Technopedia Center
PMB University Brochure
Faculty of Engineering and Computer Science
S1 Informatics S1 Information Systems S1 Information Technology S1 Computer Engineering S1 Electrical Engineering S1 Civil Engineering

faculty of Economics and Business
S1 Management S1 Accountancy

Faculty of Letters and Educational Sciences
S1 English literature S1 English language education S1 Mathematics education S1 Sports Education
teknopedia

teknopedia

teknopedia

teknopedia

teknopedia

teknopedia
teknopedia
teknopedia
teknopedia
teknopedia
teknopedia
  • Registerasi
  • Brosur UTI
  • Kip Scholarship Information
  • Performance
  1. Weltenzyklopädie
  2. Samosata - Teknopedia
Samosata - Teknopedia
Niente fonti!
Questa voce o sezione sull'argomento siti archeologici della Turchia non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti.

Puoi migliorare questa voce aggiungendo citazioni da fonti attendibili secondo le linee guida sull'uso delle fonti.
Samosata
Moneta, proveniente da Samosata, del co-imperatore romano Marco Giulio Severo Filippo (r. 247-249)
Civiltàpreclassica, romana, bizantina, araba
Utilizzocittà
Localizzazione
StatoTurchia (bandiera) Turchia
RegioneAdıyaman
Mappa di localizzazione
Map
Modifica dati su Wikidata · Manuale

Samosata (in greco antico: Σαμόσατα?, Samósata) è un'antica città, posta nella parte sudorientale della Turchia, sulle sponde del fiume Eufrate.

Per un certo periodo fu chiamata Antiochia in Commagene (in greco Ἀντιόχεια ἡ Κομμαγηνή?). Fu spesso confusa con Arsamosata. Le sue rovine si trovavano in corrispondenza dell'attuale Samsat (provincia di Adıyaman), finché nel 1992 il sito archeologico non fu inondato a seguito della costruzione della diga Atatürk.

Storia

[modifica | modifica wikitesto]

Antichità classica

[modifica | modifica wikitesto]

La città si trovava all'incrocio tra una via di comunicazione est-ovest, che attraversava il corso superiore del fiume Eufrate su un guado, e un itinerario che andava da Damasco, da Palmira, e da Sūra sino all'Armenia e al mar Nero.

Centro di probabile origine ittita, venne incorporata nell'Impero assiro nel 708 a.C.; secoli dopo, fu fondata come "Samosata", secondo la tradizione da Sames, re di Sofene.

Col nome di Antiochia in Commagene servì da capitale per il regno ellenistico di Commagene a partire dal 160 a.C. circa e fino a quando si arrese a Roma nel 72 d.C.

Giuseppe Flavio racconta, infatti, che nel quarto anno di regno di Vespasiano (dal luglio del 72), Antioco, re della Commagene, fu implicato in vicende tali che lo portarono a dover rinunciare al trono del regno cliente di Commagene a vantaggio di un'annessione romana. Il governatore della provincia romana di Siria, Lucio Cesennio Peto, non sappiamo se in buona o cattiva fede nei confronti di Antioco, mandò una lettera a Vespasiano accusando lo stesso regnante, insieme con suo figlio Epifane, di volersi ribellare ai romani e di aver già preso accordi con l'Impero partico. Bisognava prevenirli per evitare una guerra che coinvolgesse l'Impero romano.[1] Giuntagli una simile denuncia, l'imperatore non poté non tenerne conto, tanto più che la città di Samosata, la maggiore della Commagene, si trovava sull'Eufrate, da dove i parti avrebbero potuto guadare il fiume ed entrare facilmente entro i confini imperiali. Così Peto venne autorizzato ad agire nel modo più opportuno. Il comandante romano allora, senza che Antioco e i suoi se l'aspettassero, invase la Commagene alla testa della legio VI Ferrata insieme con alcune coorti e ali di cavalleria ausiliaria, oltre a un contingente di alleati del re Aristobulo di Calcide e di Soemo di Emesa.[1] L'invasione avvenne senza colpo ferire, poiché nessuno si oppose all'avanzata romana o resistette.[1] Frattanto Peto inviò un distaccamento a occupare Samosata con un presidio, mentre col resto dell'esercito si diresse alla ricerca di Antioco. I figli del re, Epifane e Callinico, dopo aver combattuto contro i romani, furono costretti ad attraversare l'Eufrate e rifugiarsi presso Vologase I di Partia, lasciando la Commagene in mano romana.[2]

