Qasr al-Bint | |
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Civiltà | nabateo e romano |
Epoca | 30 a.C. |
Localizzazione | |
Stato | Giordania |
Amministrazione | |
Patrimonio | Petra |
Mappa di localizzazione | |
Il Qasr al-Bint era uno dei principali templi della città di Petra e una delle poche strutture costruite (piuttosto che scavate nella roccia) ancora relativamente intatte.
Storia e descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il monumento fu costruito nel periodo nabateo intorno al 30 a.C. I blocchi di arenaria gialla venivano per lo più trasportati da una cava situata a poche centinaia di metri a valle nel Wadi es-Siyagh.
L'edificio era alto 23 metri nella sua versione iniziale.
Il nome dato dai beduini (Qasr al-Bint Firaun) significa "il palazzo della figlia del faraone", era in effetti il più grande luogo di culto della città, a priori dedicato al dio Dushara, ma potrebbe essere anche per la dea Al-Uzza.
Dopo la conquista romana, è modificato e adattato agli dei romani, forse ad Apollo, e mantiene una posizione centrale nella città, alla fine della strada principale (Cardo Maximus) e nelle immediate vicinanze del principale tempio romano e del mercato.
Il tempio, probabilmente già poco attivo e danneggiato verso la fine del III secolo, è quasi completamente distrutto dal terremoto del 19 maggio 363[1] prima di essere presumibilmente abbandonato. È stato ampiamente restaurato nel XX secolo.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Locations In Petra, The Temple of Qasr Al-Bint - Visit Petra, su visitpetra.jo. URL consultato il 23 luglio 2018.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Le Qasr al-Bint de Pétra, par F. Zayadine et J. Dentzer-Feydy et F. Larché, ERC, Paris, 2003.
- Girié Valérie, Roland Portiche, and Guillaume Hecht. Petra, the Secrets of the City of Rock.
- Princeton, N.J.: Films for the Humanities & Sciences, 2004. 1 videodisc (27 min.). (Living stones: where archaeology begins).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Qasr al-Bint