Santuario della Madonna delle Grazie | |
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Facciata | |
Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Località | Bardi |
Indirizzo | località Madonnina |
Coordinate | 44°37′55.3″N 9°44′22.9″E |
Religione | cattolica di rito romano |
Titolare | Madonna delle Grazie |
Diocesi | Piacenza-Bobbio |
Consacrazione | 1779 |
Stile architettonico | neoclassico e neobarocco |
Inizio costruzione | 1774 |
Completamento | 1883 |
Il santuario della Madonna delle Grazie è un luogo di culto cattolico dalle forme neoclassiche e neobarocche, situato in località Madonnina alle porte di Bardi, in provincia di Parma e diocesi di Piacenza-Bobbio.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Sul luogo dell'attuale santuario fu edificato nel XIII secolo un piccolo oratorio, dedicato a san Biagio per celebrare la vittoria, nella battaglia di Bardi del 1321, delle truppe di Galeazzo I Visconti e Manfredo Landi sul guelfo Giacomo Cavalcabò.[1]
Il piccolo tempio, contenente una venerata immagine della Madonna, fu restaurato nel 1621.[1]
Nel 1774 l'edificio, ormai pericolante, fu chiuso al culto e demolito; al suo posto fu eretta su finanziamento di Battistina Bemi una nuova chiesa neoclassica, consacrata nel 1779.[1]
Nel 1883 il tempio fu completamente restaurato, con la costruzione dell'attuale facciata neobarocca su progetto di Giovanni Paini; al termine dei lavori, il 20 giugno 1888 il luogo di culto fu riconsacrato dal vescovo di Piacenza Giovanni Battista Scalabrini. L'anno seguente il papa Leone XIII elevò l'edificio a santuario mariano, col titolo di "Santuario della val Ceno".[1]
Intorno al 1950 la chiesa fu sottoposta a nuovi restauri,[1] che interessarono anche gli affreschi interni.[2]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La chiesa si sviluppa su una pianta centrale di forma ottagonale, con ingresso a ovest e presbiterio quadrangolare a est.[1]
L'alta e simmetrica facciata neobarocca è suddivisa verticalmente in tre parti, con due avancorpi laterali ad angoli concavi; il prospetto è suddiviso orizzontalmente da un elaborato cornicione in aggetto. Nella parte inferiore si elevano sei lesene coronate da capitelli corinzi, a sostegno della trabeazione modanata; nel mezzo è collocato l'ampio portale d'ingresso principale, affiancato da due lesene corinzie in pietra, su cui si innalza il frontone triangolare spezzato; negli avancorpi laterali si aprono i due accessi secondari, delimitati da semplici cornici e sovrastati da nicchie rettangolari. Nella parte superiore si elevano altre sei lesene corinzie in continuità con quelle inferiori, di cui quelle estreme sormontate da statue in pietra; nel mezzo si apre un rosone delimitato da cornice modanata, mentre in sommità si innalza un fastigio mistilineo, al cui centro campeggia l'epigrafe "AVE MARIA GRATIA PLENA"; gli avancorpi sono coronati da frontoni triangolari spezzati.[1]
Sui fianchi, scanditi da paraste, si aprono in alto due finestre rettangolari, mentre sul retro è posto nel mezzo un finestrone di forma analoga.[1]
All'interno l'ampia aula ottagonale è coperta da una volta a padiglione, riccamente decorata ad affresco come il resto dell'edificio con raffigurazioni a trompe-l'œil di finte architetture classiche; in corrispondenza dell'imposta della volta si sviluppa un'alta trabeazione, che prosegue anche in zona presbiteriale.[1]
Sulle pareti i trompe-l'œil inquadrano due oli realizzati dal pittore Antonio Bresciani nel 1771, provenienti dalla sconsacrata chiesa di San Francesco; sulla destra è posto all'interno di un'elaborata cornice in stucco rococò un dipinto raffigurante i Santi Pasquale Baylon e Margherita da Cortona, mentre sulla sinistra è collocato il gemello Sant'Antonio da Padova.[2]
Il presbiterio a pianta quadrata è coperto da una volta a padiglione, decorata con un affresco rappresentante una finta architettura su più ordini;[1] al centro si innalza l'altare con ancona in stile tardo-barocco, realizzato tra il 1774 e il 1779. A fianco è collocata una statua lignea policroma, raffigurante la Madonna del Rosario, attribuita allo scultore settecentesco Jan Hermansz Geenaert.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j Santuario della Beata Vergine Maria delle Grazie - Bardi, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 29 ottobre 2016.
- ^ a b c Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Bardi, su vacanze.itinerarionline.it. URL consultato il 29 ottobre 2016.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su santuario della Beata Vergine delle Grazie
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Santuario della Madonna delle Grazie, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.