Pietro Manzoni | |
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Pietro Manzoni in un ritratto d'epoca | |
Signore di Moncucco | |
In carica | 19 gennaio 1773 – 18 marzo 1807 |
Predecessore | Alessandro Valeriano Manzoni |
Successore | Alessandro Manzoni |
Nome completo | Pietro Antonio Giacomo Maria Ignazio Manzoni |
Trattamento | Sua Signoria Don |
Altri titoli | Nobile |
Nascita | Caleotto di Lecco, 2 luglio 1736 |
Morte | Milano, 18 marzo 1807 (70 anni) |
Luogo di sepoltura | Palazzo del Caleotto |
Dinastia | Manzoni |
Padre | Alessandro Valeriano Manzoni |
Madre | Maria Margherita Porro |
Consorte | Maria Teresa Maineri Giulia Beccaria |
Figli | Alessandro Manzoni |
Religione | Cattolicesimo |
Pietro Antonio Giacomo Maria Ignazio Manzoni (Caleotto di Lecco, 2 luglio 1736 – Milano, 18 marzo 1807) è stato il padre di Alessandro Manzoni e membro della nobile famiglia dei Manzoni.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato a Caleotto di Lecco nel 1736 da Alessandro Valeriano Manzoni (Caleotto di Lecco, 26 giugno 1686 – Caleotto di Lecco, 19 gennaio 1773) e da Maria Margherita Porro (1705 – Caleotto di Lecco, 12 aprile 1779).[1]
Intorno al 1750 con il fratello Paolo avvia i restauri del palazzo settecentesco del Caleotto di Lecco, la sua residenza di famiglia. Esponente di spicco della nobiltà lecchese, fu Primo Estimato della Comunità Generale di Lecco.
Tra il 1757 e il 1758 risulta "Reverendo chierico" nella Parrocchia di Castello sopra Lecco. Nel 1759 risulta fattosi secolare e nello stesso anno sposò Maria Teresa Maineri, dalla quale non ebbe figli. Dal 19 gennaio 1773 divenne il Signore di Moncucco. Il 9 settembre 1775 rimane vedovo e, all'età di 46 anni, il 20 ottobre 1782 si unisce in matrimonio religioso con Giulia Beccaria, più giovane di lui di 26 anni, figlia del celebre giurista Cesare Beccaria.[1] Il matrimonio civile venne celebrato il 12 settembre. Gli sposi, con il fratello Paolo e la sorella Maria Teresa, ex monaca dopo le soppressioni operate da Giuseppe II[2], vanno ad abitare a Milano, in una modesta casa d'affitto nel quartiere di San Damiano, edificio tuttora esistente in via Visconti di Modrone 16, dove nasce il 7 marzo 1785 il figlio Alessandro Manzoni[3], futuro scrittore e drammaturgo di grande fama.
Il piccolo Alessandro, battezzato nella Chiesa di San Babila con i nomi di Alessandro Francesco Tommaso Antonio, rimane affidato al padre e per circa due anni viene allevato da una balia, Caterina Panzeri, che abita nella cascina Costa di Galbiate.[4] Il 23 febbraio 1792, dopo un anno di trattative, si arriva all'atto di "separazione consensuale" tra Pietro e la moglie Giulia Beccaria.[5]
Pietro Manzoni muore a Milano il 18 marzo 1807, dopo aver istituito il giorno stesso il figlio, all'epoca ventiduenne, suo erede universale[6]; una serie di fonti, non decisive, ritengono che in realtà il padre naturale di Alessandro sia stato Giovanni Verri[7], fratello dello scrittore Pietro ed amante della madre Giulia Beccaria all'epoca. È sepolto nel vestibolo della sagrestia della cappella del palazzo del Caleotto a Lecco, dove il corpo rimase anche dopo che il figlio Alessandro vendette la casa a Giuseppe Scola (11 novembre 1818).[8]
Gli studi
[modifica | modifica wikitesto]Sotto l'aspetto culturale Pietro Manzoni fu un erudito e condusse i primi scavi archeologici, noti, nel Lecchese al Colle di Santo Stefano.[9]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b D'Alessio, genealogia.
- ^ Pensa:
«Paolo, suo fratello più anziano, divenne canonico del duomo; con lui e con diverse sorelle, tra le quali una monaca che aveva lasciato il velo in seguito alle leggi promulgate da Giuseppe II, Pietro si trasferì a Milano in una casa del Naviglio della parrocchia di San Babila e prese a frequentare la società bene della metropoli, condottovi da parentele e da conoscenze.»
- ^ Al tempo di Manzoni era al numero 20 di via San Damiano; Tellini, p. 16
- ^ Boneschi, p. 172.
- ^ Tellini, p. 17.
- ^ Nel testamento raccomandava «di non iscordare le massime, e i principj, ne' quali aveva procurato di farlo educare» e aggiungeva un codicillo con cui lasciava a Giulia Beccaria «due pendenti di diamanti in contrassegno della mia stima, e memoria che le porto»; Gallavresi-Sforza, pp. 77-78; 80-81
- ^ Tellini, pp. 16-17.
- ^ Villa Manzoni.
- ^ Lecco.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Alessandro Manzoni, Carteggio di Alessandro Manzoni. 1803-1821, a cura di Giovanni Sforza e Giuseppe Gallavresi, Milano, Ulrico Hoepli, 1912, SBN IT\ICCU\LO1\0259546.
- Marta Boneschi, Quel che il cuore sapeva: Giulia Beccaria, i Verri e i Manzoni, Milano, Mondadori, 2005, ISBN 88-04-54779-0.
- Pietro Pensa, Famiglia Manzoni: quel ramo del casato, in Broletto, n. 2, 1985, pp. 62-69. URL consultato il 16 marzo 2016.
- Gino Tellini, Manzoni, Roma, Salerno Editrice, 2007, ISBN 978-88-8402-572-2.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Pietro Manzoni
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Pietro Manzoni
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Francesco D'Alessio, Genealogia della famiglia Manzoni del Caleotto (JPG), su storiadimilano.it, Casa del Manzoni. URL consultato il 15 marzo 2016.
- Villa Manzoni, su eccolecco.it. URL consultato il 9 dicembre 2016.
- LECCO, su duelaghicamping.com. URL consultato il 10 dicembre 2016.