Sangiaccato di Pakrac Pakrački Sandžak | |||||
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Informazioni generali | |||||
Capoluogo | Zaçasna (1552-1559) Pakrac (1559-1601) Çernik (1601-1691) | ||||
Dipendente da | Impero ottomano | ||||
Amministrazione | |||||
Forma amministrativa | Sangiaccato | ||||
Evoluzione storica | |||||
Inizio | 1552/1557 | ||||
Causa | Concretizzazione della conquista ottomana della Slavonia | ||||
Fine | 1699 | ||||
Causa | Annessione asburgica della Slavonia dopo il Trattato di Karlowitz | ||||
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Il sangiaccato di Pakrac[1] (in croato Pakrački sandžak) noto anche come sangiaccato di Čazma,[2] o sangiaccato di Cernica[2] fu uno dei sangiaccati dell'Impero ottomano. Il capoluogo era all'inizio Čazma e in seguito venne spostato nei centri di Pakrac e Cernik nella Slavonia ottomana. Il sangiaccato venne fondato dopo la conquista ottomana della Slavonia a metà del XVI secolo.
Sfondo
[modifica | modifica wikitesto]Gli ottomani conquistarono Pakrac nel 1543.[3] Il suo territorio non fu immediatamente stabilito come sangiaccato separato. Fino al 1544 apparteneva inizialmente al kadiluk di Kobašu del sangiaccato di Bosnia. Nel 1544 gli ottomani stabilirono il kadiluk a Velika al quale fu ceduto questo territorio. Solo nella seconda metà del XVI secolo fondarono un kadiluk a Pakrac.[4]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il sangiaccato di Pakrac fu fondato nel 1552[5] o nel 1557.[2] Il suo primo capoluogo fu Čazma.[6] Nel 1559 Čazma fu distrutta e la sede del sangiaccato fu trasferita a Pakrac.[7] Il primo documento che fa riferimento al sangiaccato di Pakrac risale al 1565.[6]: 195 Il primo sanjak-bey fu Ferhad-beg Desisalić-Vuković dell'Erzegovina.[8] All'inizio il sangiaccato di Pakrac era compreso nell'Eyalet di Rumelia e dopo il 1580 nell'Eyalet di Bosnia;[9][10] la sua frontiera occidentale era posta lungo il fiume Česma ma nel 1591 la frontiera si spostò e si stabilizzò più a est.[10] Verso il confine croato e slavono gli ottomani insediarono numerosi valacchi cristiani, che già vivevano lì o che furono portati dai territori turchi (serbi) per vivere tra le loro guarnigioni di confine.[11] A causa del numero considerevole di valacchi, varie parti del sangiaccato di Pakrac e del sangiaccato di Požega erano indicati come Mala Vlaška (tradotto in italiano Piccola Valacchia.[3] Gli ottomani si stabilirono a Pakrac e nei suoi dintorni con i valacchi della Bosnia a metà del XVI secolo, mentre a Pakrac vivevano principalmente musulmani croati e bosniaci.[12] Molti dei coloni musulmani erano di etnia turca, ma vi erano anche slavi del sud e albanesi islamizzati.[13]
Secondo un esperto della seconda metà del XVI secolo, questo sangiaccato aveva 13 nahiya (distretti).[4] Vennero fatti 15 defter (registri catastali) del sangiaccato di Pakrac, tutti nella seconda metà del XVI secolo.[14] Il defter del 1563 menzionava che il capitano della regione intorno al fiume Sava era Husein, figlio di Malkoč-beg.[15]
Nel 1586 le forze sotto il comando di Ali-beg, sanjak-bey del sangiaccato di Pakrac e del fratello di Ferhad Pasha Sokolović[16] furono sconfitte nei pressi di Ivanić Grad.[17] Nel 1593 le forze ottomane del sangiaccato di Pakrac sotto il comando del suo sanjak-bey Džafer-beg parteciparono alla battaglia di Sisak.[18] Il centro del sangiaccato fu trasferito a Çernik nel 1601. Il sangiaccato di Pakrac esistette fino alla conquista austriaca nel 1691 (e nominalmente fino al 1699). Il Trattato di Karlowitz finalizzò la conquista austriaca e determinò lo scioglimento del sangiaccato nel 1699.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Egidio Ivetic, Adriatico Orientale: Atlante storico di un litorale mediterraneo, Centro di Ricerche Storiche Rovigno, 6 gennaio 2014, p. 89, ISBN 978-953-7891-07-7.«...nell'eyalet di Buda e suddivisa tra il sangiaccato di Pakrac»
- ^ a b c Expansion of Islam in the Sanjak of Požega and Pakrac, Contributions to Oriental Philology / Revue de Philologie Orientale (41/1991)
- ^ a b Klaić, 1974, p. 4.
