Con la definizione di progenitore comune (o antenato comune) s'intende l'individuo o specie dal quale discendono due o più specie; o l'essere vivente dal quale discendono due o più individui nell'ambito di una data specie.
In antropologia i clan si caratterizzano per la credenza di avere un progenitore comune, di solito antico e mitico[1].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]L'espressione nella sua forma determinata (“antenato comune”) si riferisce all'antenato comune più recente, poiché i progenitori di questi saranno contemporaneamente antenati comuni di tutti i suoi discendenti.
Facendo riferimento alla relazione evolutiva dentro una specie, un esempio comune è l'uso del termine per descrivere il progenitore comune femminile e maschile della specie umana (rispettivamente Eva mitocondriale e Adamo cromosomiale-Y); o utilizzato nella conformazione di lignaggi familiari.
Riferendoci alla relazione evolutiva tra differenti specie, a partire dalla filogenesi si postula l'esistenza di un ultimo antenato comune universale di tutte le specie. Ciò porta ugualmente a postulare, di conseguenza, che date due o più specie, sebbene la loro relazione sia limitata, deve postularsi ugualmente l'esistenza di un antenato comune, progenitore di entrambi.
Il concetto è problematico soltanto quando si tratta di applicarlo a rappresentanti di domini distinti (batteri (s.s.), archeae e eucarioti), poiché non sono chiare le relazioni fra loro; delle ipotesi propongono, per esempio, che gli eucarioti sorsero come chimera di batteri e archee.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Emily A. Schultz e Robert H. Lavenda, Antropologia culturale, 2021, IV edizione, pag. 305, Zanichelli, ISBN 978 88 08 62032 3