Sotto Adriano divenne base della legione VI Ferrata e successivamente della XVI Flavia Firma, e terminale di diverse strade militari.

Vi nacque lo scrittore greco Luciano (ca. 120-192).

Fu a Samosata che l'imperatore Giuliano fece costruire una flotta per la sua spedizione contro Sapore I.

Cristianizzazione

[modifica | modifica wikitesto]

Nel martirologio cristiano, sette martiri vennero crocifissi nel 297 a Samosata per essersi rifiutati di eseguire dei riti pagani in celebrazione della vittoria di Massimiano sui Persiani: Abibo, Ipparco, Giacomo, Lolliano, Paragno, Filoteo e Romano.

Era sede vescovile quando il vescovo Peperio partecipò al primo Concilio di Nicea (325)[3]; Daniele lo Stilita nacque in un villaggio vicino a Samosata; anche san Rabulas, venerato il 19 febbraio, che visse nel VI secolo a Costantinopoli, era nativo di Samosata. Tuttora Samosata è sede titolare (Samosatensis) della Chiesa cattolica romana; la cattedra è attualmente vacante a seguito della morte dell'ultimo vescovo nel 1967[4].

Nella Notitia Episcopatuum di Antiochia nel VI secolo, menziona Samosata come metropoli autocefala[5], mentre nel sinodo che reinsediò il patriarca Fozio I di Costantinopoli (Concilio Foziano, 879), la sede vescovile era già stata unita a quella di Amida (Diyarbakır)[6].

Legati alla città furono anche Eusebio di Samosata, grande avversario degli ariani e ucciso da una donna ariana (ca. 380), onorato il 22 giugno e Andrea, vigoroso oppositore di Cirillo di Alessandria e del Concilio di Efeso[7].

Medioevo

[modifica | modifica wikitesto]
L'esercito bizantino assedia la fortezza musulmana di Samosata (856)

Fu un naturale punto di scontro nella lotta tra Eraclio di Bisanzio e Cosroe II agli inizi del VII secolo.

Nel 640 fu conquistata dagli arabi nel corso dell'espansione islamica, e fu detta in arabo ﺳﻤﻴﺴﻂ‎?, Sumaysaṭ.

Nell'856 i bizantini assediarono e conquistarono la città. Dopo il disfacimento dell'autorità bizantina nell'area, la città entrò a far parte del dominio del generale armeno Filareto Bracamio, ma poco dopo fu di nuovo in mano musulmana.

Nel febbraio del 1098 a Samosata l'emiro turco artuqide Bulduk, governatore della città, riuscì a respingere una spedizione crociata guidata da Balduino di Antiochia. Nel 1114, però, lo stesso Bulduk fu costretto a cedere la città alla Contea di Edessa, per essere poi riconquistata dai musulmani intorno al 1149.

Note

[modifica | modifica wikitesto]
  1. 1 2 3 Flavio Giuseppe, La guerra giudaica, VII, 7.1.
  2. ↑ Giuseppe Flavio, La guerra giudaica, VII, 7.2.
  3. ↑ Chabot fornisce un elenco di ventotto vescovi giacobiti (Revue de l'Orient chrétien, VI, 203).
  4. ↑ Diocesi di Samosata.
  5. ↑ Echos d'Orient, X, 144
  6. ↑ Mansi, Conciliorum collectio, XVII-XVIII, 445. Poiché nel 586 il titolare di Amida porta solo questo titolo (Le Quien, Oriens christianus, II, 994), si deve concludere che l'unione avvenne tra il VII e il IX secolo
  7. ↑ Michel Le Quien, Oriens christianus, II, 933-6.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

