Pesce violino | |
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Stato di conservazione | |
In pericolo[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Classe | Chondrichthyes |
Sottoclasse | Elasmobranchii |
Ordine | Rhinopristiformes |
Famiglia | Rhinobatidae |
Genere | Rhinobatos |
Specie | R. rhinobatos |
Nomenclatura binomiale | |
Rhinobatos rhinobatos (Linnaeus, 1758) | |
Nomi comuni | |
Pesce chitarra, Pesce violino |
Rhinobatos rhinobatos (Linnaeus, 1758)[2], comunemente chiamato pesce violino o pesce chitarra è un pesce raiforme appartenente alla famiglia Rhinobatidae. Vive nel Mediterraneo e nell'Atlantico orientale, su fondali sabbiosi o melmosi poco profondi.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La struttura è quella tipica del genere Rhinobatos, con la parte anteriore del corpo appiattita sul piano orizzontale, a forma triangolare, che nel muso termina ad angolo acuto, presentando sulla linea mediana un rostro rialzato. Le pinne pettorali sono ampie e formano i bordi posteriori del capo, a cui seguono le due pinne ventrali, ben distinte dalle precedenti, alla cui base nei maschi si ritrovano gli emipeni. Mancano pinne anali. Gli occhi sono piccoli e seguiti dai due spiracoli. La bocca è posta sul lato ventrale, preceduta da due narici bilobate. I denti sono piatti e molariformi, adatti a triturare. Sempre sul lato ventrale si aprono bilateralmente le cinque fessure branchiali, di piccole dimensioni. La parte posteriore del corpo è invece più simile a quella degli squali, con due pinne dorsali triangolari di dimensioni quasi equivalenti, inserite in posizione arretrata rispetto alle ventrali, e precedute sulla linea mediana da una serie di tubercoli. La pinna caudale è pure triangolare ma non presenta lobi distinti.
Il colore è grigio o bruno-giallastro, più chiaro sul muso, talvolta con i bordi delle pinne chiari o giallo più intenso, mentre il lato ventrale è bianco lattiginoso.
Normalmente non supera la lunghezza di un metro, anche se sono state registrate lunghezze massime di 140 cm per il maschio e di 162 per la femmina[3].
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]Presente in tutto il Mediterraneo, più comune nel bacino meridionale, e sulle coste africane dell'Atlantico fino alla zona equatoriale, a nord fino al Golfo di Biscaglia[4].
Lo si ritrova abitualmente in acque poco profonde, non oltre i 100 metri, sui fondali sabbiosi o melmosi, anche molto vicino a riva[5].
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Comportamento
[modifica | modifica wikitesto]Lo si può osservare appoggiato su fondi sabbiosi o melmosi, talvolta parzialmente infossato. Non è un forte nuotatore, tanto che è possibile catturarlo a mani nude. Non è pericoloso per l'uomo.
Alimentazione
[modifica | modifica wikitesto]Essendo animale prettamente bentonico, si nutre di piccoli crostacei, molluschi ed altre creature di fondo di piccole dimensioni[6]. Nel suo stomaco vengono abitualmente trovate anche prede che suggeriscono capacità di caccia in ambiente semipelagico, come pesci teleostei non di fondo[7].
Riproduzione
[modifica | modifica wikitesto]Si tratta di una specie ovovivipara sprovvista di placenta: le uova si schiudono nell'utero, dove prosegue lo sviluppo embrionale, prima del parto[8]. La periodicità riproduttiva è annuale[9], la gestazione dura circa 9 mesi e nascono un numero variabile di piccoli, da 8 a 14[10]. La lunghezza della gestazione sembra dovuta ad un meccanismo specifico sviluppato per permettere ai piccoli di nascere nel periodo più favorevole per la sopravvivenza[11].
Pesca
[modifica | modifica wikitesto]Viene pescato soprattutto nelle aree meridionali del Mediterraneo ed in Turchia, dove le carni vengono utilizzate per la preparazione del kebab[12].
Stato di conservazione
[modifica | modifica wikitesto]Il lungo periodo di gestazione e la pressione dovuta alla pesca mettono in serio rischio il futuro di questa specie, che nel Mediterraneo settentrionale, dove una volta era segnalata con frequenza, è diventata molto rara[13]. Per questo è stata inserita nella lista IUCN tra le specie minacciate di estinzione (EN).
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Notarbartolo di Sciara G., et al(2007), Rhinobatos rhinobatos, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 25 agosto 2014.
