Pico Deodato Cavalieri | |
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Nascita | Ferrara, 19 novembre 1873 |
Morte | Arona, 4 gennaio 1917 |
Cause della morte | incidente aereo |
Luogo di sepoltura | Cimitero ebraico di Ferrara |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Cavalleria |
Corpo | Corpo Aeronautico |
Grado | Capitano |
Comandanti | Luigi Capello |
Guerre | Guerra italo-turca Prima guerra mondiale |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Gli israeliti italiani nella guerra 1915-1918[1] | |
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Deodato[2] Pacifico Leonello Giulio detto Pico[3] Cavalieri (Ferrara, 19 novembre 1873 – Arona, 4 gennaio 1917) è stato un militare e aviatore italiano, insignito di due Medaglie d'argento al valor militare nel corso della prima guerra mondiale.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Ferrara nel 1873,[1] da Giuseppe Cavalieri e Clara Archivolti[4], sposata in seconde nozze[5], i quali ebbero anche Anita Raffaella, scultrice e poetessa[6]. Si appassionò in giovane età alla vita militare[N 1] distinguendosi negli sport equestri, nella scherma e nella ginnastica, fondando a Ferrara la locale associazione dei Boys Scout. Frequentò il Convitto Nazionale “Francesco Cicognini” di Prato, e poi il Collegio Militare Longone di Milano, al cui termine si trasferì in Svizzera per studiare chimica pura.[4] Rientrato a Ferrara, creò nella sua abitazione un avanzato laboratorio di chimica, una biblioteca scientifica[N 2] e un laboratorio di polizia scientifica.[N 3]
In forza al Regio Esercito, assegnato all'arma di cavalleria, prese parte alle grandi manovre del 1903 come ufficiale al Reggimento "Cavalleggeri di Vicenza" (24º), e alle successive del 1906, 1909, e 1910, come ufficiale di ordinanza del generale Galeazzo Sartirana.[4] Fu tra i fondatori del gruppo nazionalista di Ferrara; nell'ottobre 1911 partì volontario per la Libia per combattere nella guerra italo-turca come ufficiale di ordinanza del generale Luigi Capello, venendo decorato con la Medaglia d'argento al valor militare per il coraggio dimostrato.[1]
Ripresa la vita civile, ritornò agli studi di polizia scientifica e, alla vigilia dello scoppio della grande guerra si occupò di protezione civile, organizzando il Corpo Volontari Ciclisti e venendo decorato di una Medaglia d'argento di benemerenza civile, organizzando e divenendone il principale animatore, dei servizi pubblici in caso di mobilitazione generale.[4]
Il 26 giugno 1913 venne promosso capitano della milizia territoriale, in forza all'arma di cavalleria.[4] Interventista, con l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915, si arruolò volontario venendo assegnato al Reggimento "Lancieri di Aosta" (6º).[4]
Rinunciò ad un posto di capitano automobilista nelle retrovie, ed entrò subito in azione distinguendosi per alcune ardite operazioni, in particolare quella in cui al comando di un plotone del Battaglione Squadriglia Aviatori, sotto il fuoco nemico, penetrò nei cantieri navali di Monfalcone per recuperare del prezioso materiale tecnico destinato ai campi di aviazione di Aviano e della Comina.[N 4][4] Appassionatosi all'aviazione come molti altri ufficiali di cavalleria, decise di entrare nel Corpo Aeronautico, operando dapprima come osservatore e mitragliere nella 1ª Squadriglia, 2ª Squadriglia e nella 3ª Squadriglia equipaggiate con i bombardieri Caproni Ca.32 e Caproni Ca.3, e poi come pilota.[4] Dall’agosto all'ottobre 1915 ricoprì l'incarico di comandante del campo dell’Aeroporto di Aviano e poi svolse altri incarichi di comando presso il campo di aviazione della Comina (Friuli-Venezia Giulia).[4]
Nel 1916 conseguì il brevetto di pilota (10 ottobre) e poi quello di pilota militare (24 novembre) su velivoli Farman e Caproni, prendendo parte successivamente a 63 missioni di combattimento, abbattendo un velivolo austriaco e partecipando alle principali azioni di bombardamento in territorio nemico.[4] Si distinse particolarmente nell’azione contro il silurificio e la fabbrica di torpedini e sommergibili Whitehead di Fiume il 21 agosto dello stesso anno.[4] Decorato con una seconda Medaglia d'argento al valor militare, perse la vita nel pomeriggio di venerdì 4 gennaio 1917.[4] Quel giorno decollò dal campo di volo di Sesto Calende a bordo di un idrovolante, avendo come secondo pilota l'amico Mario Reynold.[4] A causa di un guasto meccanico il velivolo precipitò nei pressi di Arona sul Lago Maggiore.[1] Sopravvissuto all'impatto si spense poche ore dopo a causa delle ferite riportate nell'impatto sulla superficie del lago.[1] Gli furono tributati solenni funerali e il suo corpo fu tumulato nel cimitero ebraico di Ferrara.[4], in un monumento eseguito dalla sorella Anita e da Arrigo Minerbi.[7] Al comune della sua città natale, in onore di Pico, la famiglia donò il palazzo di Corso della Giovecca n. 165[8], affinché diventasse il Museo del Risorgimento; in seguito venne adibito a sede delle associazioni combattentistiche col nome di "Casa della Patria – Pico Cavalieri".[4]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Suo zio Enea si arruolò all'età di 18 anni nelle file dei garibaldini, combattendo durante la terza guerra d'indipendenza nella battaglia della Bezzecca, dove rimase ferito e venne decorato al valor militare.
