La parabola del giardiniere invisibile è un racconto di John Wisdom, successivamente sviluppato, in un ampio dibattito, da Antony Flew che vi apportò alcune modifiche, tra cui la sostituzione delle due persone con due esploratori.
Il racconto è spesso utilizzato per illustrare sia la differenza tra asserzioni basate sulla fede e asserzioni basate su evidenze scientifiche, sia i problemi associati con gli enunciati su credenze non falsificabili.
Contenuto
[modifica | modifica wikitesto]La storia inizia con le seguenti parole:
«Two people return to their long neglected garden and find, among the weeds, that a few of the old plants are surprisingly vigorous. One says to the other, "It must be that a gardener has been coming and doing something about these weeds". The other disagrees and an argument ensues. They pitch their tents and set a watch. No gardener is ever seen. The believer wonders if there is an invisible gardener, so they patrol with bloodhounds but the bloodhounds never give a cry. Yet the believer remains unconvinced, and insists that the gardener is invisible, has no scent and gives no sound. The skeptic doesn't agree, and asks how a so-called invisible, intangible, elusive gardener differs from an imaginary gardener, or even no gardener at all.»
«Due persone ritornano al loro giardino a lungo dimenticato e si accorgono che, tra le piante infestanti, alcune delle vecchie piante sono sorprendentemente vigorose. Uno dice all'altro: "Si vede che un giardiniere è venuto a lavorare tra le piante invasive". L'altro non è d'accordo e da questo nasce una discussione. Piantano quindi le loro tende e iniziano l'osservazione. Non si fa vivo alcun giardiniere. Il credente si chiede se non possa esservi un giardiniere invisibile, così che decidono di sorvegliare con dei segugi, ma i segugi non trovano nulla. Il credente, ancora non convinto, insiste sull'esistenza di un giardiniere invisibile, che non ha odore e non emetta alcun rumore; lo scettico non è d'accordo e chiede in cosa un siffatto giardiniere, invisibile, intangibile ed elusivo, differisca da un giardiniere immaginario, o persino da nessun giardiniere»
Nelle successive aggiunte fatte da Flew compaiono videocamere, infrarossi, e il giardino è difeso da un reticolato elettrificato: l'obiezione del credente, tuttavia, è che il giardiniere non solo è impercettibile, ma anche immateriale.
Significato
[modifica | modifica wikitesto]Il senso fondamentale della parabola è il seguente: i credenti (in materia di religione) non accettano le falsificazioni delle loro asserzioni. Per quante condizioni si aggiungano, essi generano ipotesi ad hoc per soddisfare le obiezioni. Questa è la ragione per cui, secondo Flew, i credenti fanno sì che Dio "causi la morte di migliaia di condizioni aggiuntive". Ne consegue l'impossibilità di sottoporre le affermazioni dei credenti sull'esistenza di Dio, e il linguaggio religioso in genere, a qualsiasi forma di verifica empirica così come a qualsiasi forma di falsificazione. Pertanto, gli enunciati teistici, sottratti alla verificabilità empirica e alla falsificabilità, sono, secondo Flew, privi di contenuto cognitivo.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Proceedings of the Aristotelian Society, 1944-5, ristampato come capitolo X di Antony Flew (a cura di), Essays in Logic and Language, First Series (Blackwell, 1951), e in Wisdom's own Philosophy and Psychoanalysis (Blackwell, 1953).
- Philosophy and Psychoanalysis (Blackwell, 1953)
- Philosophy of Religion (Pojman, 1998)
- Antony Flew, Theology and Falsification, estratto da Joel Feinberg (a cura di), Reason and Responsibility: Readings in Some Basic Problems of Philosophy, Belmont, CA: Dickenson Publishing Company, Inc., 1968, pp. 48-49.