In geofisica, il rapporto di Koenigsberger, indicato con ${\displaystyle \mathbf {Q} }$, è il rapporto tra la magnetizzazione indotta ${\displaystyle \mathbf {M} _{\text{i}}}$ e quella rimanente ${\displaystyle \mathbf {M} _{\text{r}}}$, che sono legate tra loro dalla relazione

${\displaystyle \mathbf {M} =\mathbf {M} _{\text{i}}+\mathbf {M} _{\text{r}}}$

dove ${\displaystyle \mathbf {M} }$ è la magnetizzazione totale di una roccia.

Il rapporto di Koenigsberger tra le due grandezze, è dato da

${\displaystyle \mathbf {Q} =\mathbf {M} _{\text{i}}/\mathbf {M} _{\text{r}}}$^[1][2]

Tale rapporto fu descritto per la prima volta dal fisico tedesco Johann Georg Koenigsberger.^[3] Si tratta di un parametro adimensionale spesso usato nell'esplorazione geofisica per descrivere le caratteristiche magnetiche di un corpo roccioso in modo da poterne interpretare le anomalie magnetiche.

Un rapporto di Koenigsberger Q minore di 1 indica che il maggior contributo alla magnetizzazione totale di una roccia è collegato alla rimanenza magnetica.^[4]

• Anomalia magnetica

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