Palazzo Nasi | |
---|---|
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Località | Firenze |
Indirizzo | piazza dei Mozzi 4 |
Coordinate | 43°45′54″N 11°15′28.8″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Palazzo Nasi, o Torrigiani Nasi, è un edificio storico del centro di Firenze, situato in Oltrarno, in piazza dei Mozzi 4.
Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale, ed è tutelato da vincolo architettonico dal 1914.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Anticamente si trovavano in questa zona varie case di proprietà dei Bardi, dei Benci, dei Banchi e dei Nasi che, acquistate tra il 1460 e il 1469 da quest'ultima famiglia, furono riunificate in un'unica casa grande. Alla storia di questa antica proprietà è legata parte della fortuna ottocentesca dell'edificio, che sovente ricorda come in questa casa "per istigazione del duca Alessandro, Niccolò Nasi dette una festa da ballo per attirarvi la Luisa Strozzi, moglie di Luigi Capponi, della quale meditavasi il disonore"[1]. Il 24 ottobre 1529 durante l'assedio di Firenze, trovarono rifugio ospitale in questo palazzo i religiosi dell'Ordine di Santa Brigida, fuggiti dal loro convento del Paradiso al Bandino.
Per quanto concerne invece l'architettura, nel tracciare la genesi della fabbrica, la letteratura a lungo si è affidata alla testimonianza di Giorgio Vasari, indicando il cantiere come avviato nei primi decenni del Cinquecento sotto la direzione di Baccio d'Agnolo, quindi terminato da suo figlio Domenico con l'inserimento di un terrazzino. La vicinanza di questo con l'altro palazzo adiacente ugualmente dei Nasi e nel 1552 venduto ai Del Nero (numero civico 5), può tuttavia aver ingenerato una certa confusione e fatto sì che le distinte storie degli edifici si siano confuse. Altri, come il Cinelli (1677), riferiscono infatti l'opera a un altro figlio di Baccio, Filippo.
È comunque tra Cinquecento e Seicento che questo edificio - nel frattempo passato agli Scarlatti - venne interessato da un ulteriore intervento riconducibile ad Alfonso Parigi il Giovane[2]: in quell'occasione furono ammodernati, oltre alla facciata, il cortile e gli ambienti interni. Per quanto siano ricondotti a questi anni anche i graffiti che caratterizzano fortemente l'edificio, questi in realtà sembrano mostrare caratteristiche stilistiche e tecniche esecutive più plausibili con una datazione tardo ottocentesca[3].
"Siamo di fronte a uno dei prospetti più ricchi, più decorati e opulenti che Firenze abbia creato in questo periodo. E non a caso si tratta di un prospetto dovuto a un grande scenografo creatore di giardini e di effetti teatrali... Le finestre, sia del terreno che del primo piano, presentano una ricchezza di motivi e una fantasia pienamente barocca, anche se risentono di idee già espresse dal Buontalenti e da altri architetti della fine del XVI secolo" (Mario Bucci 1973). Walther Limburger (1910) avvicina l'opera all'Ammannati e, al proposito, così commenta Mazzino Fossi (1968): "L'opera è senz'altro da porsi nella cerchia dell'Ammannati ma da attribuirsi ad un autore che è stato vicino anche al Buontalenti; il nome di Alfonso Parigi (il Giovane, morto nel 1658) è accettabile; infatti il palazzo anche se ha tutti i caratteri per essere datato alla seconda metà del XVI secolo è più giusto porlo alla prima metà del XVII secolo".
Acquistato in seguito dai Torrigiani (proprietari dell'immobile fino al 1960), al fine di ampliare gli ambienti del palazzo contiguo a questo, l'edificio venne soprelevato di un piano nell'Ottocento e arricchito di un mezzanino tra il terreno e il primo livello sul lato del cortile.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La facciata è organizzata su tre piani con un ulteriore volume in soprelevazione e si sviluppa su quattro assi. Il terzo asse è segnato dal portone sormontato da un balcone (che appare quindi decentrato, a documentare il vincolo imposto dalle preesistenze), ai lati del quale si dispongono finestre con trabeazione su mensole. Mascheroni e altri motivi di ispirazione buontalentiana completano con i graffiti - come già abbiamo detto di incerta datazione - la decorazione del fronte. Tra di essi si riconoscono le tre Virtù Teologali tra le finestre centrali, e alle estremità delle cariatidi.
