, lo Sfero è la forma che assume l'universo quando è dominato dall'amore.
Secondo Empedocle, le quattro radici (rhizai), ossia gli elementi (acqua, terra, aria e fuoco) che formano tutte le cose sono governati dalla tensione fra l'amore (philia) e la contesa (neikos), i quali prevalgono a tempi alterni.
Quando prevale l'amore, tutti gli elementi sono fusi insieme in una sfera perfettamente omogenea senza determinazioni e conflitti interni, isolata in mezzo al nulla, appunto lo sphairos o Sfero. Così descrive Empedocle il suo stato:
«Simile ovunque a se stesso ed ovunque indeterminato,
Sfero rotondo che gode della sua solitudine piena.»
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ «Ma da ogni parte è uguale a se stesso, e ovunque senza confini / lo sfero rotondo che gioisce di avvolgente solitudine» (traduzione di Ilaria Ramelli e Angelo Tonelli, da I Presocratici, a cura di Giovanni Reale, Milano, Bompiani, 2006-2012, pp. 670-671).
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Voce "Sfero" in Nicola Ubaldo, Atlante illustrato di filosofia, Firenze, Giunti Editore, pp. 72-3, 2000. ISBN 8844009277; ISBN 9788844009274. Nuova ed.: 2005. ISBN 8809041925; ISBN 9788809041929.
- Empèdocle, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.