Le porte di Caltanissetta erano degli elementi architettonici, non più esistenti, posti all'ingresso della città.
Lo storico nisseno Giovanni Mulè Bertòlo, nel suo libro Caltanissetta nei tempi che furono e nei tempi che sono del 1906, ne indica quattro:
- porta Santa Lucia, a settentrione,[1] demolita nel 1830;[2]
- porta della Badia[3] o porta maggiore;[4]
- porta di San Giovanni, o porta antica;[5]
- porta dei Cappuccini, a meridione.[6][7][8]
Secondo Giuseppe Giugno sarebbero esistite altre due porte: una nei pressi della attuale vicolo Lepre (già vicolo Lebbra), l'altra all'inizio di via San Domenico e via Paolo Emiliani Giudici.[9]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Giovanni Mulè Bertòlo, La rivoluzione del 1848 e la provincia di Caltanissetta, Tipografia dell'Ospizio provinciale di beneficenza, 1808, pp. 111–.
- ^ Giuseppe Saggio, Santa Lucia a Caltanissetta, su De urbe.... URL consultato il 24 gennaio 2016.
- ^ Francesco Maria Emanuele e Gaetani di Villabianca, Della Sicilia nobile, Parte II libro IV, Stamperia de' Santi Appostoli, 1759, pp. 76–.
- ^ Mulè Bertòlo, 1906.
- ^ Mulè Bertòlo, 1906, p. 105.
- ^ Mulè Bertòlo, 1906, p. 221.
- ^ Gioacchino Di Marzo, Diari della città di Palermo dal secolo XVI al XIX, Lauriel, 1872, pp. 295–.
- ^ AA. VV., Dossier candidatura Caltanissetta (PDF), su comune.caltanissetta.it, Città di Caltanissetta, p. 13. URL consultato il 24 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 30 gennaio 2016).
- ^ Giuseppe Giugno, Caltanissetta dei Moncada. Il progetto di città moderna, Caltanissetta, Lussografica, 2012, p. 235.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giovanni Mulè Bertòlo, Caltanissetta nei tempi che furono e nei tempi che sono, Forni, 1906.