  • Wikimedia Commons
  • Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Samosata

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  • Samosata, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Modifica su Wikidata
  • Giuseppe Furlani, SAMOSATA, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1936. Modifica su Wikidata
  • Samòsata, su sapere.it, De Agostini. Modifica su Wikidata
  • N. Bonacasa, SAMOSATA, in Enciclopedia dell'Arte Antica, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1965. Modifica su Wikidata
  • P. A. Pantos, SAMOSATA, in Enciclopedia dell'Arte Antica, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1997. Modifica su Wikidata
  • (EN) Samsat, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata
  • (EN) informazioni storiche su Samosata, su adiyamanli.org.
  • (EN) Martiri di Samosata, su catholic-forum.com. URL consultato il 5 aprile 2006 (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2003).
  • (EN) Voce Samosata dell'Encyclopaedia Britannica 1911
V · D · M
Fortezze permanenti legionarie romane: da Augusto a Diocleziano
Fortezze legionarie romane
Germania inferiore, Gallia Belgica e Gallia AquitaniaAulnay · Bonna · Castra Vetera · Colonia Agrippina · Folleville · Novaesium · Noviomagus Batavorum
Germania superioreArgentoratae · Mainz-Weisenau · Mirebeau · Mogontiacum · Vindonissa
Germania magnaAliso · Anreppen · Marktbreit · Oberaden
ReziaAugusta Vindelicum · Castra Regina · Dangstetten · Unterfeld
NoricoAlbing · Lauriaco · Ločica
Pannonia superiore ed inferioreAquincum · Brigetio · Carnuntum · Emona · Mursa · Poetovio · Sirmio · Siscia · Vindobona
MarcomanniaLeugaricio · Mušov
Tre DacieApulum · Berzobis · Potaissa · Ulpia Traiana Sarmizegetusa
Mesia superiore ed inferiore e MacedoniaAmphipolis · Durostorum · Naissus · Novae · Oescus · Ratiaria · Scupi · Singidunum · Troesmis · Viminacium
DalmaziaBurnum · Tilurium
CappadociaMelitene · Satala
SiriaAntiochia · Apamea · Cyrrhus · Dura Europos · Laodicea · Raphana · Samosata · Zeugma
GiudeaBostra · Caparcotna · Aelia Capitolina
MesopotamiaAmida · Circesium · Nisibis · Resaina · Singara
EgittoNicopolis · Babylon · Karnak
Africa proconsolare e NumidiaAmmaedara · Lambaesis · Theveste · Thugga
BritanniaBurrium · Camulodunum · Deva · Eburacum · Glevum · Isca Augusta o Isca Silurum · Isca Dumnoniorum · Lindum · Navio · Pinnata Castra · Victoria · Viroconium
Hispania TarraconensisAsturica Augusta · Legio · Lucus Augusti · Petavonium · Pisoraca
ItaliaAquileia · castra Albana · castra di Roma antica
Legenda: Nome latino · Nome moderno
Controllo di autoritàVIAF (EN) 1825160546914810240009 · GND (DE) 1221277677 · BNF (FR) cb16492464c (data)
  Portale Antica Roma
  Portale Archeologia
  Portale Bisanzio
  Portale Esercito romano
  Portale Turchia
Estratto da "https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Samosata&oldid=147083626"

  • Indonesia
  • English
  • Français
  • 日本語
  • Deutsch
  • Italiano
  • Español
  • Русский
  • فارسی
  • Polski
  • 中文
  • Nederlands
  • Português
  • العربية
Pusat Layanan

UNIVERSITAS TEKNOKRAT INDONESIA | ASEAN's Best Private University
Jl. ZA. Pagar Alam No.9 -11, Labuhan Ratu, Kec. Kedaton, Kota Bandar Lampung, Lampung 35132
Phone: (0721) 702022