Il cortile interno ha un portico con arcate oggi tamponate, sopra le quali si aprono finestre simili a quelle di facciata.
Negli interni (ora divisi in varie unità immobiliari alienate a diversi soggetti) la letteratura segnala alcune stanze con pregevoli decorazioni sette e ottocentesche, con un interessante Ciclo delle Stagioni, con raffigurazioni a monocromo di putti impegnati nelle varie attività agricole di ciascun periodo dell'anno. In una stanza al secondo piano sono poi dipinti a trompe-l'oeil con vedute dell'Arno.
Sulla facciata è una memoria datata al 1871 che ricorda il marchese Carlo Torrigiani, fondatore della scuola di San Niccolò e benefattore di altri istituti[4].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Fantozzi 1843.
- ^ Parte della letteratura tuttavia, anticipando la data dell'intervento, ipotizza il coinvolgimento di Alfonso Parigi il Vecchio.
- ^ Si vedano al proposito le annotazioni dei Thiem che sembrerebbero confermate da quanto osservato nel corso dell'intervento di restauro eseguito nel 2004 dalla ditta P.T. Color.
- ^ trascritta e commentata da Francesco Bigazzi
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Le bellezze della città di Firenze, dove a pieno di pittura, di scultura, di sacri templi, di palazzi, i più notabili artifizi, e più preziosi si contengono, scritte già da M. Francesco Bocchi, ed ora da M. Giovanni Cinelli ampliate, ed accresciute, Firenze, per Gio. Gugliantini, 1677, p. 279;
- Ferdinando Ruggieri, Studio d’architettura civile sopra gli ornamenti di porte, e finestre, colle misure, piante, modini, e profili, tratte da alcune fabbriche insigni di Firenze erette col disegno de’ più celebri architetti, 3 voll., Firenze, nella Stamperia Reale presso Gio. Gaetano Tartini e Santi Franchi, 1722-1728, III, 1728, tavv. 40-45;
- Ristretto delle cose più notabili della città di Firenze del dottor Raffaello del Bruno, Firenze, Moucke, 1757, p. 129;
- Gaetano Cambiagi, L'antiquario fiorentino; o sia, Guida per osservar con metodo le cose notabili della città di Firenze, Firenze, Stamperia Imperiale, 1765, p. 201;
- Gaetano Cambiagi, L'antiquario fiorentino o sia Guida per osservar con metodo le cose notabili della città di Firenze, Firenze, Stamperia Granducale, 1771, p. 213;
- Marco Lastri, L’osservatore fiorentino sugli edifici della sua Patria, Terza edizione eseguita sopra quella del 1797, riordinata e compiuta dall’autore, coll’aggiunta di varie annotazioni del professore Giuseppe Del Rosso R. Consultore Architetto, ascritto a più distinte società di Scienze, e Belle Arti, 8 voll., Firenze, presso Gaspero Ricci, 1821, VIII, pp. 72-74;
- Marco Lastri, Palazzo Nasi, ultimamente Scarlatti, e come le Dame andassero a cavallo per la Città, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, XV, pp. 22-24;
- Pietro Thouar, Notizie e guida di Firenze e de' suoi contorni, Firenze, G. Piatti, 1841, p. 393;
- Federico Fantozzi, Nuova guida ovvero descrizione storico artistico critica della città e contorni di Firenze, Firenze, Giuseppe e fratelli Ducci, 1842, p. 600, n. 313;
- Federico Fantozzi, Pianta geometrica della città di Firenze alla proporzione di 1 a 4500 levata dal vero e corredata di storiche annotazioni, Firenze, Galileiana, 1843, p. 231, n. 576;
- Nuova guida della città di Firenze ossia descrizione di tutte le cose che vi si trovano degne d’osservazione, con piante e vedute, ultima edizione compilata da Giuseppe François, Firenze, Vincenzo Bulli, 1850, p. 549;
- Carl von Stegmann, Heinrich von Geymüller, Die Architektur der Renaissance in Toscana: dargestellt in den hervorragendsten Kirchen, Palästen, Villen und Monumenten, 11 voll., München, Bruckmann, 1885-1908, VII, p. 8;
- Iscrizioni e memorie della città di Firenze, raccolte ed illustrate da M.ro Francesco Bigazzi, Firenze, Tip. dell’Arte della Stampa, 1886, pp. 129-130;
- Ministero della Pubblica Istruzione (Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti), Elenco degli Edifizi Monumentali in Italia, Roma, Tipografia ditta Ludovico Cecchini, 1902, p. 256;
- Giorgio Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori (1568), edizione a cura di Gaetano Milanesi, Firenze, Sansoni, 1906, V, pp. 352, 359;
- Walther Limburger, Die Gebäude von Florenz: Architekten, Strassen und Plätze in alphabetischen Verzeichnissen, Lipsia, F.A. Brockhaus, 1910, n. 691;
- L’illustratore fiorentino. Calendario storico per l’anno ..., a cura di Guido Carocci, Firenze, Tipografia Domenicana, (1911) 1910, pp. 136-139;
- Luigi Vittorio Bertarelli, Italia Centrale, II, Firenze, Siena, Perugia, Assisi, Milano, Touring Club Italiano, 1922, p. 175;
- Augusto Garneri, Firenze e dintorni: in giro con un artista. Guida ricordo pratica storica critica, Torino et alt., Paravia & C., s.d. ma 1924, p. 286, n. XXXVIII;
- Francesco Lumachi Firenze - Nuova guida illustrata storica-artistica-aneddotica della città e dintorni, Firenze, Società Editrice Fiorentina, 1929.
