La Porta Meridiana o Wumen (cinese 午門T, 午门S, WǔménP; mancese: ᠵᡠᠯᡝᡵᡤᡳᡩᡠᠯᡳᠮᠪᠠᡳᡩᡠᡴᠠ; Möllendorff: julergi dulimbai duka ) è l'ingresso principale, conseguentemente più grande e maestoso, della Città Proibita di Pechino (Cina). Permette l'accesso meridionale al complesso palaziale ed immette nel c.d. "Cortile Interno".
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Costruita su di una piattaforma alta 13,5 metri, a differenza delle altre porte della Città Proibita, la Porta Meridiana (A) sviluppa su ambo i lati delle "ali" (dei corpi di fabbrica derivati dalle antiche torri Que dell'architettura cinese[1]) che protendono verso sud e, insieme alla porta stessa, formano i tre lati di un quadrato[2] in aggetto sul fossato che protegge la residenza imperiale: "凹". La planimetria non era di per sé innovativa in quanto riprendeva quella della Porta Meridiana del Palazzo Ming di Nanchino, prima residenza dinastica.
Nella sostruzione, la porta ha cinque androni d'ingresso (il cinque è un numero associato alla maestà imperiale nel simbolismo cinese[3]), tutti ad architrave (laddove invece, nelle altre porte d'ingresso alla cinta muraria dell'antica Pechino si utilizzò l'archivolto): i tre centrali sono ravvicinati (nuovamente come a Nanchino) mentre i due laterali sono spostati verso i corpi di fabbrica laterali. L'androne centrale era in precedenza riservato al solo imperatore (uniche eccezioni erano l'imperatrice, che poteva accedervi una volta il giorno del suo matrimonio, ed i primi tre alunni promossi durante i c.d. Esami imperiali)[4]. Tutti gli altri funzionari e servitori dovevano usare gli androni laterali. Quest'ingresso centrale è parte della Via Imperiale, un percorso contrassegnato da pietra che forma l'asse centrale della Città Proibita e della stessa antica città di Pechino.
Una serie di edifici formano la sovrastruttura della porta. Quello centrale è un padiglione largo nove campate (anche il nove è numero associato all'imperatore[3]), in stile Xieshanding multi-gronda. Su ciascuno dei lati sporgenti, un edificio lungo tredici campate in stile Xieshanding a gronda singola collega i due padiglioni con tetto piramidale che sovrastano le antiche strutture delle torri "que". Questa sovrastruttura è nota come "Le torrette delle cinque fenici" perché è composta da cinque edifici[5]. Tutti gli edifici, cosa comune nella Città Proibita, hanno tegole di colore giallo, attributo della figura imperiale[3]. I proclami e gli almanacchi imperiali venivano declamati presso la porta. Dopo le campagne militari vittoriose, l'imperatore riceveva presso la Porta Meridiana i prigionieri di guerra e sempre lì avvenivano le decapitazioni di massa[6].
Sebbene il mito urbano pechinese narri che alti ufficiali fossero giustiziati presso la Porta Meridiana al tempo dell'Impero, la realtà è che presso la porta venivano effettivamente eseguite le eventuali punizioni corporali ai danni degli stessi.
Nella geografia dell'antico sistema di fortificazioni di Pechino, la Porta Meridiana della Città Proibità era il vertice settentrionale dell'asse stradale che dalla porta Yongdingmen della Città Esterna risaliva verso nord attraverso le porte Zhengyangmen (nella Città Interna) e Tiananmen (nella Città Imperiale) fino alla Città Proibita.
Procedendo verso nord dalla Porta Meridiana all'interno del complesso palaziale si arriva alla Porta della Suprema Armonia (F).
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Han, Zhao; Li, Ku; Zhang, Lei; Jia, Qiang (2004), "古代闕門及相關問題 (Ancient Que Gates and Related Issues)", Archaeology and Cultural Relics (5).
- ^ Yu (1984), p. 33.
- ^ a b c (ZH) The Palace Museum, Yin, Yang and the Five Elements in the Forbidden City, su dpm.org.cn. URL consultato il 5 luglio 2007.
- ^ Yu (1984), p. 25.
- ^ Yu (1984), p. 32.
- ^ Ray Huang, 1587, A Year of No Significance: The Ming Dynasty in Decline, New Haven, Yale University Press, 1981, ISBN 0-300-02518-1.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Puyi Aisin-Gioro, From Emperor to citizen : the autobiography of Aisin-Gioro Pu Yi, Pechino, Foreign Language Press, 1964, ISBN 0-19-282099-0.
- Ray Huang, 1587, A Year of No Significance: The Ming Dynasty in Decline, New Haven, Yale University Press, 1981, ISBN 0-300-02518-1.
- Xiagui Yang, Li, Shaobai (photography); Chen, Huang (translation), The Invisible Palace, Pechino, Foreign Language Press, 2003, ISBN 7-119-03432-4.
- Zhuoyun Yu, Palaces of the Forbidden City, New York, Viking, 1984, ISBN 0-670-53721-7.
- Geremie R Barme, The Forbidden City, Profile Books. 251 pages, 2008, ISBN 978-1-84668-011-3.
- Arthur Cotterell, The Imperial Capitals of China – An Inside View of the Celestial Empire, Londra, Pimlico. 304 pages, 2007, ISBN 978-1-84595-009-5.
- Ho, Bronson, Splendors of China's Forbidden City, Londra, Merrell Publishers, 2004, ISBN 1-85894-258-6.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Porta Meridiana della Città Proibita di Nanchino.
- Porta Meridiana (Huế) della Città imperiale di Huế (Vietnam).
Altri progetti
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