Ponte della Ferrovia | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Attraversa | Adige |
Coordinate | 45°25′39″N 10°59′42″E |
Dati tecnici | |
Tipo | ponte ad arco |
Lunghezza | 272 m |
Luce max. | 28,30 m |
Larghezza | 10,72 m |
Mappa di localizzazione | |
Il ponte della Ferrovia (in veneto ponte de la Ferovia)[1] è un'opera infrastrutturale situata a Verona che consente alla linea ferroviaria Milano-Venezia di attraversare il fiume Adige.
Storia e descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Intorno alla metà dell'Ottocento l'impero austriaco si prodigò nella realizzazione della prima grande linea ferroviaria italiana, ultimata nel 1857, la Milano-Venezia. Per completare l'opera furono costruiti degli imponenti manufatti ferroviari: il ponte sulla laguna di Venezia, il ponte a ridosso della piazzaforte di Peschiera, il lungo viadotto di Desenzano e il ponte a scavalco dell'Adige a Verona. Quest'ultimo, progettato dai due ingegneri padovani Girolamo Dondi e Orologio Annai e costruito a partire dal 1850 dall'impresa Tallarchini di Casciago, fu completato il 14 dicembre 1852 e consentì il collegamento nel tratto compreso tra la stazione di Verona Porta Nuova e quella di Verona Porta Vescovo.[2]
All'inaugurazione parteciparono le autorità veronesi e il feldmaresciallo Josef Radetzky, Governatore civile e militare del Regno Lombardo-Veneto; la cerimonia vide un convoglio carico di bandiere partire da Porta Vescovo e fermarsi sul ponte, intitolato all'imperatore Francesco Giuseppe I, dove una banda banda militare austriaca suonò l'inno imperiale. Realizzato all'esterno della cinta magistrale cittadina, il manufatto è caratterizzato da cinque grandi archi a sesto ribassato, i quali sostengono il terrapieno su cui corre la ferrovia Milano-Venezia. Il ponte, con arcate di 28,30 metri di luce, è lungo 272 metri e largo 10,72; la sezione trasversale è occupata, oltre che dai due binari, da due marciapiedi sostenuti da mensole.[3]
Il ponte venne minato dai soldati tedeschi in fuga la notte tra il 24 e il 25 aprile 1945, insieme a tutti gli altri ponti di Verona; questo fu però tra i meno colpiti, in quanto vennero danneggiati solo il primo e l'ultimo arco del ponte, pertanto proprio da questo manufatto poterono avanzare le truppe corazzate alleate. Il ponte venne infine ripristinato nel dopoguerra.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Mario Patuzzo, L'Adige: Verona e i suoi ponti, Vago di Lavagno, Gianni Bussinelli, 2015, ISBN 978-88-6947-129-2.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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