Re Nudo | |
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Stato | Italia |
Lingua | italiano |
Periodicità | mensile |
Genere | rivista |
Fondatore | Andrea Valcarenghi, Nicoló Padrenostro, intellettuali ed artisti vari |
Fondazione | novembre 1970, luglio-ottobre 1996 |
Chiusura | 1980 |
Sede | Milano, poi Siena |
Editore | Re Nudo Edizioni |
Direttore | Andrea Valcarenghi |
Sito web | renudo.org/ |
Re Nudo è stata la prima e la più longeva rivista della cultura underground in Italia e ha rappresentato una delle più significative espressioni della controcultura dagli anni successivi al Sessantotto fino all’esplosione del movimento del Settantasette. [1] È stata una delle principali riviste italiane dedicate alla controcultura e alla controinformazione, di natura libertaria, fondata a Milano nel novembre 1970[2] da un gruppo di intellettuali e di artisti, tra i quali Andrea Valcarenghi.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il numero zero fu pubblicato nel novembre del 1970 come supplemento al numero 19 di Lotta Continua e presentava in copertina il disegno di un hippie sovrapposto al testo della favola I vestiti nuovi dell'imperatore di Andersen, conosciuta come la favola del “Re nudo”, da cui è tratto il titolo della rivista. Il primo direttore responsabile della rivista era stato Marco Pannella; dal 1971 il direttore responsabile sarà Marina Valcarenghi, sorella di Andrea. La grafica essenziale e il formato di grandi dimensioni erano stati ideati da Gianni-Emilio Simonetti, vicino all’area situazionista italiana.[1]
I primi anni
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1971 la redazione del giornale si divide sul delicato tema dei finanziamenti e della pubblicità: nel giugno di quell'anno parte del gruppo redazionale, capeggiato dai membri della sua "ala situazionista" (tra cui Gianni-Emilio Simonetti), opera una sorta di scissione e manda alle stampe, in cinquemila copie, Re Nudo Colpo di mano. Si tratta comunque di una provocazione temporanea: dall'edizione successiva Re Nudo torna a essere prodotto dal gruppo guidato da Valcarenghi e, alla fine del 1972, la rivista inizia a ospitare anche pubblicità esterne al movimento.
Si segnala anche la proposta, lanciata nel numero di gennaio 1972, di dare vita al nuovo movimento delle Pantere Bianche (ispirate alle "White Panthers" statunitensi di John Sinclair): un tentativo di unire i tradizionali temi controculturali all'impegno verso temi politici come l'aborto, il divorzio, le condizioni nelle carceri, il disagio delle periferie urbane, osservati secondo la prospettiva della lotta di classe. Questa iniziativa porta a un'ulteriore scissione da parte di alcuni redattori romani, più inclini a una visione hippie della rivista.[3]
Re Nudo prosegue la sua attività sino al 1980. Nella primavera 1984 il grafico Aldo Campanozzi dà vita a un'effimera ripresa della testata e viene pubblicato un solo numero (A. 1 n. 1 nuova serie), lontano dai temi classici della rivista.
Principali collaboratori
[modifica | modifica wikitesto]- Giorgio Cerquetti, Dinni Cesoni, Gianni De Martino, Valerio Diotto, Dario Fo, Marco Fumagalli, Gianfranco Manfredi, Sante Notarnicola, Claudio Rocchi, Michele Straniero, Piero Verni, Massimo Villa, Giuseppe Zambon.[1]
I Festival del proletariato giovanile
[modifica | modifica wikitesto]La rivista Re Nudo organizzò in Lombardia dal 1971 al 1977 i Festival del proletariato giovanile con moltissimi gruppi musicali e cantautori italiani dell'epoca; la prima edizione del 1971 si tenne a Ballabio vicino a Lecco, la seconda del 1972 sulle rive del Po a Zerbo, la terza del 1973 ad Alpe del Viceré in provincia di Como e dalla quarta alla sesta edizione al Parco Lambro a Milano.
Re Nudo nuova edizione dal 1996
[modifica | modifica wikitesto]L'11 luglio 1996 ai Giardini di Castel Sant'Angelo in Roma, Andrea Valcarenghi aveva presentato il numero 0 della nuova serie che inizia le sue regolari pubblicazioni mensili dal 4 ottobre successivo.
