Ratto dei prati dell'Africa orientale | |
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Stato di conservazione | |
Rischio minimo[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Superordine | Euarchontoglires |
Ordine | Rodentia |
Sottordine | Myomorpha |
Superfamiglia | Muroidea |
Famiglia | Muridae |
Sottofamiglia | Murinae |
Genere | Arvicanthis |
Specie | A.nairobae |
Nomenclatura binomiale | |
Arvicanthis nairobae Allen, 1909 | |
Sinonimi | |
A.chanleri, A.a.nubilans, A.abyssinicus pallescens, A.abyssinicus praeceps, A.rumruti, A.abyssinicus virescens |
Il ratto dei prati dell'Africa orientale (Arvicanthis nairobae Allen, 1909) è un roditore della famiglia dei Muridi diffuso nell'Africa orientale.[1][2]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Roditore di medie dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 110 e 168 mm, la lunghezza della coda tra 90 e 128 mm.[3]
La pelliccia è ruvida. Le parti superiori sono grigio-fulve, più scure sulla schiena e più chiare lungo i fianchi e con dei riflessi rossicci sul fondoschiena. Le parti ventrali sono bianche. Il dorso dei piedi è simile al colore della schiena. Le orecchie sono corte, larghe, arrotondate e ricoperte di piccoli peli grigio-fulvi. La coda è più corta della testa e del corpo, nerastra sopra, fulvo chiaro sotto e ricoperta finemente di peli. Il cariotipo è 2n=62 FN=78.
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Comportamento
[modifica | modifica wikitesto]È una specie terricola.
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]Questa specie è diffusa nel Kenya centro-meridionale e nella Tanzania nord-orientale.
Vive nelle Savane fino a 2.000 metri di altitudine. È comune negli insediamenti umani.
Conservazione
[modifica | modifica wikitesto]La IUCN Red List, considerato il vasto areale, la tolleranza al degrado del proprio habitat e la popolazione numerosa, classifica A.nairobae come specie a rischio minimo (Least Concern).[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c (EN) Agwanda, B. & Corti, M. 2008, Arvicanthis nairobae, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
- ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Arvicanthis nairobae, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
- ^ Hollister, 1919.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Joel Asaph Allen, Mammals from British East Africa, collected by the Tjäder Expedition of 1906, in Bulletin of the American Museum of Natural History, vol. 26, n. 12, 1909.
- Ned Hollister, East African Mammals in the United States National Museum, in United States National Museum Bulletin, n. 99, 1919.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikispecies contiene informazioni su Arvicanthis nairobae
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Arvicanthis nairobae, su Fossilworks.org.