- ^ Dopo la sua morte, per lascito testamentario, la biblioteca e il laboratorio furono donati all'università di Ferrara.
- ^ Per questa materia manifestò un grande interesse, tanto da diventarne un apprezzato studioso, ed autore di importanti testi.
- ^ Per questa fatto, il 18 settembre 1915, ricevette un Encomio solenne con la seguente motivazione: …in una delle località maggiormente battute dal fuoco nemico, I militari del battaglione squadriglia aviatori condotti dal capitano Cavalieri Deodato Pico nonostante l’intenso fuoco d’artiglieria avversario, riuscivano a penetrare in un magazzino ed a mettere in salvo grandi quantità di importanti materiali. Questo comando nel tributare caloroso encomio a detti militari segnala il loro nome a tutti i dipendenti reparti e perché l’opera loro sia sempre d’esempio a tutti e sprone a compiere con crescente fede ed ardire il proprio dovere col luminoso miraggio della gloria e della grandezza del Re e della Patria.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e Servi 1921, p. 104.
- ^ Refuso in Adeodato nel sito ufficiale Pico Cavalieri: una breve vita dedicata al volo, su Pico Cavalieri, Associazione Culturale di Ricerche Storiche Pico Cavalieri. URL consultato il 25 dicembre 2019.
- ^ Lucio Scardino (a cura di), Anita Raffaella Cavalieri, scultrice e poetessa ferrarese (1884-1969), Ferrara, Liberty House, 2000, p. 48.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o Pico Cavalieri
- ^ Prima moglie, Laura Uzielli, in Donato Bragatto, Enrico Trevisani, Paolo Varriale, con un saggio introduttivo di Davide Mantovani, Pico Deodato Cavalieri - La sua città, le sue guerre, Ferrara, Edizioni fr, 2018, p. 10, ISBN 978-88-908824-7-0
- ^ A cura di Lucio Scardino, Anita Raffaella Cavalieri scultrice e poetessa (1884-1969), Ferrara, Cartografica Artigiana di Ferrara, sett. 2000, Collana di storia ed etnografia a cura dei servizi di Documentazione Storica del Comune di Ferrara
- ^ Donato Zaccarini, Arrigo Minerbi e Anita Cavalieri Palma in un monumento ferrarese, in La Gazzetta di Ferrara, 18 ottobre 1923.
- ^ Per la storia della casa, Alessandra Farinelli Toselli, La Casa Cavalieri intitolata alla memoria di Pico a Ferrara in (a cura di) Lucio Scardino, Anita Raffaella Cavalieri scultrice e poetessa (1884-1969), Ferrara, Cartografica Artigiana di Ferrara, sett. 2000, Collana di storia ed etnografia a cura dei servizi di Documentazione Storica del Comune di Ferrara, pp. 39-50
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Ferruccio Servi, Gli israeliti italiani nella guerra 1915-1918, Torino, Felice Tedeschi Editore, 1921.
- Domenico Ludovico, Gli aviatori italiani del bombardamento nella guerra 1915-1918, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1980.
- Roberto Gentilli e Paolo Varriale, I reparti dell'Aviazione italiana nella Grande Guerra, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1999.
- Maurizio Lanza e Rosellina Piano, Al Galoppo nel Cielo. Giulio Palma di Cesnola: tra Caprilli, Baracca e D'Annunzio nei cieli della storia, Baldissero d'Alba, Soletti Editore, 2010, ISBN 978-88-956280-8-0.
- Gian Paolo Bertelli, Perché in guerra si può anche morire, Ferrara, Edizioni dell'Antro, 2015.
- Donato Bragatto, Enrico Trevisani, Paolo Varriale, con un saggio introduttivo di Davide Mantovani, Pico Deodato Cavalieri - La sua città, le sue guerre, Ferrara, Edizioni fr, 2018, ISBN 978-88-908824-7-0.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Pico Cavalieri: una breve vita dedicata al volo, su Pico Cavalieri, Associazione Culturale di Ricerche Storiche Pico Cavalieri. URL consultato il 15 dicembre 2019.