I temi trattati dalla rivista riguardavano l'ecologia olistica e la ricerca interiore. Tra i collaboratori c'erano Giorgio Gaber, Claudio Rocchi, Franco Bolelli, Michele Serra, Fabrizio De André, Lidia Ravera, Franco Battiato, Barbara Alberti, Gabriele La Porta, Vasco Rossi.
Nell'estate del 2008, dopo 105 numeri, rinnova la grafica e diventa trimestrale. Ogni numero è monografico per approfondire una tematica, con cinquanta pagine in più dedicate all'argomento principale, raggiungendo così una foliazione di oltre cento pagine a colori.
Re Nudo nuova edizione dal 2024
[modifica | modifica wikitesto]Il giornalista e scrittore Luca Pollini ha rilevato la testata stampata fino al 1980 e il primo numero sarà pubblicato e presentato a novembre al Teatro Lirico di Milano.[4]
Ogni numero sarà monografico: il primo sarà dedicato ai 50 anni della casa discografica Cramps Records, fondata da Gianni Sassi, e per l'occasione il 18 novembre al Teatro Lirico si esibiranno alcuni dei musicisti prodotti dallo stesso Sassi, come Eugenio Finardi e gli Area. Il progetto culturale è di ampio respiro, nel mese di giugno del 2024, alla ricorrenza del 50º anniversario del Festival del Parco Lambro[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Giovanna Lo Monaco, Re Nudo, su culturedeldissenso.com, 13 gennaio 2019. URL consultato il 10 ottobre 2023.
- ^ Re Nudo - Idee ed Esperienze per l'Evoluzione dell'Essere
- ^ Francesco Ciaponi, Underground. Ascesa e declino di un'altra editoria, Costa & Nolan, 2007, pag. 120
- ^ Roberto Rizzo, Re Nudo, torna la rivista di «controcultura» giovanile: nel 2024 un’altra Woodstock italiana al Parco Lambro, su milano.corriere.it, 30 settembre 2022. URL consultato il 10 ottobre 2023.
- ^ Lucia Landoni, Torna in edicola il "Re Nudo" con una rubrica sulle "Cose dell'altro mondo", tra sciamanesimo ed esoterismo, su milano.repubblica.it, 30 settembre 2022. URL consultato il 10 ottobre 2023.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Alessandro Bertante, Re Nudo, Casa editrice NdA Roma
- Andrea Valcarenghi, Non contate su di noi, Roma, Arcana, 1977
- Andrea Valcarenghi, Alla ricerca del D/io perduto come Swami Deva Majid, Milano, SugarCo, 1979
- Andrea Valcarenghi, Underground a pugno chiuso, (Classici del movimento), 2007
- Francesco Ciaponi, Underground. Ascesa e declino di un'altra editoria, Costa & Nolan, 2007
- Volpi Alessandro, Musica, politica e carta stampata. Dal beat a parco Lambro, Pacini Editore, 2007
- Matteo Guarnaccia, Claudio Fucci (a cura di) - Re Nudo Pop & Altri Festival. Il Sogno di Woodstock in Italia 1968-1976, VoloLibero, 2010. ISBN 978-88-904882-0-7
- La Stampa, Parco Lambro 1976 (articolo di C. Vassalli, ottobre 2013)
- Luca Frazzi, Edicola Rock. Riviste musicali italiane, collana Le guide pratiche di RUMORE, Torino, Homework edizioni, 2021.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Musica underground
- Cultura giovanile
- Cultura underground
- Controcultura
- Subcultura
- Movimento del Settantasette
- Controinformazione
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su renudo.org.
- Riviste underground anni '70, su stampamusicale.altervista.org.
- Archivio Carta Stampata - blog controcultura, su archiviomaclen.blogspot.com.
- Rockemartello 1976 Parco Lambro, su rockemartello.com.
- Classikrock: Parco Lambro - fine dell'ideologia della festa, su classikrock.blogspot.it.
- Il festival del proletariato giovanile al Parco Lambro, su youtube.com.
- Parco Lambro 1976 e la falsa utopia del proletariato giovanile (Mario De Tullio), su iconocrazia.it.
- Archivio Film Rosebud (Municipio di Reggio Emilia), "Festival del proletariato giovanile al parco Lambro di Milano (Il)", regia di Alberto Grifi, su municipio.re.it.
- Raccolta digitalizzata presso la Biblioteca Gino Bianco (1970-1980)