- ^ (EN) Rhinobatos rhinobatos (Linnaeus, 1758), su WoRMS World Register of Marine Species. URL consultato il 29 agosto 2014.
- ^ (EN) Cathleen Bester, Education Biological Profiles Common Guitarfish, su flmnh.ufl.edu, Florida Museum of Natural History. URL consultato il 30 agosto 2014.
- ^ (EN) Common guitarfish (Rhinobatos rhinobatos), su Marine Species Identification Portal, KeyToNature Project Consortium. URL consultato il 29 agosto 2014.
- ^ (EN) Lucy Carter, Common guitarfish, su Shark Trust. URL consultato il 10 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2015).
- ^ (EN) Enajjar S, Bradai M N, Bouain A, Feeding habits of Rhinobatos rhinobatos in the gulf of Gabes (PDF), in Rapp Comm int Mer Médit, vol. 38, 2007, p. 468. URL consultato il 10 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2015).
- ^ (EN) Basusta N, Demirhan S A, Karalar M e Cekic M, CIESM The Mediterranean Science Commission, Diet of common guitarfish Rhinobatos rhinobatos L, 1758 in the Iskenderun Bay northeastern Mediterranean, 38th CIESM Congress Istanbul (Turkey) 9 aprile 2007, p. 426. URL consultato il 30 agosto 2014.
- ^ (EN) Jürgen Pollerspöck, Rhinobatos rhinobatos (LINNAEUS, 1758), su www.shark-references.com. URL consultato il 10 gennaio 2015.
- ^ (EN) Mohamed Nejmeddine Bradai, Bechir Saidi e Samira Enajjar, Elasmobranchs of the Mediterranean and Black sea: status, ecology and biology (PDF), FAO, 2012, p. 31, ISBN 978-92-5-107386-5.
- ^ (EN) Abdel-Aziz SH, Khalil AN, Abdel-Maguid SA, Reproductive cycle of the common guitarfish, Rhinobatos rhinobatos (Linnaeus, 1758), in Alexandria waters, Mediterranean Sea (abstract), in Australian Journal of Marine and Freshwater Research, vol. 44, n. 3, CSIRO Publishing, 1998, pp. 507-517, DOI:10.1071/MF9930507.
- ^ (EN) Enajjar S, Saidi B e Bradaï M N, General Fisheries Commission for the Mediterranean, Embryonic diapause for the common guitar fish Rhinobatos rhinobatos from the Gulf of Gabès (central Mediterranean Sea) (PDF), First Transversal expert meeting on the status of Elasmobranches in the Mediterranean and Black Sea Sfax (Tunisia) 20-22 settembre 2010. URL consultato il 30 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2014).
- ^ (EN) Çek Ş, Başusta N, Demirhan S A, Karalar M, Biological observations on the common guitarfish Rhinobatos rhinobatos from İskenderun Bay (Turkey, Eastern Mediterranean), in Animal Biology, vol. 59, n. 2, Brill, 2009, pp. 211-230, DOI:10.1163/157075609X437727.
- ^ (EN) Rhinobatos rhinobatos Guitarshark, su Encyclopedia of Life. URL consultato il 10 gennaio 2015.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) David A. Ebert e Matthias F. W. Stehmann, Sharks, Batoid Fishes, and Chimaeras of the North Atlantic (PDF), FAO, 2013, pp. 295-297, ISBN 978-92-5-107466-4.
- John Lythgoe, Gilliam Litghoe, Il libro completo dei pesci dei mari europei, Mursia, p. 41.
- Arturo Palombi, Mario Santarelli, Gli animali commestibili dei mari d'Italia, Editore Ulrico Hoepli, 1979, p. 254, ISBN 88-203-0031-1.
- Stefano Gargiullo, Claudio Gargiullo, Pesci del Mediterraneo, Edizioni Atlantis, 1982, pp. 64-65.
- EttoreTibaldi, Squali e mammiferi marini, Fabbri Editori, 1980, pp. 14-15.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Rhinobatos rhinobatos
- Wikispecies contiene informazioni su Rhinobatos rhinobatos
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Scheda su FishBase, su fishbase.org.
- (EN) Archivio di campioni di Rhinobatos rhinobatos conservati presso istituzioni scientifiche nel mondo, su collections.si.edu.
- (EN) Archivio genetico di Rhinobatos rhinobatos presso istituzioni scientifiche nel mondo, su boldsystems.org.