I pesci elettrofori, detti anche pesci elettrici e pesci elettrogenici, sono pesci in grado di generare autonomamente dei campi elettrici, generalmente tramite organi appositi di origine muscolare. Molti pesci privi di questi organi sono comunque in grado di rilevare la presenza di un campo elettrico esterno: questi pesci, definiti elettrorecettivi, non rientrano nella categoria degli elettrofori, in quanto in grado unicamente di captare, ma non di produrre elettricità. È invece generalmente vero il contrario, in quanto i pesci elettrofori sono spesso anche elettrorecettivi.
Fra i pesci elettrorecettivi si annoverano molte specie di squali, razze e pesci gatto; tutti questi possiedono la capacità, più o meno sviluppata, di rilevare i campi elettrici, capacità che sfruttano per cacciare o per orientarsi durante gli spostamenti, ma non sono in grado di generarne di propri e pertanto non sono elettrofori. Gli elettrofori in senso stretto comprendono invece circa 400 specie, distribuite in quattro ordini; la maggior parte di questi vivono esclusivamente nelle acque dolci e sono per lo più localizzati in fiumi e laghi del continenteafricano e dell'America del Sud, con la sola notevole eccezione delle torpedini, che invece vivono in acque marine.
Gli elettrofori producono i loro campi elettrici mediante una apposita struttura definita organo elettrico. Quest'organo è costituito fondamentalmente da tessuto muscolare modificato, attraversato da fibre nervose, il quale, contraendosi, è capace di generare una differenza di potenziale, producendo così un campo elettrico. Quest'organo è situato solitamente, anche se non sempre, a livello della coda di questi pesci.
I pesci elettrofori possono essere classificati in base all'intensità di corrente che i loro organi elettrici sono in grado di emettere; questa viene generalmente misurata registrando la differenza di potenziale prodotta dai pesci: questo valore prende il nome di scarica dell'organo elettrico (sono tuttavia più diffusi la denominazione in lingua inglese, electric organ discharge, e il suo acronimo EOD) e permette di classificare gli elettrofori in due grandi gruppi: gli elettrofori forti e gli elettrofori deboli.
Gli elettrofori forti possono produrre EOD dell'ordine di alcune centinaia di volt e correnti elettriche che possono arrivare ad 1 ampere. Questa intensità di corrente è tale da poter essere utilizzata per stordire o uccidere le proprie prede e contemporaneamente tenere lontani i predatori; in effetti, gli elettrofori forti utilizzano i campi elettrici da loro prodotti come una vera e propria arma, utilizzata per l'attacco o la difesa. Fanno parte di questa categoria le anguille elettriche del Sud America (Electrophorus electricus, detto anche gimnoto), i pesci gatto elettrici (famiglia Malapteruridae) e le torpedini (ordine Torpediniformes).
Al contrario, gli elettrofori deboli generano una scarica di tensione molto bassa, spesso minore di 1 V. Questi pesci evidentemente non possono utilizzare il proprio campo elettrico per stordire le prede, ma lo utilizzano invece per aiutarsi a mantenere l'orientamento, per localizzare oggetti o altri pesci nelle acque fangose in cui vivono (elettrolocalizzazione) o, ancora, per comunicare con i propri simili (elettrocomunicazione). Due esempi molto studiati di elettrofori deboli sono il pesce elefante di Peter (Gnathonemus petersii) o il pesce coltello fantasma (Apteronotus albifrons), entrambi spesso allevati in acquario.
Questa tabella racchiude tutte le specie di pesci elettrofori marini noti; fanno tutti parte dell'ordine Torpediniformes, a sua volta suddiviso in due famiglie, e sono comunemente chiamate "torpedini".