- ^ a b (SR) Бабић, Владимир, Историја народа Југославије, Просвета, 1960, p. 200.
- ^ (HR) Nenad Moačanin, Slavonija i Srijem u razdoblju osmanske vladavine, Hrvatski Institut za povijest, 2001, p. 8, ISBN 978-953-6659-08-1.
- ^ a b Godišnjak, Istorisko društvo Bosne i Hercegovine, 1952.
- ^ (HR) Josip Adamček, Ilustrirana povijest Hrvata, Stvarnost, 1990, p. 121, ISBN 978-86-7075-010-4. URL consultato il 13 ottobre 2021.
- ^ (HR) Hazim Šabanović, Bosanski pašaluk: postanak i upravna podjela, Oslobodenje, 1959, p. 67. URL consultato il 13 ottobre 2021.
- ^ Dalibor Brozović, Hrvatska enciklopedija, Leksikografski zavod "Miroslav Krleža", 1999-2009, p. 219, ISBN 953-6036-29-0, OCLC 42476234. URL consultato il 13 ottobre 2021.
- ^ a b Šimun Penava, Davor--humano središte svijeta : progon Hrvata i Muslimana s banjalučkog područja 1995, Hrvatski Institut za povijest, Podružnica za povijest Slavonije, Srijema i Baranje, 2003, p. 74, ISBN 953-6659-15-8, OCLC 58602178. URL consultato il 13 ottobre 2021.«Srijemski i Pakrački sandžak pripadali su kroz cijelo razdoblje osmanske vladavine istom pašaluku, i to Budimskom odnosno Bosanskom pašaluku»
- ^ Klaić, 1974, p. 4: "Izmedju tih gradova i naokolo njih smjestili su brojne krscanske Vlahe, koji su ili ondje vec prije prebivaU ili su ih iz nutarnjih turskih (srbskih) zemalja onamo dopremili.".
- ^ Mirko MARKOVIĆ, Slavonija, collana Povijest naselja i podrijetlo stanovništva, Golden Marketing., 2002, p. 497, ISBN 978-953-6168-12-5. URL consultato il 13 ottobre 2021.
- ^ (HR) Hrvoje Petrić; (2019) O nazočnosti muslimana u okolici Siska do 17. stoljeća, p. 74; Zbornik Janković, br. 4
- ^ (HR) Prilozi za orijentalnu filologiju: Revue de philologie orientale, 1977, p. 53. URL consultato il 13 ottobre 2021.
- ^ (HR) Prilozi za orijentalnu filologiju: Revue de philologie orientale, 1977, p. 111. URL consultato il 13 ottobre 2021.
- ^ Klaić, 1974, p. 432.
- ^ (HR) Dragutin Pavličević, Povijest Hrvatske, Naklada Pavičić, 2007, p. 173, ISBN 978-953-6308-71-2. URL consultato il 13 ottobre 2021.
- ^ (HR) Juraj Kolaković, Sisak u obrani od Turaka (1591-1593)., Novinska i radio-informativna ustanova "Jedinstvo,", 1967, p. 95. URL consultato il 13 ottobre 2021.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Vjekoslav Klaić, Povijest Hrvata od najstarijih vremena do svršetka XIX stoljeća, Nakladni zavod Matice hrvatske, 1974.