I pastofòria o pastophòria o pastofori (dal greco παστοφόριον, 'abitazione dei sacerdoti nel tempio'[1] o ‘camera per il tesoro’[2]) sono due stanze o sacrestie[3] in cui i diaconi riponevano, affinché vi fosse conservato il pane consacrato[4], i vasi sacri e altra suppellettile liturgica[5]. Tipici del cristianesimo orientale, e almeno fino all'età carolingia anche di quello occidentale, i pastofori affiancavano l'abside. Questi due vani secondari erano anche detti rispettivamente "protesi" (πρόθεσις) e "diaconico" (διακονικόν).[5][6][7]
Storia e descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Si tratta di due stanze a pianta quadrata o rettangolare, spesso absidate, disposte simmetricamente ai lati all'abside principale[3], in fondo alle navate laterali (o al deambulatorio, se la chiesa è a pianta centrale, circolare o poligonale come nel caso di San Vitale a Ravenna).
L'ambiente di sinistra, o a nord, quando l'abside è, di regola, a est, è detto prothesis e vi si conservavano le offerte dei fedeli e la biblioteca[4], mentre nell'ambiente di destra, o a sud, detto diaconicon, si custodivano i vasi e i paramenti sacri[5], come nelle odierne sacrestie, e si disponeva di rifornimento d'acqua per i lavacri. Tuttavia non c'è concordanza di opinioni tra gli archeologi sulle funzioni di queste stanze, specialmente per quanto riguarda il diaconicon[8].
L'introduzione dei pastoforia, tipici dell'area siro-microasiatica[9], è costantinopolitana: si ritrovano esempi in aree di influsso bizantino come a Ravenna[10], in chiese risalenti al V secolo e successive; ma anche in epoca carolingia, nel Nord Europa, diverse chiese ne sono dotate (Steinbach, Gernrode).
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Lorenzo Rocci! anno= 1966, Vocabolario Greco-Italiano, p. 1444.
- ^ Franco Montanari, Vocabolario d.lingua greca,Loescher, 2004, II ed., p. 1606.
- ^ a b «Ὁ οἶκος ἔστω ἐπιμήκης, κατὰ ἀνατολὰς τετραμμένος, ἐξ ἑκατέρων τῶν μερῶν ἔχων τὰ παστοφόρια πρὸς ἀνατολήν», "La chiesa sia lunga, rivolta verso oriente, con i pastofòri a oriente da entrambi i lati" (Costituzioni apostoliche, II, 57, 3 (Funk, p. 161)).
- ^ a b Amati, p. 92.
- ^ a b c «Ὅτι οὐ δεῖ ὑπηρέτας ἔχειν χώραν ἐν τῷ διακονικῷ καὶ ἄπτεσθαι δεσποτικῶν σκευῶν», "Non bisogna che i suddiaconi abbiano posto nel διακονικόν, né che tocchino le suppellettili sacre" (Canones Concilii Laodiceni, 21 (Lambert, p. 156)).
- ^ M. Righetti, Introduzione generale, in Manuale di Storia Liturgica, vol. 1, 3ª ed., Milano, Ancora, 1964, p. 121.
- ^ G. Binding, «Abside», Enciclopedia dell' Arte Medievale, Treccani, 1991.
- ^ «Quando uno degli ambienti presenta una divisione interna mediante cancelli, lo spazio minore sarebbe servito a deporvi le specie consacrate e taluni oggetti di culto» (Testini, p. 591, che a sua volta cita Geōrgios A. Sōtēriou).
- ^ http://www.treccani.it/enciclopedia/ravenna_%28Enciclopedia_dell'_Arte_Medievale%29/
- ^ Basilica di Sant'Apollinare nuovo, Basilica di Sant'Apollinare in Classe.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giacinto Amati, Basiliche profane e sacre, in Ricerche storico-critico-scientifiche sulle origini, scoperte, invenzioni e perfezionamenti fatti nelle lettere, nelle arti e nelle scienze con alcuni tratti biografici degli autori più distinti nelle medesime, vol. 2, Milano, coi tipi di Giovanni Pirotta, 1828, pp. 72-95.
- Pasquale Testini, Archeologia cristiana. Nozioni generali dalle origini alla fine del sec. VI. Propedeutica, topografia cimiteriale, epigrafia, edifici di culto, Roma, Desclée & C. editori pontifici, 1958; 2ª ed., Bari, Edipuglia, 1980.
- "pastoforio" in Marco Aurelio Marchi, Dizionario tecnico-etimologico-filologico, Volume 2, p.32
- "pastoforio" in Società Tipografica Tramater e Ci (a cura di), Vocabolario universale italiano compilato, vol. 5, Dai torchi del Tramater, 1835, p. 104.
- "melanofori" in Marco Aurelio Marchi, Dizionario tecnico-etimologico-filologico, Volume 1, p.507.