Ritratto di Madame Panckoucke | |
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Autore | Jean-Auguste-Dominique Ingres |
Data | 1811 |
Tecnica | olio su tela |
Dimensioni | 93×68 cm |
Ubicazione | Museo del Louvre, Parigi |
Il Ritratto di Madame Panckoucke (Portrait de Madame Panckoucke) è un quadro dipinto nel 1811 da Jean-Auguste-Dominique Ingres.[1] Ritrae Cécile Panckoucke, da nubile Bochet (12 febbraio 1787, Lilla - 1865, Bordeaux), la moglie di Henry Panckoucke. Il quadro fa parte delle collezioni del museo del Louvre.[2]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il ritratto fu esposto da Ingres al Salone del 1814, assieme a quello del fratello Edme Bochet e quello di Charles Marcotte d'Argenteuil.
Ingres scrisse la lettera seguente a Charles Marcotte de Argenteuil il 7 luglio 1814:
«Mon cher monsieur Marcotte, je réponds de suite à votre dernière dans laquelle vous vous plaignés de n'avoir reçu aucune nouvelle de moi depuis l'arrivée de votre Tableau. Il y a six semaines environ que je suis arrivé de Naples ..... Après Mr Velay, vous avez dû voir Mr Bauchet fils son épouse et son joli poupon. Les Portraits de Mme Pankouque (Panckoucke) et le sien vont grossir mon exposition. Vous m'en dirés franchement des nouvelles, si Mr Devillers y avoit le sien, je n'en serois pas fâché.»
«Mio caro signor Marcotte, rispondo immediatamente alla vostra ultima [lettera] nella quale vi lamentavate di non aver ricevuto nessuna mia notizia dopo l'arrivo del vostro dipinto. Sono circa sei settimane che sono arrivato da Napoli... Dopo il signor Velay, avreste dovuto vedere il figlio del signor Bauchet, sua moglie e il suo bel bambolotto. I ritratti della signora Pankouque [Panckoucke] e il suo amplieranno la mia mostra. Voi mi direte francamente le notizie, se il signor Devillers ha ricevuto il suo, io non ne sarei dispiaciuto.»
Il ritratto della signora Panckoucke fu conservato dai suoi discendenti fino al 1921, quando fu venduto al gallerista Georges Wildenstein. In seguito fu comprato alla galleria da Carlos de Beistegui, che, quando nel 1931 commissionò il suo ritratto al pittore Ignacio Zuloaga, si fece rappresentare davanti al Ritratto di Madame Panckoucke di Ingres. Con la donazione del 1942 con riserva di usufrutto al museo del Louvre, Carlos de Beistegui lasciò in eredita non solo il Ritratto di Madame Panckoucke, ma anche il suo ritratto di Zuloaga. Nel 1953, le due opere entrarono definitivamente nelle collezioni del museo.[2] Il desiderio di Beistegui fu rispettato e il ritratto di Panckouke e quello di Beistegui sono esposti l'uno accanto all'altro nelle sale del Louvre.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]L'opera ritrae la donna in piedi, davanti a uno sfondo nero, mentre guarda lo spettatore. La pancia gonfia lascia intendere che sia incinta.[3] Come in altri ritratti femminili del pittore francese, il vestiario e i gioielli sono realizzati minuziosamente: ella indossa una collana rossa di corallo[4] e un vestito bianco con un'ampia scollatura,[5] mentre la sua mano destra è coperta da un guanto; il braccio sinistro è ornato da dei braccialetti e regge un panno a strisce rossastre e biancastre con dei piccoli motivi.
La modella
[modifica | modifica wikitesto]Cécile Panckoucke, nata Bochet, era una delle figlie di Edme Bochet padre, amministratore del registro delle proprietà, del quale un ritratto in grafite disegnato sempre da Ingres si conserva nel museo d'Arte Metropolitana novaiorchese, e di sua moglie Françoise Filipina de Bellier. Era anche la nipote del pittore Jean François Marie Bellier (1745-1836), un ritrattista e paesaggista, pittore della regina Maria Antonietta. Nel 1805 si sposò con Henry Panckoucke. Si legherà al pittore tramite sua sorella Delphine Ramel de Nogaret, che era la madre di Delphine Ramel, la seconda moglie di Jean-Auguste-Dominique Ingres.[6]
Durante il suo soggiorno a Roma, dove suo marito era il direttore delle proprietà, conobbe Jean-Auguste-Dominique Ingres attraverso il suo parente Charles Marcotte de Argenteuil e nel 1811 commissionò il suo ritratto al pittore,[6] che realizzò anche il suo ritratto in grafite, oggi nelle collezioni del museo Bonnat-Helleu di Bayonne. Rimasta vedova il 2 ottobre 1812 durante un viaggio della coppia alla corte di Napoli, tornò in Francia e nel 1816 si risposò, con il barone Philippe Morande-Forgeot, direttore dell'amministrazione delle poste.[5] Il barone Morande-Forgeot divenne un amico di Jean-Auguste-Dominique Ingres, che dedicò il ritratto in grafite del 1856 di Cécile Marie Panckoucke come sposa "al signor Forgeot, il tuo carissimo Ingres".
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (FR) MADAME PANCKOUCKE, su www.pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 31 gennaio 2023.
- ^ a b (FR) Jean-Auguste-Dominique Ingres e France, Madame Panckoucke, née Cécile Bochet (1787-1865)., 1811. URL consultato il 31 gennaio 2023.
- ^ Caterina Ascione, La Real Fabbrica de' coralli della Torre del Greco, E. Albano, 2000. URL consultato il 31 gennaio 2023.
- ^ (EN) Justine De Young, Fashion in European Art: Dress and Identity, Politics and the Body, 1775-1925, Bloomsbury Publishing, 30 maggio 2017, ISBN 978-1-78672-224-9. URL consultato il 31 gennaio 2023.
- ^ a b (FR) Jules Momméja, Ingres: (1780-1867), VisiMuZ Editions, 9 aprile 2018, ISBN 979-10-90996-47-2. URL consultato il 31 gennaio 2023.
- ^ a b (EN) Jean-Auguste-Dominique Ingres e National Gallery (Great Britain), Portraits by Ingres: Image of an Epoch, Metropolitan Museum of Art, 1999, pp. 488-489, ISBN 978-0-87099-891-1. URL consultato il 31 gennaio 2023.
Altri progetti
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