Gli Scaloviani o Skalviani (in lituano Skalviai; in tedesco Schalauer) erano una popolazione indigena affiliata ai prussiani e, di conseguenza, ai balti. Secondo il Chronicon terrae Prussiae di Pietro di Duisburg, vivevano in Scalovia, una terra a sud di quella abitata dai curoniani e dai samogiti, alla foce del fiume Nemunas nel 1240.
Geografia
[modifica | modifica wikitesto]La regione si estendeva su entrambe le sponde del fiume Memel, a nord della Nadruvia e a sud della Samogizia. Nel nord-est i confini possono ricercarmi nei pressi dei fiumi Šešupė, Ežeruona e Jūra, siti a sud-est della moderna Lituania. A est confinava con la Sudovia, a nord-ovest toccava il fiume Minija, a ovest la laguna dei Curi e a sud-ovest il fiume Gilija. Gli insediamenti principali erano Rusnė, Ragainė e Tilžė.[1]
Nome
[modifica | modifica wikitesto]Il significato è incerto: potrebbe derivare da skalwa "scheggia (oppure vivere separati)" o skalauti, "tra le acque". Secondo le leggende prussiane, il nome della tribù deriverebbe da uno dei figli del re Widewuto di nome Schalauo.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]È possibile stimare la presenza di skalviani per via dei luoghi di sepoltura in cui sono presenti resti cremati e, talvolta, tombe di cavalli. A giudicare dagli scavi, si presume che tali comunità fossero collegate ad altri balti occidentali, quali i curi.[2] Tipiche reliquie sepolcrali scaloviane sono state ritrovate a Strewa, Skomanten, Jurgaiten, Nikeln, Paulaiten, Wilku Kampas, Weszaiten, Greyszönen, Lompönen e Wittgirren.
Il più importante centro della Scalovia era costituito da Ragnit e dalla sua fortificazione. Pietro di Duisburg descrive un castello di legno che non poteva essere conquistato con la forza o inducendo gli occupanti alla fame perché gli abitanti della fortezza avevano costruito un lago artificiale al suo interno pieno di pesci. Gli assaltatori dovettero incendiare il castello.[3]
Nel 1276–1277, la Scalovia fu conquistata dai Cavalieri Teutonici. Nelle cronache, vengono menzionati i nobili Sarecka (Sareikā), Surbantas, Svirdotas e Surdota. Nel 1281, Jondele Schalwithe ottenne il primo "Landesprivileg" e nel 1289 fu costruito il castello dell'ordine a Ragnit.[4] Tra il 1281 e il 1383 furono assegnati nuovi diritti ai luoghi espugnati. Nel 1411, viene testimoniata una campagna dei samogizi avviata dal loro capo, Rumbaudas Valimantaitis, contro i castelli di Ragnit, Tilsit e Splitter.
Gli ultimi riferimenti agli skalviani risalgono al 1542 (in cui si parla di coloro che risiedevano nel castello di Ragnit) e al 1563 (con riguardo agli abitanti di Splitter).
Lingua scaloviana
[modifica | modifica wikitesto]Skalviano † Scaloviano | |
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Parlato in | Lituania minore, Kaliningrad |
Periodo | XIII secolo |
Locutori | |
Classifica | estinta |
Tassonomia | |
Filogenesi | Lingue indoeuropee Lingue balto-slave Baltiche occidentali Skalviano |
Codici di classificazione | |
ISO 639-1 | svx
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ISO 639-3 | svx (EN)
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Si presume che lo skalviano, o scaloviano, sia riconducibile al ramo occidentale delle lingue baltiche o ai dialetti di quella regione geografica.[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Carl Waldman e Catherine Mason, Encyclopedia of European Peoples, Infobase Publishing, 2006, p. 556, ISBN 978-14-38-12918-1.
- ^ (EN) Gary Dean Peterson, Vikings and Goths: A History of Ancient and Medieval Sweden, McFarland, 2016, p. 196, ISBN 978-14-76-66218-3.
- ^ (EN) Baltic Peoples, General Books, 2010, p. 111, ISBN 978-11-55-69297-5.
- ^ (EN) Zigmantas Kiaupa, The History of Lithuania: Before 1795, Arturas Braziunas, 2000, p. 112, ISBN 978-99-86-81013-1.
- ^ (EN) Zigmas Zinkevičius, The History of the Lithuanian Language, Mokslo ir enciklopedijų leidykla, 1996, p. 51, ISBN 978542001363-2.