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Mio marito cominciò ad analizzare razionalmente la situazione: in fin dei conti quel che era accaduto era inaccettabile, Emerenc non aveva alcun diritto di offendersi semplicemente perché noi volevamo circondarci di oggetti consoni al nostro gusto; se invece se l'era presa male d'ora in avanti avremmo vissuto facendo a meno della vecchia. Io mi sentivo spossata, era una sensazione quasi irreale, non avendo né motivo né diritto di esserlo, poiché non ero stata costretta a fare nulla di faticoso e avevo trovato il pranzo pronto nel frigorifero come le altre volte; ovviamente non riuscii a scrivere una sola riga, ma sia il blocco della scrittura sia l'ispirazione, nei giorni fortunati, dipendono da uno stato di grazia. Evidentemente gli eventi mi avevano esaurita: la serenità mantiene una persona fresca, le contrarietà la sfibrano. Magda Szabó da La porta, Einaudi, 2005 (proposto da --Paola 23:21, Ago 26, 2005 (CEST)) Madame Pilou è arrivata sull'isola una mattina di settembre. Settembre è un mese azzurro da noi, perché l'aria diventa più fine e l'acqua ritorna chiara, si riposa da tutti quei gommoni che in agosto la smuovono di sotto e la fanno più verde. Paola Mastrocola da Una barca nel bosco , Guanda, 2004 (proposto da--Paola 23:44, Ago 26, 2005 (CEST) Non v'era modo di sfuggirgli. La responsabilità della situazione ricadeva su di me. Qualsiasi cosa Jean de Gué avesse avuto l'intenzione di fare con discrezione e in privato, io avevo rovinato tutto comportandomi in un modo impudente, dando prova di una falsa bonarietà. "Su, sali, Gilda tu" dissi in tono brusco e nel salire a mia volta accanto a Paul mi resi conto che, assumendo la personalità, occupando il posto dell'altro, dovevo anche fare ammenda delle colpe commesse in suo nome. Sembrava, in uno strano modo, un punto d'onore."Sono spiacente di quanto accaduto poco fa" dissi"."É stato tutto un errore, uno scambio di pacchetti nel disordine della valigia." Daphne du Maurier da Il capro espiatorio, Oscar Mondadori, 1979 (per riscoprire i classici. Proposto da Paola "Il salotto della villa era comodo e piacevole. Le sedie dorate ricoperte di logora stoffa erano sparse rigidamente qua e là, come troppi camerieri con nulla da fare. Un caminetto dalla cappa di marmo covava il suo cestello di rosso calore senza fiamma, e un portacarbone verniciato si trovava sulla pietra del focolare. Sulla mensola, tra i vasi panciuti, si rizzava un tozzo e ondulato orologio a pendolo, formicolante di putti in grande agitazione. La tapezzeria della stanza era d'un rosso cupo con figure dorate, e i pannelli erano di legno, bianchi e lindi. I quadri alle pareti si occupavano soprattutto di narrare lo stupefacente eroismo di cani grossissimi di fronte al pericolo che correvano dei fanciulli. Né l'acqua, né il fuoco, né il terremoto ce la potevano, solo che uno di quei grossi cani fosse presente. Il vecchio dottor Winter era seduto presso il caminetto, il barbuto, semplice, bonario dottor Winter, storico e medico della città". John Ernst Steinbeck da La luna è tramontata, La Nuova Italia, 1973 per riscoprire i classici stranieri. Proposto da --Paola 23:29, ott 29, 2005 (CEST) "Quando noi di lettere studiavamo letteratura, avevamo ben chiara una cosa importantissima: che stavamo entrando in un mondo molto grande in cui ogni opera era strettamente correlata a tutte le altre. Stavamo, cioè, entrando nella Tradizione e prendendo possesso di un Patrimonio. Paola Mastrocola da La scuola raccontata al mio cane,Guanda, 2005 proposto da --Paola 01:17, nov 5, 2005 (CET)
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