Partire partirò è una canzone il cui testo fu adattato ad una melodia arcaica, esso fu scritto nei primi anni dell'Ottocento. L'autore del testo è Anton Francesco Menchi, mentre il modulo musicale, è lo stesso impiegato, più o meno in quel medesimo periodo, per l'altrettanto conosciuta Maremma amara.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]I versi parlano di quando l'Italia era sotto il dominio di Napoleone Bonaparte che, per sostenere le sue continue campagne di guerra, aveva imposto la coscrizione obbligatoria.
Il testo parla di un giovane che, in prima persona, si lamenta di essere costretto ad andare alla guerra perché "sono coscritto e mi convien marciare", lasciando così la sua amata "Gigina cara, Gigina bella".
La canzone fu molto in voga durante il Risorgimento.
Alcune interpretazioni
[modifica | modifica wikitesto]- Caterina Bueno, in Le canzoni di Bella ciao col Nuovo Canzoniere Italiano, I dischi del sole, 1964.
- Riccardo Marasco, in Chi cerca trova. Vita e canti di Toscana, 1977[1].
- I Gufi, in I Gufi cantano due secoli di Resistenza, Columbia, QPX 8093.
- Ginevra Di Marco in Canzoniere illustrato di Daniele Sepe, 2012.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giuseppe Vettori, Canzoni italiane di protesta 1794 - 1974, Roma, Newton Compton, 1975
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene il testo completo di o su Partire partirò