- Luigi Vittorio Bertarelli, Firenze e dintorni, Milano, Touring Club Italiano, 1937, p. 296;
- Ettore Allodoli, Arturo Jahn Rusconi, Firenze e dintorni, Roma, Istituto Poligrafico e Libreria dello Stato, 1950, p. 161;
- Gunter Thiem, Christel Thiem, Toskanische Fassaden-Dekoration in Sgraffito und Fresko: 14. bis 17. Jahrhundert, München, Bruckmann, 1964, p. 23;
- Walther Limburger, Le costruzioni di Firenze, traduzione, aggiornamenti bibliografici e storici a cura di Mazzino Fossi, Firenze, Soprintendenza ai Monumenti di Firenze, 1968 (dattiloscritto presso la Biblioteca della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di Firenze Pistoia e Prato, 4/166), n. 691;
- Mario Bucci, Palazzi di Firenze, fotografie di Raffaello Bencini, 4 voll., Firenze, Vallecchi, 1971-1973 (I, Quartiere di Santa Croce, 1971; II, Quartiere della SS. Annunziata, 1973; III, Quartiere di S. Maria Novella, 1973; IV, Quartiere di Santo Spirirto, 1973), IV, 1973, pp. 72-74;
- Leonardo Ginori Lisci, I palazzi di Firenze nella storia e nell’arte, Firenze, Giunti & Barbèra, 1972, II, p. 679;
- Touring Club Italiano, Firenze e dintorni, Milano, Touring Editore, 1974, p. 358;
- Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, II, 1977, pp. 306-307;
- Sandra Carlini in Sandra Carlini, Lara Mercanti, Giovanni Straffi, I palazzi. Arte e storia degli edifici civili di Firenze, parte seconda, Firenze, Alinea, 2004, pp. 75-80;
- Franco Cesati, Le strade di Firenze. Storia, aneddoti, arte, segreti e curiosità della città più affascinante del mondo attraverso 2400 vie, piazze e canti, 2 voll., Roma, Newton & Compton editori, 2005, I, p. 412;
- Franco Cesati, Le piazze di Firenze. Storia, arte, folclore e personaggi che hanno reso famosi i duecento palcoscenici storici della città più amata nel mondo, Roma, Newton & Compton editori, 2005, p. 142;
- Touring Club Italiano, Firenze e provincia, Milano, Touring Editore, 2005, p. 443;
- Lia Invernizi, Roberto Lunardi, Oretta Sabbatini, Il rimembrar delle passate cose. Memorie epigrafiche fiorentine, Firenze, Edizioni Polistampa, 2007, I, p. 299, n. 268;
- Eleonora Pecchioli, ‘Florentia Picta’. Le facciate dipinte e graffite dal XV al XX secolo, fotografie di Antonio Quattrone, Firenze, Centro Di, 2005, pp. 232-243;
- Claudio Paolini, Architetture d’Oltrarno: da piazza Giuseppe Poggi a piazza Santa Maria Soprarno, Firenze, Polistampa, 2010, pp. 50-54, n. 25.
- Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 483-484.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Nasi
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Claudio Paolini, schede nel Repertorio delle architetture civili di Firenze di Palazzo Spinelli (testi concessi in GFDL)