Piero Colobini | |
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Nascita | Gorizia, 17 febbraio 1914 |
Morte | Mali Spadarit, 10 marzo 1941 |
Cause della morte | morto in combattimento |
Luogo di sepoltura | Sacrario del Cimitero Centrale di Gorizia |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Fanteria |
Specialità | Alpini |
Reparto | 7º Reggimento alpini |
Anni di servizio | 1940 - 1941 |
Grado | Sottotenente di complemento |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna italiana di Grecia |
Battaglie | Battaglia delle Alpi Occidentali |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941) [1] | |
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Piero Colobini (Gorizia, 17 febbraio 1914 – Mali Spadarit, 10 marzo 1941) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Gorizia il 17 febbraio 1914, figlio di Ugo e di Maria Cavagna.[2] Il nome completo era Pietro Ugo Giuseppe Colobig, poi italianizzato dal fascismo in "Colobini" nel 1928[3].
Compì gli studi elementari e medi a Gorizia conseguendo il diploma di ragioniere presso l'Istituto Tecnico.[4] Nel 1936 si iscrisse all'Università di Trieste nella facoltà di scienze economiche commerciali. All'inizio della seconda guerra mondiale lasciò il suo posto di impiegato al Municipio di Gorizia e gli studi universitari per arruolarsi nel Regio Esercito, arma di fanteria, assegnato alla specialità alpini.[5]
Frequentò il corso allievi ufficiali di complemento a Bassano del Grappa; appena ottenuta la nomina a sottotenente, venne trasferito sul fronte occidentale con il Battaglione alpini "Feltre" del 7º Reggimento Alpini, 5ª Divisione alpina "Pusteria", dove partecipò ad alcune importanti azioni.[5]
Intervenuto l'armistizio con la Francia, nell'ottobre 1940 fu inviato sul fronte greco-albanese, mentre era in corso l'operazione di ripiegamento e contenimento della pressione avversaria.[5] Il 13 febbraio 1941, grazie al proprio coraggio, si guadagnò una croce di guerra al valor militare sul campo assaltando e conquistando una postazione ben munita.[5]
Cadde alla testa dei suoi alpini una nebbiosa mattina di primavera sul monte Spadarit, a pochi metri dalla vetta, difesa da tre ordini di reticolati e da un avversario ben trincerato e deciso, riuscendo ad aprire ad altri la via della conquista.[5]
I suoi resti mortali furono inumati nel Sacrario del Cimitero Centrale di Gorizia il 20 maggio 1962.[5] Porta il suo nome la sezione di Gorizia dell'Associazione Nazionale Alpini.[5]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Regio Decreto 29 novembre 1941.[7]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare 1965, p.594.
- ^ Combattenti Liberazione.
- ^ Archivio parrocchia Santi Ilario e Taziano di Gorizia, Anagrafe parrocchiale, Serie battesimi, Libro XXIII, pag. 224, Atto n. 72.
- ^ Bianchi, Cattaneo 2011, p.298-299.
- ^ a b c d e f g Bianchi, Cattaneo 2011, p.299.
- ^ [1] Quirinale - Scheda - Visto 7 dicembre 2008
- ^ Registrato alla Corte dei conti lì 12 gennaio 1942, registro 1, foglio 327.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Andrea Bianchi e Mariolina Cattaneo, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro, Associazione Nazionale Alpini, 2011, ISBN 978-88-902153-1-5.
- Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 548.
- Periodici
- Gian Luigi Rinaldi, La drammatica epopea del Battaglione Cadore, in Rassegna dell'esercito, n. 2, Roma, Centro Pubblicistica dell'Esercito, marzo-aprile 2007.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Bernardo Barbiellini Amidei
- Franco Sampietro
- Silvano Buffa
- Carlo Bottiglioni
- Silvio Di Giacomo
- Fernando Ferri
- Umberto Saracini
- Ioao Turolla
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Colombini, Pietro, su Combattenti Liberazione. URL consultato il 31 marzo 2023.
- Colobini, Pietro, su MOVM. URL consultato il 31 marzo 2023.