Rodolfo Betti (Perugia, 1920 – Albania, 7 ottobre 1943) è stato un militare italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Come tenente di complemento del 129º Reggimento Fanteria della Divisione "Perugia", al momento dell'armistizio si trovava in Albania. Betti partecipò alla sfortunata resistenza contro i tedeschi. Catturato, nonostante fosse stato escluso dal novero di coloro che i tedeschi avevano deciso di fucilare per ritorsione, volle essere tra le vittime della rappresaglia nazista, come ricorda la motivazione della medaglia d'oro al valor militare: non appena vide fucilato il suo comandante, il colonnello Gustavo Lanza, corse davanti a tutti gridando: "Assassini, voglio morire con il mio colonnello!", venendo così crivellato da una raffica di colpi.
A Bari, chiamano Palazzo Betti il settecentesco edificio dove hanno sede gli Uffici giudiziari e sul cui ingresso è fissata una lapide che ricorda il valoroso ufficiale. La sua città natale lo ricordò con una strada e una targa commemorativa[1]. Nel 1993, per celebrare il cinquantesimo anniversario del suo sacrificio, è stata posta una lapide all'interno del Palazzo della Provincia e della Prefettura.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Monte Gallarate (Albania), ottobre 1943.[2].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Lastra a Rodolfo Betti (JPG), su pietredellamemoria.it. URL consultato il 28 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2015).
- ^ Dettaglio decorato, su quirinale.it. URL consultato il 25 aprile 2015.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Rodolfo Betti
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Rodolfo Betti, in Donne e Uomini della Resistenza, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia.